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Se il Pd spera in una legge ad personam …

Una lunga, intricata gara ad ostacoli. Hai voglia ad ostentare sicurezza, la strada è tutta ad ostacoli. Una gara che forse neanche Aries Merrit, recordman mondiale dei 110 metri ostacoli, riuscirebbe a vincere. Stando così le cose non esistono soluzioni per Vincenzo De Luca e la presidenza della Campania. A meno che, come dice l’avvocato amministrativista Gianluigi Pellegrino  non venga varata una legge ad personamPerché riproporre vecchi articoli, reportage, interviste? Volando alto con Giorgio Manganelli, scrittore, giornalista potremmo dire che “una civiltà letteraria non è fatta di letture, è fatta di riletture”. Più semplicemente il ripresentare alcuni articoli rappresenta una grande opportunità. Un modo per scoprire giornalisti o protagonisti di un’altra generazione, di conoscere o ricordare fatti, dimenticati. Per riproporre interviste e reportage dei giorni nostri

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Vincenzo De Luca

Più guai che benefici. Questa è la prima conseguenza della vittoria del pd in Campania dove l’innegabile successo personale di Vincenzo De Luca al di là di condanne in primo grado e patenti di impresentabilità dovute a processi in corso, porta ad una inevitabile paralisi. A meno di provvedimenti legislativi urgenti. Mentre il neo governatore si proclama vincitore, dice “grazie a Renzi” e annuncia “una nuova stagione di legalità”, tecnici e giuristi del Pd stanno cercando di trovare la quadra di un enigma istituzionale-giuridico senza precedenti.

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Gianluigi Pellegrino

Una quadra “ancora più problematica” osserva l’avvocato amministrativista Gianluigi Pellegrino, “considerato il combinato disposto della legge Severino e dello Statuto, della regione Campana che impediscono a De Luca di nominare un suo alter ego per ovviare alla sospensione obbligatoria e immediata che la legge Severino prevede per gli amministratori locali condannati in primo grado”. De Luca, come è noto, è condannato a un anno e due mesi per abuso di ufficio.

Pellegrino è, dopo la professoressa Paola Severino che l’ha scritta, uno dei massimi esperti delle legge. E’ stato lui a firmare il ricorso in Cassazione che riporta la giurisdizione circa gli effetti della legge al giudice naturale e lo sottrae al giudice amministrativo che aveva accolto la domanda di De Magistris.

L’impedimento per il De Luca “è doppio”, sostiene Pellegrino: “Non solo la legge Severino ma anche lo Statuto della Campania consegnano nei fatti una regione senza governo”.

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De Luca, sindaco sceriffo

De Luca, e con lui Renzi, hanno lasciato intendere nella vigilia del voto di puntare sui tempi tecnici dell’insediamento della giunta per fare in modo che venga nominato un vicepresidente facente funzioni per il periodo in cui il governatore non potrà esercitare le sue funzioni. La legge prevede 18 mesi. Possono essere meno se e quando il giudice ordinario darà la sospensiva della sospensione. O se dovesse, prima di quel tempo, intervenire una sentenza di assoluzione.

Ma questo “gioco sui tempi” è nei fatti impossibile. Da ora inizia un tempo neutro per tutti, sono i giorni che la Corte d’Appello impegnerà per proclamare gli eletti. A quel punto, come dice la legge Severino, De Luca “sarà subito sospeso perché – insiste Pellegrino – palazzo Chigi (sentito prefetto e ministro dell’Interno, ndr) accerta immediatamente la sospensione”. Significa che il premier deve prendere atto di un fatto automatico, “già operativo in base alla legge”.

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Ma anche nell’ipotesi estrema che questo non avvenga, scatta il secondo impedimento costituito dallo Statuto della regione che ha fatto scelte che rafforzano il ruolo dell’assemblea del consiglio regionale. Pellegrino cita il testo del fondamentale norma regionale: “Il Presidente non può nominare la giunta e quindi neppure il vicepresidente prima di aver esposto il programma di governo in una specifica seduta del Consiglio che ne deve discutere; ma c’è di più”; a quel punto, sempre secondo il dettato dello Statuto regionale, “le nomine di giunta e vice presidente che solo allora possono essere fatte non sono definitive perché devono essere sottoposte a una nuova seduta del Consiglio regionale che deve esprimere il gradimento”. Non è finita: “Se il gradimento dovesse essere negato, il Presidente deve motivare o indicarne un altro”.

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Renzi e De Luca

Insomma, il percorso di insediamento e della presa di possesso delle funzioni è assai vincolata. E, conclude Pellegrino, “è del tutto escluso che questo percorso lo possa fare il vicepresidente della Regione”. A maggior ragione “è del tutto escluso che lo possa fare un Presidente che deve ritenersi sospeso per legge dal momento stesso in cui viene proclamato; sospensione che il Presidente del Consiglio dei ministri è vincolato ad accertare e dichiarare come sussistente sin dalla proclamazione”.

Il caso De Luca non è, più, a questo punto, qualcosa che può essere risolto giocando sui tempi. Questa scelta – sinora la più quotata – sarebbe “una violazione delle procedure per la formazione del governo”, un atto grave che presupporrebbe il commissariamento da parte del governo e della Presidenza della Repubblica. Non resta che la soluzione legislativa: un decreto “non di modifica ma ad integrazione della legge Severino” e che “delega la guida vicaria della regione a qualcuno che non è stato nominato dal governatore sospeso”.

(Claudia Fusani, L’Huffington Post )

 

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