di Angelo Vaccariello
La sconfitta nell’assemblea di Confindustria non lo ha demoralizzato; l’elezione di Vincenzo Boccia (lui appoggiava l’emiliano Vacchi) non ha scalfito la sua determinazione. E così, Antonio D’Amato si è tuffato a capo fitto nella sua sede associativa di appartenenza: Confindustria Napoli
La cosa non meraviglia chi lo conosce bene, crea semmai qualche malumore per il mancato “rispetto” del protocollo. Don Antonio, infatti, è solo un “past president” degli industriali e al momento non ricopre alcun ruolo. Eppure sembra essere un perfetto padrone di casa.
Basti pensare, ad esempio, all’intervento tenuto in occasione dell’incontro tra gli imprenditori e il sindaco uscente, Luigi De Magistris. Ha parlato Antonio D’Amato (a che titolo, si sono chiesti molti dei presenti in sala?), ha parlato la moglie (la signora Marilù Faraone Mennella) e tutti baci e abbracci in pubblico con il Masaniello di Palazzo San Giacomo.
Sorpresa? Certo. Qualche tempo fa tra De Magistris e D’Amato erano volate parole grosse a mezzo stampa. L’ex numero uno di Confindustria cinque anni fa si era schierato accanto al sindaco arancione per poi allontanarsi accusandolo di aver fatto poco o nulla nella città.
Secondo i bene informati, però, a far da paciere ci ha pensato Raimondo Pasquino, ex rettore dell’università di Salerno e grande elettore di De Magistris. In una cena riservata, il sindaco e don Antonio avrebbero siglato una pace all’insegna del rispetto e del fair play. Per carità: nulla centrano gli interessi imprenditoriali della signora Mennella a Napoli Est. Non si pensi sempre a male.
Sta di fatto, insomma, che D’Amato è attivissimo a Palazzo Partanna. Tanto è vero che, al di là delle dichiarazioni di rito, Napoli e Roma (da un punto di vista industriale) sono ancora lontanissime.
Chi, invece, sta tentando un riavvicinamento serio è Confindustria Benevento, guidata da Biagio Mataluni. Ricordiamo che la confederata sannita non aveva proprio partecipato all’elezione di Boccia mettendosi in linea con Napoli.
Mataluni, però, è stato “obbligato” a farlo visto che Costanzo Iannotti Pecci (presidente di Confindustria Campania e amico forte di D’Amato) era schierato contro il salernitano. Cosa succederà ora? Secondo i bene informati, la base imprenditoriale gradisce poco il “dinamismo” di D’Amato. Peccato però che il patron di Seda abbia ancora numeri importantissimi a Palazzo Partanna e si possa permettere di agire come meglio crede.