di Gerardo Mazziotti
Gli annunci di Renzi, i ricorsi di De Magistris, i programmi del commissario Nastasi. L’infinita odissea di Bagnoli. Ma qualsiasi idea si abbia in testa tre sono i punti irrinunciabili: la rimozione della colmata, il recupero della balneabilità e la demolizione di pontili
Tutti i cittadini che lo desiderano o che ne hanno titolo istituzionale, Cesare Deseta e Renzo Piano, Aldo Loris Rossi, Renato DeFusco Vittorio Gregotti, Carlo Alberto Barbieri, Paolo Lèon, Guido Martinotti, Bernardo Secchi e Gianni Cerami, Sergio Brancaccio, Gianni Lettieri, Massimo e Riccardo Rosi, Vezio DeLucia e Roberto Giannì, Francesco Cellini e Rocco Papa, Massimo Fargnoli, Vulcanica, l’Assise cittadina di Bagnoli, Fondazione Iannello, Italia Nostra, Legambiente, l’Assise di palazzo Marigliano, il Comitato Giuridico di Difesa Ecologica, l’associazione “Salviamo Bagnoli”, Gianni Lettieri, Nicola Pagliara e,ovviamente, il Commissario di Governo Salvo Nastasi (chiedo scusa delle probabili omissioni) hanno il diritto di immaginare la Bagnoli dei loro sogni e di proporla.
Ma nessuno, men che meno il Commissario Nastasi, può permettersi di rimettere in discussione alcuni punti fermi della trasformazione urbana delle arre dismesse, ormai facenti parte del comune sentire grazie alla battaglia ventennale del mondo culturale e ambientalista cittadino e nazionale che ne ha invocato inveramento. E che, grazie all’Ordinanza del Consiglio di Stato del 10 marzo 2009 che ha confermato la sentenza del Tar Campania del 5 febbraio, ha ottenuto l’abbandono di qualsiasi idea di porti turistici sul litorale di Coroglio perché del tutto incompatibile con la sua balneazione. I punti fermi sono:
1) la rimozione della colmata, considerata “una bomba ecologica da rimuovere” da tutti i ministri dell’Ambiente, dall’Istituto Superiore di Sanità e dai sindaci Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e Luigi deMagistris, e la contemporanea bonifica dei fondali marini che continuano ad essere inquinati dalla colmata;
2) il pieno recupero della balneabilità del litorale di Coroglio da via Napoli fino al pontile di Nisida mediante la bonifica delle spiagge il cui inquinamento ( rame, piombo, zinco, arsenico, amianto e idrocarburi policiclici aromatici altamente cancerogeni ) ha costretto l’amministrazione comunale a sospendere la loro frequentazione nel luglio 2005 ( ma la gente, con anziani, donne e bambini,continua a frequentarle nella indifferenza dell’ amministrazione comunale e delle autorità sanitarie );
3) la demolizione di tutti i pontili prescritta dal Dpgr del 28 aprile 1998. Si tratta dei punti previsti dalla legge numero 582 “recante disposizioni urgenti per il risanamento dei siti industriali delle aree di Bagnoli e di Sesto San Giovanni, dichiarati siti di interesse nazionale “, che il Parlamento approvò all’unanimità il 18 novembre 1996 e che prescrive “ il ripristino della morfologia naturale della costa di Coroglio con conseguente eliminazione di tutto ciò che l’ha alterata”; dagli Accordi di Programma del 15 luglio 2003 e del 21 dicembre 2007; dai piani urbanistici esecutivi del 4 novembre 2003 e del 16 maggio 2005 approvati dal Consiglio e dalla Giunta comunali.
Detto più chiaramente: ognuno di noi può proporre parchi verdi più o meno grandi con o senza laghetti, roseti, turtle-point e farfallari, centri congressuali e siti di archeologia industriale, musei e biblioteche, alberghi e abitazioni in grattacieli o in edifici bassi, parchi sportivi con o senza piscine, attività turistiche e terziarie, funicolari, ponti e funivie e quant’altro considerato utile al rilancio di Bagnoli.
Personalmente sono per la trasformazione di Nisida in un attrattore turistico di livello europeo e per la re-industrializzazione hi-tech eco-compatibile di Bagnoli,la sola in grado di garantire occupazione e di produrre ricchezza. Ma nessuno, nemmeno il Commissario di governo, può permettersi di annullare questi tre punti fermi. Se non a costo di riaprire l’annoso dibattito che si è avvitato su se stesso e di aumentare il guazzabuglio in cui è precipitata la vicenda di Bagnoli. Perciò, smettiamola di contestare la nomina del Commissario Nastasi con ricorsi al Tar e alla Consulta e collaboriamo per il sollecito inveramento di questi tre punti. Sulle cose da fare sulle aree dismesse possiamo continuare a discutere. Ma dopo aver riacquistato la credibilità perduta.