Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Genova per noi…

 di Adolfo Mollichelli

Sotto la Lanterna si ferma a due punti dalla vetta, dopo cinque vittorie consecutive, più altre due in coppa. Al Napoli non riesce l’aggancio alla coppia regina: la Fiorentina che aveva maramaldeggiato sullo spensierato Frosinone e l’Inter che aveva steso la Roma che s’era presentata da prima donna alla Scala del calcio.

 

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Non sento mia la festa (moda?) di Halloween, ma credo che la zucca maledetta qualcosa c’entri nello stop degli azzurri in casa del Genoa che pure è stato sfigatino perdendo ben tre giocatori per infortunio, due addirittura nel primo tempo.

Mi spiego: gioca Mertens per Insigne ‘o ‘ncazzusiello e il belga che quando dribbla mi ricorda gli slalom di Tomba è costretto ad uscire per infortunio. Ed entra Lorenzo che imbucherà per Hamsik un pallone letterina – di quelli su cui c’è scritto: forza, depositami in rete – che Marek calcerà male a due passi da Perin che amerà pure bere un bicchiere di troppo ma che tra i pali ci sa fare, eccome. Lorenzino, più tardi, sciuperà il tocco a due passi dal gol (Halloween, decisamente).

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Hamsik dmeal

Alla (sopra) Hamsik

E il novanta per cento rigore di Burdisso su Higuain? (Halloween, senz’altro). E la partita così così di Allan, stremato e sostituito? Beh, qui non c’entrano le maledizioni. Solo un naturale appannamento del moto perpetuo azzurro.
Partita spigolosa, a volte bruttina perché il Genoa ti costringe ai corpo a corpo, con quel gioco uno contro uno che Gasperini deve aver mutuato dal rugby: punto d’incontro e mischia.

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Callejon

Consegnata la palma del migliore in campo al genoano Diego Perotti (pallino di Conte quand’era alla Juve, ma mi risulta che piaceva e piace anche alla dirigenza azzurra), va detto che gli azzurri – che pure hanno prodotto almeno cinque palle gol – non hanno giocato con la solita praticità effervescente. Credo che avrebbero dovuto cercare con maggiore insistenza triangolazioni ravvicinate, gli uno-due perforanti che sono la specialità della casa (azzurra).
Si ferma l’attacco atomico ma consoliamoci con la tenuta della difesa. Grazie anche a Reina che poi vuol dire Regina.

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Reina e Higuain, “ho detto tutto…” direbbe Totò

Per noi, che non siamo nati a Genova, magra consolazione. Ma a qualcosa bisogna pure appigliarsi, considerato che il Genoa ha impiegato il napoletano Izzo, subito giocato da Higuain ed ammonito, è un certo Ntcham…uno
starnuto!

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