di Adolfo Mollichelli
Sempre più su. Battuto il Sassuolo. Consumata la vendetta, la prima. Si sblocca Callejon, primo gol in campionato. Ancora una doppietta di Higuain, venti centri, una media pazzesca
Per la prima volta in svantaggio al San Paolo, rimonta e stravince anche se il terzo sigillo arriva allo spirare dell’incontro. La sconfitta al primo turno nello stadiolo squinziano aveva aperto il dibattito: cominciamo bene, che squadra è questo Napoli, e Sarri è in grado di dirigere l’orchestra? Cinque mesi dopo, svanisce nella nebbia dei ricordi (brutti) quella battuta d’arresto. Il Napoli è capolista solitario, inattaccabile. Un’altra prova di maturità, di consapevolezza della propria forza. Non è mai facile risalire la china dopo aver incassato un gol a freddo, nei primissimi minuti. Albiol giocato da Sansone, rigore realizzato da Falcinelli.
Niente, è come se non fosse successo niente. Insigne consegnerà a Callejon l’assist per il pari. Lo spagnolo, imbucatosi tra i centrali neroverdi, pizzicherà di testa la pelota.
Primo centro in campionato del terzo “pezzo” del tridente magico, unico ed insostituibile. Anche il primo gol di Higuain è frutto di furbizia calcistica, il centravanti argentino sbucherà al momento opportuno alle spalle dei difensori di Di Francesco, rendendo prezioso l’assist di Hamsik. Poi, nel finale verrà il classico gonzaliano, la stoccata tagliente. Higuain non aveva ancora segnato al Sassuolo. Annullata questa mancanza con un paso doble, tango argentino.
È l’anno propizio: per bontà di gioco e applicazione dei singoli. Contano anche i dettagli, come l’aver incontrato il Sassuolo privo di Paolino Cannavaro e di Berardi squalificati. E che ha perduto per infortunio Missiroli, un pezzo da novanta nello scacchiere neroverde.
È l’anno buono perché anche le giocate da Gialappa’s non producono danni. Come l’uscita fin quasi a metà campo di Reina per fermare Falcinelli. Napoli che vive un’altra notte magica.
Con gioco che pende a sinistra sull’asse Insigne-Hamsik. Ancora un accenno di insoddisfazione, diciamo così, di Lorenzino quando ha dovuto cedere il posto a Mertens. Da capire, solo perché in questa squadra azzurra è troppo sfizioso giocare. Ha fatto la sua parte Chiriches che è pur sempre nazionale rumeno. Ora c’è la coppa, sfida all’Inter. Non c’è tempo per rilassarsi. Meglio così.