di Alessio Buccafusca
Un giorno mia madre arrivò a casa con dieci saponette Palmolive. E solennemente annunciò: “da oggi in poi in questa casa si useranno solo saponette Palmolive…” E perché, chiesi. “Perché Carla Fracci è la più brava ed importante ballerina del mondo…”
C’è stato un periodo che mi chiamavano Napoli. Era la meta degli anni settanta, lo sfondo era quello della Milano che sarebbe diventata da bere, con l’esplosione del craxismo. Mi chiamavano Napoli perché Buccafusca era troppo lungo e complicato. Ero l’assistente di Marcello Fontana top manager di Harper’s Bazar, Bazar Uomo, Bazar casa e Cosmopolitan, l’uomo che faceva girare la moda, il diavolo che vestiva l’Italia e l’Europa e che lavorava con tutti i più importanti stilisti, Armani , Versace , Ferrè , Moschino , Laura Biagiotti, Roberto Cavalli e i fotografi come Helmut Newton, Peter Lindberg , Richard Avedon e, naturalmente tutte le top model del momento. Ero sui set fotografici più importanti del momento, però avevo un maledetto tarlo, un desiderio dentro di me. Volevo fotografare Carla Fracci, la Divina.
E’ Carla Fracci che mi ha portato alla danza, e non viceversa. Era il 31 dicembre del 1980, poco più di un mese dopo il terremoto, decisi di andare ad aspettare l’anno nuovo al teatro comunale di Firenze per esaudire, finalmente, il mio desiderio: fotografare Carla. E fu un secondo terremoto per me. Cambiò la mia vita.
Feci i salti mortali per avere l’accredito, ero uno sconosciuto, quello era il mio primo balletto e che balletto “Giselle” con Carla Fracci e Rudolf Nureyev. Scelgo con cura la mia postazione, il cuore andava a mille. Si spensero le luci e cominciò la favola della mia vita, 36 anni di balletti in giro per il mondo, le luci della ribalta e quelle dell’emozione.
Ero paralizzato, scattai soltanto due fotografie. Intorno a me c’era una tensione altissima, l’intero teatro era rapito da quei due artisti in palcoscenico. E quando calò il sipario fu un tripudio, tutti erano in piedi ad applaudire, gli applausi non finivano mai, ma davvero mai…
Approfittai della confusione di quei minuti per intrufolarmi dietro le quinte. era una baraonda, l’esecuzione era stata strabiliante, magistrale. Ma nonostante mille problemi riuscì a scattare una foto di Carla e Rudolf insieme. Nei loro occhi la gioia, l’attimo fuggente dopo aver ballato in modo fantastico. L’atmosfera era elettrizzante, la confusione totale. Non riuscì ad avvicinare la Fracci. Si dileguò, la scena ormai era tutto per Nureyev.
Ma ormai il percorso era fissato. Quando Carla Fracci venne al San Carlo con Giselle (coreografia di Alicia Alonso, Carla Fracci e Paolo Bortoluzzi) organizzai, insieme a Giuliana Gargiulo, un post teatro a casa mia,una cosa per pochi intimi, una decina di persone massimo. Ne arrivarono cinquanta… Ovviamente non c’era da mangiare per tutti, ma Otto e Roberto, i miei due fratelli, “saccheggiarono” le pizzerie nelle vicinanze di Parco Grifeo, margherite, pizze fritte crocchè ed arancini, fu un successo.
Ma il bello doveva ancora venire: post cena avevo organizzato una proiezione di diapositive primi ballerini, solisti e corpo di ballo. Ad ogni dispositiva qualcuno aveva qualcosa da dire, un ricordo, un aneddoto, un sorriso. Elisabetta Testa, la figlia di Giuliana e Francesco Menegatti ebbero la brillante “idea” prima di sciogliere i lacci delle scarpe di Gheoge Iancu e poi di legarli…
E così al termine della proiezione, accese le luci, Iancu fece per alzarsi dalla sedia ed ecco uno spettacolare volo per terra a faccia in avanti. Sembrava una scenetta organizzata. Ma non era così: per fortuna che Gheoghe non si fece niente, a salvarlo fu la prontezza di atterrare con le mani in avanti difendendo la faccia. Tutti scoppiarono a ridere, sembrava Scherzi a parte…
Carla Fracci compie 80 anni. Puoi andare in qualsiasi teatro del mondo e parlare di Carla, nessuno ti chiederà mai “Carla chi?” Perché di Carla c’è solo e soltanto lei, Carla Fracci, una “Giulietta d’alto stile”, come la definì il poeta Eugenio Montale quando la vide danzare in “Giulietta e Romeo”. La “tranvierina” (soprannome che le era stato dato in riferimento al mestiere di suo padre un tranviere dell’Atm l’Aazienda Trasporti Milanesi) è diventata la Divina. La ballerina che ha danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze.” Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d’élite”.
Dalla Scala all’American Ballet Theatre, fino ai successi internazionali di Mosca e Tokyo, sempre accanto a grandi partner. Tra i grandi ballerini che sono stati suoi partner sul palcoscenico Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi e Erik Bruhn.
Carla Fracci, la Divina, nostra signora della danza. Più di una leggenda.
Bellissimo articolo, grande fotografo di balletto ALESSIO BUCCAFUSCA
Quanta emozione ha regalato la divina Carla Fracci ieri,oggi ,domani ,sempre…..tantissimi auguri alla signora della grande Danza e complimenti ad Alessio Buccafusca con le sue foto ,la sua esperienza ,le sue parole hanno un sapore di pura magia!!!!!!
Complimenti al grandissimo fotografo della danza Alessio Buccafusca per questo bellissimo articolo, dove narra i suoi indelebili e fascinosi ricordi su divini e divine della danza. La Divina e grande Dame Carla Fracci ha lasciato un gran segno nel suo cuore e lui lo racconta con molta simpatia. Auguroni per la splendida Signora per il suo genetliaco !