di Adolfo Mollichelli
Sotto la Lanterna si ferma a due punti dalla vetta, dopo cinque vittorie consecutive, più altre due in coppa. Al Napoli non riesce l’aggancio alla coppia regina: la Fiorentina che aveva maramaldeggiato sullo spensierato Frosinone e l’Inter che aveva steso la Roma che s’era presentata da prima donna alla Scala del calcio.
Non sento mia la festa (moda?) di Halloween, ma credo che la zucca maledetta qualcosa c’entri nello stop degli azzurri in casa del Genoa che pure è stato sfigatino perdendo ben tre giocatori per infortunio, due addirittura nel primo tempo.
Mi spiego: gioca Mertens per Insigne ‘o ‘ncazzusiello e il belga che quando dribbla mi ricorda gli slalom di Tomba è costretto ad uscire per infortunio. Ed entra Lorenzo che imbucherà per Hamsik un pallone letterina – di quelli su cui c’è scritto: forza, depositami in rete – che Marek calcerà male a due passi da Perin che amerà pure bere un bicchiere di troppo ma che tra i pali ci sa fare, eccome. Lorenzino, più tardi, sciuperà il tocco a due passi dal gol (Halloween, decisamente).
E il novanta per cento rigore di Burdisso su Higuain? (Halloween, senz’altro). E la partita così così di Allan, stremato e sostituito? Beh, qui non c’entrano le maledizioni. Solo un naturale appannamento del moto perpetuo azzurro.
Partita spigolosa, a volte bruttina perché il Genoa ti costringe ai corpo a corpo, con quel gioco uno contro uno che Gasperini deve aver mutuato dal rugby: punto d’incontro e mischia.
Consegnata la palma del migliore in campo al genoano Diego Perotti (pallino di Conte quand’era alla Juve, ma mi risulta che piaceva e piace anche alla dirigenza azzurra), va detto che gli azzurri – che pure hanno prodotto almeno cinque palle gol – non hanno giocato con la solita praticità effervescente. Credo che avrebbero dovuto cercare con maggiore insistenza triangolazioni ravvicinate, gli uno-due perforanti che sono la specialità della casa (azzurra).
Si ferma l’attacco atomico ma consoliamoci con la tenuta della difesa. Grazie anche a Reina che poi vuol dire Regina.
Per noi, che non siamo nati a Genova, magra consolazione. Ma a qualcosa bisogna pure appigliarsi, considerato che il Genoa ha impiegato il napoletano Izzo, subito giocato da Higuain ed ammonito, è un certo Ntcham…uno
starnuto!