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Fbi, Hillary c’è un’email per te

di Maria Giovanna Maglie

 Mentre il direttore generale dell’Fbi annuncia al Congresso che riaprirà, a dieci giorni dal voto, l’inchiesta sulle email di Hillary e sul suo aver usato il server privato per inviare materiale top secret, l’Ohio è in bilico, la Florida sembra ripresa e Donald Trump non si ferma e non rinuncia

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Che la distanza tra i due candidati vada restringendosi questa volta non lo dice il Los Angeles Times, che continua a dare il repubblicano in lievissimo vantaggio, non lo dice Rasmussen reports, e nemmeno qualcuno dei guru dei calcoli che in questi giorni sfidano la filosofia dei sondaggi : lo dice il Washington Post assieme ad ABC News e siamo ben lontani dalle ipotesi di trionfo di Hillary Clinton vagheggiate dal New York Times.

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Maria Giovanna Maglie

Sempre 6 possibilità su 10 di vittoria vanno a lei, ma è 48 a 44 percento con ancora il libertario Gary Johnson al 4 per cento e la rappresentante del Green Party Jill Stein a un inutile 1 percento nel sondaggio fatto da domenica a mercoledì scorsi. Per lo stesso sondaggista qualche settimana fa i punti di distacco erano 12 perché Donald Trump era solo al 38 per cento. Che cosa è successo?

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Donald Trump

È successo che i travolgenti comizi del candidato repubblicano in posti non solo avversi a lui ma anche dove ha già vantaggio, hanno ottenuto il risultato di convincere elettori indipendenti e repubblicani indecisi. Naturalmente le conquiste di Trump sono forti tra i bianchi – particolarmente la classe lavoratrice – ma anche tra le donne che prima propendevano per la Clinton e ora stanno con Trump in percentuale del 48 al 43 per cento.

Gli indipendenti, dato importante, lo favoriscono ora con un margine di 12 punti, 49 a 37, quando fino a una settimana fa sia pur con un margine ristretto il vantaggio era della Clinton. Un altro punto sul quale Trump sta battendo dovunque vada è che la partita è tutt’altro che chiusa, perché invece la sensazione dai sondaggi è che il 59 per cento degli elettori sia certo che vincerà Hillary Clinton.

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Assange e Clinton

Non così i repubblicani, che sembrano uscire molto di più allo scoperto in questi giorni, accorrono ai rally che il candidato tiene a una media di 3 al giorno. A Springfield in Ohio Donald Trump ha molto insistito sulle ultimissime rivelazioni di Wikileaks, dalle quali si desume senza ombra di dubbio che la segretario di Stato e ora candidata repubblicana ha guadagnato decine di milioni di dollari utilizzando a proprio favore complicate relazioni tra la sua carica e la Fondazione no profit di famiglia.

Hillary e Bill Clinton

Hillary e Bill Clinton

Nella memoria resa nota scritta da un ex collaboratore di Bill Clinton il metodo viene definito non ortodosso Trump ha chiarito: ”il resto di noi lo chiama spudorata corruzione”. I suoi interlocutori erano deliziati nel vedere come un personaggio potente come John Podesta, sempre accanto ai leader democratici, è sempre con la stessa aria piena di sussiego, ha messo veramente alla berlina per gli scambi di opinioni scorett e i giudizi sprezzanti sui suoi assistiti nelle mails.

“Questa nota è la pistola fumante, così i Clinton hanno usato la loro fondazione per creare un massiccio giro di affari e di conferenze che li ha arricchiti a dismisura e non c’è niente di caritatevole in tutto ciò ,c’è solo la loro avidità”.  Boato della folla a Springfield.

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Putin e Clinton

Non è corretto parlare così male di Putin come fa lei come se la caverà in futuro? Non sarebbe invece una gran cosa se riuscissimo a metterci d’accordo con la Russia e con altri paesi e tutti assieme andassimo contro i terroristi dell’Isis e li togliessimo dalla faccia della terra”? Boato della folla a Toledo, seconda tappa della giornata.

 

Donald Trump nel mese di ottobre ha raccolto 30 milioni di dollari, la metà circa di quello che ha raccolto Hillary Clinton, ma obiettivamente raccoglie molta più folle di quanta non riesca alla candidata democratica e ai suoi entusiasti collaboratori che pure sono in servizio permanente effettivo, come Michelle Obama, che la chiama my girl, la mia ragazza, lo stesso Barack Obama, che fa campagna anche per i senatori, e infine Bill Clinton, che non si capisce più a questo punto della campagna se sia nella fase positiva di quello che porta simpatia e voti, oppure nella frase negativa di quello che ricorda affari sporchi pubblici e privati.

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Gli dedica un articolo tremendo il Wall Street Journal sempre più critico dell’intera campagna democratica e della candidata, ed è un cambiamento degno di nota, si tratta del quotidiano della finanza strettamente coinvolta nel finanziamento e nel sostegno a Hillary Clinton. Diciamo che negli ultimi giorni ha preso più le distanze da Donald Trump il New York Post, che pure risponde direttamente a Murdoch.

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Sono spostamenti nei media che non hanno normale rivestirebbero un’importanza infinitamente minore, ma quest’anno il tifo per la Clinton è stato talmente da stadio, talmente spudorato, che diventano segnali importanti, se non altro, visto a chi risponde il Wall Street Journal, che la partita è tutt’altro che chiusa. Scrive dunque il WSJ giorno domandandosi per quale ragione la potentissima e apparentemente incorruttibile IRS, ovvero l’Agenzia delle tasse americana, non abbia mai ritenuto e non ritenga di investigare sugli affari della Fondazione Clinton.

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Bill Clinton e Doug Band

Questi signori, spiega, sono qui a chiedere il terzo mandato alla Casa Bianca e prima di concederglielo gli elettori dovrebbero esaminare le 12 pagine di memoriale scritto da Doug Band, vecchio collaboratore di Bill Clinton, nel 2011 per giustificarsi con gli avvocati di un importante studio che stavano investigando per conto del governo sulla fondazione Clinton su richiesta della figlia Chelsea, la quale evidentemente di impicci sapeva poco e voleva invece andare a fondo su una concorrenza sleale che l’ex collaboratore Band aveva secondo lei messo in piedi. La ragazza non deve essere mai diventata sveglia come papà e mamma.

12442750_10207735120089277_707687889_nIl memoriale rivela esattamente quel che Donald Trump va dicendo da più di un anno, e i repubblicani di vertice hanno sempre omesso di cavalcare: i Clinton non fanno distinzioni tra gli aspetti pubblici e privati delle loro vite, tra il perseguimento della ricchezza personale, la partecipazione alla politica, le operazioni di non profit. Un gigantesco organizzatissimo pasticcio del quale i poveri e malati sono l’ultimo dei problemi perché invece lo scopo principale della Fondazione Clinton è quello di ottenere sostanziose donazioni e retribuzioni altissime per le conferenze senza pagare tasse. Buona parte di quelle donazioni, per esempio dalla Coca Cola, da Dow Chemical, dalla Barclays, sono arrivate provvidenzialmente mentre Hillary Clinton era segretario di Stato. Pagine avvincenti da leggere.

reuters143054930411221126_bigIl Wall Street Journal chiude con la domanda che è la domanda finale di questa campagna: nella enorme quantità di posta rubata a Podesta non ce n’è neanche una proveniente da Hillary Clinton. Forse non esistono, ma gli elettori americani non si devono preoccupare solamente delle mail rese note prima delle elezioni. Altre mail o memorandum potrebbero esistere, e gli hackers, mandati dai russi o no, li stanno conservando accuratamente per utilizzarli dopo le elezioni dopo l’elezione di un altro presidente Clinton

 (Maria Giovanna Maglie, Dagospia)

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