di Ernesto Santovito

Il Napoli è fuori, passa il Villareal che ha dimostrato di essere una squadra rocciosa, esperta, rognosa. Gli azzurri confermano le difficoltà in fase di realizzazione, l’attacco atomico ha subito una sorta di disarmo, si fa una fatica tremenda a fare gol. Se non segna Higuain è tutto maledettamente complicato. Nelle ultime cinque partite solo tre gol (un rigore ed un’autorete)

Bisognava fare due reti senza subirne. Il dilemma era sempre lo stesso: turn over o squadra titolare? Privilegiare Uefa League o campionato? Far riposare Higuain o schierarlo dal primo minuto? Sarri con un “abilità” aveva aggirato l’ostacolo della scelta inventando l’autogestione del campione, che poi era l’aspetto tecnico più delicato di tutti. “Decide Gonzalo, è un campione. Se vuole giocare, gioca…”

Ed era stato inutile affrontare col tecnico azzurro in questi giorni l’argomento Higuain: stroncato sul nascere ogni dubbio, qualsiasi ipotesi di appannamento di forma. Certo impossibile pretendere un gol a partita per tutto il campionato, è evidente, ma a molti l’argentino è apparso nervoso, non sempre lucido, anche leggermente sovrappeso. “Non è in calo, non segna da una settimana eppure per qualcuno è un caso…”

Higuain ha giocato ma non è bastato. La partita con gli spagnoli ha confermato che l’argentino non attraverso il momento migliore, del resto dopo una prima parte di stagione esplosiva, era anche comprensibile. Ora Napoli resta solo il campionato. Due obiettivi su tre falliti.

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