Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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All’assalto del tiki taka

di Adolfo Mollichelli

In Spagna esultano: ole’. In Italia maledicono: ancora loro! Un altro incrocio pericoloso. Nel ’94, mondiale americano, li sbattemmo fuori ai quarti di finale nell’infernale catino del Foxboro Stadium di Boston e li picchiammo anche: Tassotti ruppe il setto nasale a Luis Enrique con una gomitata assassina a palla lontana che gli costò otto turni di squalifica. Ma ci volle la prova tv. A segno Baggio Dino il segaligno e Baggio e basta il più grande calciatore italiano dagli Ottanta in poi. Il gol della staffa per gli spagnoli fu un’autorete di Benarrivo

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Daniele De Rossi e Álvaro Arbeloa,Euro 2012

È da allora che non li battiamo in una competizione internazionale. In un passato lontano abbiamo sempre giocato a testa alta contro le furie rosse – anche i colori delle maglie un tempo erano nitidi – che pure contavano su fuoriclasse assoluti come Di Stefano, il don Alfredo con avi di Capri, Santamaria, Gento. In totale, trentaquattro sfide e bilancio in perfetta parità: dieci vittorie a testa e quattordici pareggi.
Da un bel po’ li soffriamo maledettamente. Europei una croce per noi, vincenti per loro. In Portogallo (2008) il fado suonò più triste che mai ai quarti di finale. Tempi regolamentari, supplementari e zero a zero, rigori fatali per gli errori di De Rossi e Di Natale. Povero Donadoni!

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L’esultanza di Eder e Giaccherini

Quattro anni dopo (Polonia e Ucraina) due volte contro: nel girone eliminatorio e fu pareggio con reti di Di Natale e Fabregas ma in finale a Kiev fu strage degli innocenti di Prandelli: un quattro a zero umiliante. Casillas, arquero gentile, fece cenno all’arbitro di decretare la fine della mattanza senza recupero. E così fu.

Italia ferma al mondiale 2006. È da quell’anno che la Spagna, terminato l’apprendistato, ha cominciato a conquistare il pianeta-calcio. Campione continentale nel 2008, regina del mondo nel 2010, bis europeo nel 2012 e approdo in Francia alla ricerca del terzo alloro consecutivo in Europa che potrebbe costituire il quarto successo in assoluto: prima vittoria nel 1964 (2-1 all’Urss).

Saint Denis teatro di una sfida che intriga. L’Italia di Conte è una catena di montaggio, se salta un perno il rullo si blocca.

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Vicente del Bosque González

La Spagna di Del Bosque è tra le favorite per il titolo. Arrivano al confronto degli ottavi avendo percorso l’identico cammino: due vittorie e una sconfitta. Azzurri battuti dall’Irlanda, spagnoli dalla Croazia.

Segniamo poco noi – tre gol fatti, uno subito -, non segnano molto loro (cinque, contro due subiti).

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Antonio Conte

Conte ha rivoluzionato la squadra (8 cambi) contro l’Irlanda. Del Bosque ha mandato in campo sempre gli stessi undici in tutte e tre le partite di
qualificazione.
L’Italia di Conte è carta conosciuta: difesa di ferro, ricerca del gioco in verticale per le punte, inserimenti di esterni e centrocampisti. Anche la Spagna non ha segreti: difesa alta, tiki taka ( o tiqui taca alla spagnola) orchestrato dal genio Iniesta e assecondato da Fabregas e David Silva, Juanfran e Jordi Alba più attaccanti aggiunti che difensori, Morata unica punta.

Gli azzurri preferiscono sprintare, all’improvviso. Gli spagnoli amano tenere il pallone tra i piedi e scambiarselo con ricami prolungati alla ricerca – senza fretta – della smagliatura nel cuore dell’area avversaria. Tecnicamente, gli spagnoli ci sovrastano ma hanno manifestato in questa competizione una certa labilità psicologica: se non vanno subito a segno si innervosiscono e se li attacchi con continuità – come ha fatto la Croazia – vanno in confusione.

Group E Belgium vs Italy

Candreva salterà la partita con la Spagna

Mi fermo qua. Aggiungo il probabile leit motiv della partitissima: la sfida tra Morata ed i suoi amici bianconeri. Lo spagnolo ricomprato dal Real Madrid – come ha confidato Dybala – tiene miedo, ha paura di giocare contro Chiellini.
Riusciranno i nostri eroi improvvisamente scomparsi al cospetto dei verdi d’Irlanda a ritrovarsi di fronte ai rossi di Spagna? Col verde si passa e invece abbiamo frenato, stridendo. Col rosso ci si ferma, ma dalle nostre parti non sempre accade. Mettiamola così.  Auguri, cara Italia del pallone.

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