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In nome della Rosy
Tore, Napoli e la camorra

di Franco Di Mauro

Duecento uomini in più per la polizia, ripristino di 300 apparecchiature di video sorveglianza. Il ministro degli Interni Alfano ha inteso così sottolineare che “Napoli è in cima alle priorità del governo perché è una grande città che merita una grande risposta in termini di sicurezza”. A Napoli si spara ogni giorno. In queste ore  in un conflitto a fuoco sono stati uccisi due banditi nel corso di una tentata rapina a Ercolano. In alcune zone (come Ponticelli e il rione Traiano, ma non sono le sole) un abitante su tre è pregiudicato. “La camorra è parte costitutiva della società a Napoli, questo è ormai un dato centenario” ha detto Rosy Bindi qualche giorno fa scatenando la reazione del sindaco De Magistris e del Governatore De Luca. Un dibattito aperto.

Calma Signori, non vi accalorate! I napoletani che amano la storia, il teatro, la musica, l’arte, il cui Dna è caratterizzato da un’impareggiabile umanità, non hanno necessità d’esser difesi né da Sindaci né da Governatori. Questi Signori, poi, hanno già un bel da fare per trovare, nelle rispettive Amministrazioni, il “dato costitutivo” di cui parla Rosy Bindi. Alle molteplici polemiche sollevate, la stessa Bindi, risponde con supponenza: “ripeto con convinzione queste parole”. E chi potrebbe darle torto, guardando alla storia.

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L’ingresso festante di Garibaldi a Napoli

La camorra, fin dai primi decenni dell’Ottocento, ha esercitato un’odiosa prevaricazione, all’interno delle carceri borboniche, a danno dei reclusi più deboli. E, quando l’Italia acquistò la sua indipendenza e la sua Unità, Napoli e l’intero Sud iniziarono un decadimento che dura ancor oggi e che pare irreversibile. Perché allora ebbe inizio la collusione: Istituzioni/Camorra.

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Tore_’e_Crescienzo

Garibaldi, infatti, entrò in Città senza che venisse esploso nessun colpo. Né uno sparo né una violenza grazie all’accordo preventivamente sottoscritto con Tore ’e Criscienzo, al secolo, Salvatore De Crescenzo, principale capo bastone. L’accordo venne in seguito convalidato, dall’allora Capo della Polizia Liborio Romano, con l’assunzione, nelle Forze dell’Ordine, di un esercito di camorristi. E, per questo bel regalo fatto a Napoli e al Paese, Liborio Romano fu nominato Ministro dell’Interno.

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Liborio Romano

Naturalmente ogni altra “onorata società”, mafia, ndrangheta o sacra corona unita, si adeguò e ne seguì l’esempio. Vorrei invitare la Signora Bindi, Presidente della Commissione Antimafia, alla lettura del libro di Angelo Casto “L’ultimo respiro a Mezzogiorno” dove vengono elencati con storica precisione i danni provocati all’intero Sud dalla collusione tra becera politica e malaffare.

www.mondadoristore.it

 

“Con il suo libro ha fatto esattamente quello che fanno i chirurghi alle prese con un organo malato, innanzitutto portandolo allo scoperto con l’uso del bisturi. E così, ecco venire fuori senza alcun sipario (leggi alibi) i vari tumori che affliggono la sua Puglia come la Campania, la Sicilia come la Calabria. Con una differenza rispetto al chirurgo che solitamente, proprio servendosi del bisturi, libera le parti sane di un organo da quelle malate: qui l’autore lascia cadere il bisturi, e per la semplice ragione che, a suo parere, il paziente non è più operabile perché già finito all’altro mondo (da una recensione di Matteo Collura “Il Mattino”).

Infine auspico che la Signora Bindi, aldilà dell’esternazioni e, anche in virtù della carica che ricopre, abbia voglia di fare. Fare. Fare…

 

 

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