di Giulio Di Donato
Va bene l’onestà, è una condizione ineludibile, ma diventi l’equità il valore cui ispirare l’azione di governo in una città che presenta diseguaglianze spaventose, oltre che sociali, fisiche, di luoghi, di ambiente. Per farlo bisogna partire dalle periferie, la vera corona di spine, le piaghe infette eppure ricche di potenzialità positive. Napoli si aspetta che De Magistris si assuma le sue responsabilità ed affronti le questioni più spinose che vanno dal quotidiano, trasporti, traffico, rifiuti, sicurezza, a quelle della trasformazione urbana e metropolitana
De Magistris ha vinto, onore al merito, ha stracciato Lettieri, ok. Ora però deve governare. La città si aspetta che si assuma le sue responsabilità ed affronti le questioni più spinose che vanno dal quotidiano, trasporti, traffico, rifiuti, sicurezza, a quelle della trasformazione urbana e metropolitana.
Si dia un programma di cose urgenti da fare, lo discuta in basso, col popolo, e in alto, con la Regione ed il Governo, proponga progetti, trovi le risorse ed avvii gli appalti garantendo trasparenza, pulizia ed efficienza. Questo deve fare il sindaco di una città, non menare il can per l’aia, parlando di fantasmi con Varoufakis o con la sindaca di Barcellona.
Lasci perdere la bandana, podemos, napoletanos, la città derenzizzata o per il no al referendum. Dimostri che è un amministratore serio, avveduto, capace e smetta di fare fumo con la manovella contro pescecani, speculatori, nemici del popolo e sfruttatori vari, del tutto immaginari. La vera rivoluzione è questa.
E mi permetterei di dare un consiglio: va bene l’onestà, è una condizione ineludibile, ma diventi l’equità il valore cui ispirare l’azione di governo in una città che presenta diseguaglianze spaventose, oltre che sociali, fisiche, di luoghi, di ambiente. Per farlo bisogna partire dalle periferie, la vera corona di spine, le piaghe infette eppure ricche di potenzialità positive.
Serve un piano che ne riduca il degrado e le integri nel contesto urbano e metropolitano (che fine ha fatto l’area metropolitana?).
L’equità, l’applicazione del principio delle pari opportunità, questa è la grande sfida, questo il valore di un programma e di una amministrazione che si autodefinisce di “rivoluzione governante”.
Per farlo non bastano le parole, servono visione, cultura, competenze, progetti, risorse, partecipazione, consenso.
Poi, caro Sindaco, padronissimo di rafforzare ed estendere il suo movimento politico con alla guida suo fratello, di agganciare gli antagonismi in giro per l’Italia e l’Europa, perfino nel mondo. Tutto ok.
Ma a patto che amministri Napoli, la migliori, ne aumenti le opportunità di lavoro, di impresa, di arte e cultura, la renda più equa e aperta al mondo, senza isolarla, fingendo di difenderne una autonomia che nessuno insidia (Bagnoli è una storia a sè ed avrebbe potuta evitarla col dialogo invece che con i pugni). Insomma, non la usi come trampolino per la sua carriera politica. Sarebbe un atto politicamente immorale.
I napoletani che lo hanno votato non si aspettano questo. E quelli che non lo hanno fatto, oltre il 70 per cento, potrebbero ricredersi.
Ma l’autore dell’articolo è lo stesso Di Donato che governava a Napoli (e non solo) insieme a Pomicino e De Lorenzo?
Analisi ineccebile soprattutto per quel che riguarda periferie e area metropolitana.., che sono i veri buchi neri delle ultime amministrazioni( non solo di demagistris) . Se ci riflettiamo pero’ non e’ che il sindaco abbia fatto molto per il centro storico se non sfruttare un aumento dei flussi turistici detetminato quasi tutto da fattori esterni alla citta’