Lidio Aramu

Lidio Aramu

Si è occupato sostanzialmente di agricoltura e di marketing agronomico, ha collaborato con quotidiani e periodici. Ha scritto tre libri

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Eutanasia della speranza

 di Lidio Aramu

 Siamo ormai prossimi al gran giorno della verità. L’ennesimo ludo cartaceo per designare il sindaco che per i prossimi cinque anni governerà il Municipio di Napoli è, infatti, agli sgoccioli. Forse eravamo distratti, ma non siamo riusciti a percepire elementi di novità in grado di ricostruire il diritto alla speranza di molti napoletani. Abbiamo notato, questo si, le innumerevoli liste d’appoggio al candidato sindaco, liste fai da te, liste nuie vulimm ‘o post.

1797551_550619375055921_7053585226930354925_nUn’elefantiaca massa di pretendenti protesa fino allo spasimo nella conquista di uno scranno nell’assise comunale maggiore o di uno strapuntino nelle municipalità, le quali, per l’inutilità dimostrata, continuano a costituire un vero e proprio furto continuato ed aggravato ai danni della comunità. Un’armata Brancaleone lontana milioni di anni luce dalla qualità e dagli obiettivi delle compagini amministrative del recente passato, intese nel loro essere maggioranza ed opposizione, da Valenzi a Bassolino 1.

Lidio Aramu

Lidio Aramu

Si dirà, è passata tanta di quell’acqua sotto i ponti per cui ogni raffronto diventa improponibile. E a dirlo, fateci caso, son coloro che hanno dimostrato di cambiare le proprie idee con la stessa velocità con cui cambiano la propria camicia al mattino, coloro a cui va bene la Francia o la Spagna purché possa continuare a mangiare indisturbatamente.

Già perché se è vero che la corruzione, l’interesse privato, il familismo, le millanterie e quant’altro sono i componenti essenziali del cancro prodotto da ignobili politicanti in servizio permanente effettivo, è altrettanto vero che tali immorali comportamenti sono largamente diffusi nell’elettorato come pervasive metastasi.

E non è un caso se il sindaco uscente –probabilmente tra i peggiori che Napoli abbia mai avuto -sia in cima alle classifiche delle intenzioni di voto redatte dalle società demoscopiche. Posizione che indica la capacità del sindaco uscente d’individuare una funzione per Napoli.

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Luigi De Magistris

Una Napoli che secondo le intenzioni dell’ex magistrato dovrebbe configurarsi come la Repubblica di San Marino, lo Stato del Vaticano travasando in questa onirica dimensione i lamenti dei finto-borbonici, di tutti coloro che ancora addossano i ritardi o i mancati appuntamenti con lo sviluppo socio-economico della città e del Sud, alla responsabilità dei colonizzatori savoiardi; di coloro che continuano ad occupare pubbliche strutture, con la connivenza dell’amministrazione comunale, la quale oltre a non ricavarne alcun reddito provvede al pagamento delle utenze degli occupanti; dei pizzaioli ed affini ai quali è stato concesso di privatizzare strade, piazze e slarghi pubblici, ampliando così a dismisura i propri esercizi commerciali senza dover sopportare alcun onere di sorta.

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Valeria Valente

E’ la Napoli della terra di mezzo tra criminalità e legalità, la Napoli lazzara, stracciona, che ritrova il suo Masaniello ed intorno a lui si compatta per una rivoluzione che non potrà mai essere. Ma il fine poco importa, perché nell’illusorio cambiamento, le comunità multiformi, sempre all’affannosa ricerca della porta larga, e che artificialmente danno vita al popolo partenopeo, continueranno nutrirsi di quell’agar socio-culturale nel quale, come in un verminaio, si accavallano, s’intrecciano e si oppongono gli interessi delle singole comunità.

Il sindaco uscente sta frantumando l’antico patto di non belligeranza sottoscritto idealmente nella seconda metà del Settecento dal proletariato e dalla borghesia napoletana. Ed è una contrapposizione impari che vede da un lato il fronte granitico dell’interesse particolare, delle rivendicazioni perpetue, del vittimismo alibistico, dell’identità pallonara e dall’altro quello friabile e meno comprensibile, in una città come Napoli, degli interessi generali della cittadinanza. Una contrapposizione che, prim’ancora di rivelarsi un’anacronistica e patetica esaltazione comunistoide della lotta proletaria, pone in risalto la mancanza di una società organica e di valori e progetti unificanti.

L’alternativa borghese al populismo arancioarcobalenononsicapiscebeneche, è fotografata dal programma per la città di Gianni Lettieri.

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Gianni Lettieri

Una risposta tardiva e che fa fatica a penetrare nei vari strati sociali, anche per il non radicamento sul territorio delle forze politiche che lo sostengono e che avrebbero dovuto essere l’opposizione che non c’è stata al sindaco De Magistris. Non basta, infatti, codificare dichiarazioni d’intenti, fare proclami altisonanti, occorre che questi siano presentati da persone credibili.

Attendibilità che, considerati i continui cambi di casacca di espressioni dure e pure della Destra partenopea, i generali senza esercito che ancora animano con la loro inutile presenza lo scenario della politica locale, l’ectoplasma della sinistra storica, la frammentazione del fronte interclassista dettata da meri ed evidenti interessi di bottega, ha assunto connotati mitologici.

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Brambilla, Valente, De Magistris , Lettieri. E Napoli…

Sul campo resta quindi Luigi De Magistris con la sua Napoli lazzara e plebea. Una visione criticabile, esecrabile, anacronistica, ma che si sta rivelando, stando ai recenti sondaggi, aggregante e vincente. E poco importa se allo stesso si riconducono il fallimento della riqualificazione dell’ex area industriale di Bagnoli, il taroccamento del bilancio comunale, la perdita dei fondi europei per la riqualificazione di parti rilevanti del Centro storico, del degrado diffuso ed inarrestabile che interessa periferie, centro e quartieri bene della città, della scadente qualità dei servizi, quando esistono. Sono tutti aspetti non solo ininfluenti nella logica utilitaristica dei lazzari, ma addirittura considerati positivi visto che, così tanto per fare un esempio, molti potrebbero essere stati i lacchè beneficiati dalle voci del contestato bilancio.

portaleInutile cercare di creare lo scandalo, la porosità partenopea assorbe ed attutisce ogni eco. Inutile ipotizzare un cambiamento affidato allo sventolio cartaceo di un programma elettorale sganciato da una indifferibile rivoluzione antropologica del napoletano.

Utopie. La borghesia frantumata com’è da tanti interessi è ininfluente. Napoli è questa, lazzara e stracciona. De Magistris lo ha percepito e la sta utilizzando cinicamente per realizzare un suo futuro da politico romano. E così coloro che gli voteranno contro dovranno attendere ancora cinque lunghi anni per potersene liberare. Ma non importa, Napoli può continuare ad attendere… Ed intanto tu chiamale se vuoi elezioni…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un pensiero su “Eutanasia della speranza

  1. Giovannella Sansone

    Trovo estremamente acuto e pertinente questo articolo che fotografa la scelleratezza di chi si ostina a degradare napoli a “Terra di mezzo ” (come giustamente la chiama Lidio Aramu ) ! Sento e condivido in toto cio’ che scrive l’Autore !!! condivido anche la sua amara rassegnazione sul futuro di un popolo che non capisce a chi si sta vendendo !!!! Bravissimo Lidio Aramu !!!!! Giovannella Sansone

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