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Salvo Nastasi?
Non si può restare Muti

di Paolo Isotta

Salvatore Nastasi nominò se steso commissario al Teatro dal 2007 al 20104 ; e nella qualità effettuò imponenti lavori di restauro, costati, si dichiara, sessantacinque milioni: quelli che gl’indotti chiamano “ristrutturazione”. In effetto di distruzione tali lavori vanno chiamati: giacché, incurante delle voci degli storici dell’arte e degli uomini di cultura che lo supplicavano di non farlo – e secondo me proprio perché tanto autorevolmente s’era tentato di dissuaderlo: per mostrare che solo lui comandava – egli fece distruggere la cassa risonante che si trovava sotto il palcoscenico. Ora sotto di esso c’è il cemento. La sala è diventata sorda

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Nastasi e Muti

Il mio articolo sull’affronto istituzionale fatto da Renzi al sindaco di Napoli De Magistris ha suscitato tanti commenti, e non solo a Napoli. Ho avuto moltissimi  messaggi di consenso; fra questi parecchi contenevano l’interrogativo: “Hai fatto la storia del boss ministeriale Salvo Nastasi che da direttore generale e capo di gabinetto del Ministero dei Beni Culturali ha distrutto il mondo musicale italiano etc; e che ora è stato nominato commissario per la bonifica di Bagnoli: come mai non hai parlato del disastro effettuato da costui quando è stato commissario al Teatro San Carlo di Napoli?

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Paolo Isotta

Mi è stato insegnato che in un articolo di giornale si deve affrontare un tema alla volta; inoltre lo scandalo, peggio, l’infamia, che adesso vengo a raccontare è oggetto di un capitolo del mio ultimo libro, Altri canti di Marte, uscito da meno di un anno. Però l’argomento va ripreso; e  colla speranza che su di esso si possa ascoltare la voce di Roberto De Simone, di Salvatore Settis, di Nicola Spinosa, di Cesare de Seta, di Tomaso Montanari: che davvero hanno la competenza per dire una parola definitiva.

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Il San Carlo

Il Teatro San Carlo è il più bello del mondo. L’attuale  risale al 1816, ossia a quando, distrutto da un incendio nel mese di febbraio, venne ricostruito dal Niccolini, uno dei più grandi architetti neoclassici al quale a Napoli si debbono altri meravigliosi edifici. Il Niccolini era anche un genio dell’acustica; onde la sala risonante insieme e frusciante, equilibrata nella fusione e capace di analiticità timbrica, aveva pure sotto questo profilo una rinomanza mondiale.

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Salvo Nastasi

Il detto Nastasi nominò se steso commissario al Teatro dal 2007 al 20104 ; e nella qualità effettuò imponenti lavori di restauro, costati, si dichiara, sessantacinque milioni: quelli che gl’indotti chiamano “ristrutturazione”.

In effetto di distruzione tali lavori vanno chiamati: giacché, incurante delle voci degli storici dell’arte e degli uomini di cultura che lo supplicavano di non farlo – e secondo me proprio perché tanto autorevolmente s’era tentato di dissuaderlo: per mostrare che solo lui comandava – egli fece distruggere la cassa risonante che si trovava sotto il palcoscenico. Ora sotto di esso c’è il cemento. La sala è diventata sorda.

Inoltre i lavori di Nastasi hanno scavato un bar (non lo si crederebbe!) al di sotto del vecchio ingresso: orrendo, moderno; così che l’archivio di uno dei più antichi teatri d’Europa è stato spostato in un magazzino nella zona orientale della città, lontanissimo e praticamente inaccessibile. Il Nastasi è tuttora consigliere di “indirizzo” (oggi dicono così) della Fondazione.

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Roberto De Simone

Il grande Roberto De Simone denunciò e ripetutamente l’infamia. Ma non ebbe l’appoggio d’un altro grande musicista di scuola napoletana, Riccardo Muti, il quale si fece fotografare sul cantiere a fianco del Nastasi coll’elmetto giallo in testa e dichiarò essere l’acustica quella di prima. Non posso credere ci creda.

Il Nastasi, nella sua qualità di direttore generale del Ministero, apriva e chiudeva il rubinetto delle sovvenzioni, e copiosissime ne riceveva il “Ravenna Festival”, la ridicola manifestazione personale della signora Cristina Muti, consorte del direttore d’orchestra.

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Riccardo Muti

 

Egli non volle nemmeno schierarsi al mio fianco (allora ero il suo amico del cuore) quando io, che lo scandalo dell’acustica ho compreso per intero grazie a De Simone, feci una campagna affinché, dovendosi rifare ex novo la tappezzeria, si progettasse coi colori originari del 1816, ossia azzurro e argento (violetta la tenda che ricopre il palco reale) invece che i più convenzionali rosso e oro, risalenti agli anni Cinquanta dell’Ottocento. Anche questo disturbava Nastasi; e Muti disturbare Nastasi non voleva. Lo scempio non è stato fatto a Napoli: al mondo: per il patrimonio dell’umanità dal San Carlo rappresentato. Non so nemmeno se costosissimi e lunghissimi lavori potrebbero ripristinare la situazione. E ora è il turno dei Campi Flegrei.

(Paolo Isotta, il Fatto Quotidiano)

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5 pensieri su “Salvo Nastasi?
Non si può restare Muti

  1. giovanni Salemi

    Non so se si può credere a quanto raccontato sull’insulto fatto al San Carlo,insulto peraltro sostenuto ,sempre secondo quanto raccontato,anche da una gloria napoletna,il Maestro Riccardo Muti .Non è possibile che sia vera una notizia come questa,perchè se dovesse esserlo,dovrebbe scoppiare una vera e propria sommossa contro questi personaggi e contro tutti quelli che hanno favorito e sostenuto un comportamento tanto dannoso verso Napoli e i Napoletani,intendendo come tali tuti i meridionali,ma direi di più si tratta di un crimine contro la cultura,contro la civiltà che ,come ben si sa ,vive e prospera,almeno dovrebbe,in questi luoghi e non da ieri ma da sempre.

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  2. Enrico Stinchelli

    Paolo Isotta,che per rispetto a Lui non nomino ” maestro” ,centra tre bersagli fondamentali: 1. L’indegna ristrutturazione del San Carlo.2. La dittatura presuntuosa e dissennata ,mal comune ai protagonisti dell’articolo.3 . La napoletanità acquisita ,ostentata e NON MERITATA.Bravo!

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  3. armando cavaliere

    Quando la magistratura indagherà sui lavori del San Carlo? Danaro sprecato… Distruzione dell’acustica migliore al mondo. Distruzione dello scalone posteriore per costruire un ascensore personale… E tanto altro . Nastasi è un criminale mafioso e sono anni che lo dico. Sono un ex artista del coro… Conosco benissimo i fatti.

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  4. Claudia Vignati

    Conosco dinamiche analoghe e quindi son propensa a crederci.
    Solo una domanda:
    perché definire il festival di Ravenna “ridicolo” quando in realtà lo ho sempre trovato ottimo?
    Gli screzi personali si appianerebbero con una buona psicoterapia.
    La correttezza e la giustizia non prevedono stizza, anzi richiedono grande calma e pacatezza.

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