Giulio Di Donato

Giulio Di Donato

Politico, commentatore politico, avvocato

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Si apre la caccia a Renzi

di Giulio Di Donato

Ormai è questione di ore. Ma il risultato delle amministrative sarà solo il primo tempo della partita politica che si chiuderà senza i supplementari con il referendum costituzionale

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A prescindere dai sindaci e dalle maggioranze che prevarranno tra il primo turno ed il ballottaggio, il vero dato politico cui bisognerà fare attenzione sarà la configurazione che assumerà il sistema politico. Destra, sinistra, centro si riorganizzeranno in due schieramenti trasversali, per il si è per il no.

E dal successo dell’uno sull’altro dipenderanno poi le squadre in campo alle successive elezioni politiche che si terranno con ogni probabilità nei primi mesi del 2017. Naturalmente attenzione massima a Milano, perché una vittoria di Parisi sarebbe balsamo rigenerante per Berlusconi e creerebbe serie difficoltà interne ed esterne a Renzi che ha scelto personalmente Sala e ci ha messo la faccia.

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E a Roma, perché Marchini in ballottaggio o comunque con più voti della Meloni, darebbe al Cavaliere la royalty per la leadership su Salvini nel centro destra, consentendogli di tentarne la riunificazione. Senza la Raggi in Campidoglio, invece, comincerebbero gli scricchiolii nei 5 stelle e la disintegrazione degli algoritmi.

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Luigi De Magistris

C’è poi il caso Napoli. De Magistris punta a fare l’anti Renzi alla guida della componente antagonista dei no al referendum. Palazzo San Giacomo, come più volte detto, è solo la piattaforma indispensabile per la sua leadership nazionale in vista, dopo il referendum, della candidatura a premier contro Renzi ed altri.

Deve vincere a Napoli e poi deve riuscire a colorare di arancione il grillismo o a sfidarlo sul versante “neo web giacobinismo”, sul quale i pentastellati per ora non hanno concorrenti.

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Giulio Di Donato

Più facile la prima che la seconda. Con Dema vincente, Napoli diventerebbe la città del no al referendum, la “città contro”, la culla di tutti gli antagonismi, nazionali ed esteri. E tutto ciò mentre per curare i suoi mali, a cominciare dalla camorra fino alla disoccupazione, al sottosviluppo ed al suo riscatto, avrebbe bisogno del contrario, coordinamento con Regione, Governo e Parlamento, Unione Europea, progetti, interventi mirati e finanziamenti integrativi.

Se i napoletani capiscono ciò, allora non seguiranno il pifferaio arancione e domenica sceglieranno, invece che la falsa scorciatoia populistica del neo masaniello, la strada concreta e razionale della rinascita.

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