di Mino Cucciniello
Mina ha segnato la storia della canzone. E non solo italiana. Un’artista eccezionale, per anni è stata la più amata, invidiata, vanamente imitata. Era una diva pur non avendo le stigmate della diva, era una ragazza semplice con una voce straordinaria. Il suo amore con il pubblico non è mai finito, una storia che probabilmente non finirà mai. La sua voce non si spegnerà mai, è rimasta viva nei cuoi e nelle menti. Ed ogni suo disco è ancora un appuntamento da non perdere. E questo nonostante ormai da 39 anni abbia interrotto ogni apparizione e si sia ritirata a vita privata.
L’ultima volta ha cantato in pubblico al teatro tenda Bussoladomani di Viareggio era il 23 agosto di 39 anni fa, a quella Bussola (anche se l’edizione moderna) che per tante, tantissime volte l’aveva protagonista. Volle chiudere proprio da dove aveva cominciato, quasi a chiudere perfettamente il cerchio della sua carriera artistica in concerti col pubblico.
Già, perché Baby Gate (il suo primo nome d’arte) cominciò a farsi conoscere alla mitica Bussola di Viareggio, il locale della Versilia che faceva tendenza nelal fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta.
All’inizio fu Baby Gate per poi prendere ben presto quello di Mina con il quale la scoprì il grande pubblico, grazie ad una serie di sue apparizioni televisive in programmi leggendari ad iniziare dal popolare quiz Lascia o raddoppia con Mike Bongiorno poi il Musichiere presentato da Mario Riva ed ancora Canzonissima 59 la famosa edizione presentata da Paolo Panelli, Delia Scala e Nino Manfredi e subito arrivarono i primi successi discografici con canzoni come: Nessuno, Tintarella di Luna, Coriandoli, Una zebra a pois, La nonna Magdalena, Prendi una matita, conquistando subito anche una fetta di pubblico composta da bambini che erano esausti di ascoltare canzoni con testi che parlavano di colombe che volavano, di scarponi usati e di mamme che imbiancavano.
Per la gioia dei giovani fans, Mina fu protagonista di alcuni film del genere definiti musicarelli dove spesso interpretava se stessa, come avvenne nella pellicola Appuntamento ad Ischia girato sull’isola verde, quando veramente era piena di una riluttante e smagliante vegetazione.
Molte scene vennero effettuate a Lacco Ameno tra l’albergo Regina Isabella ed il night club Il Pignatiello, che in seguito fu trasformato in Cinema Europeo.
Nello stesso periodo al Rancio Fellone ad Ischia Porto trionfava un giovane Peppino di Capri che al termine della serata si incontrava con Mina, dopo che anche lei aveva concluso il suo lavoro, per vedere il sorgere dell’alba innanzi ad un cappuccino ed a un cornetto appena sfornato e parlare dei loro tanti futuri progetti di lavoro, tra i quali quelli della cantante, ribattezzata la tigre di Cremona per le sue origini sebbene fosse nata a Busto Arsizio, di partecipare nel 1961 alla prima edizione di Studio Uno insieme alle gemelle Kessler, che avevano debuttato in Italia l’anno precedente nel varietà televisivo Giardino d’Inverno creando scompiglio alla severa censura per aver mostrato in tv le loro altissime e filiforme gambe, sebbene indossassero delle pesanti calze nere.
Mina con la sua presenza a Studio Uno, dove incantò il pubblico cantando Il Cielo in una stanza scritta per lei da Gino Paoli, e poi con le sue due non proprie fortunate partecipazioni al festival di Sanremo del 1960 e del 1961, concluse il suo primo periodo televisivo perché essendo in dolce attesa di un bebè il cui papà Corrado Pani era già sposato fu messa in “quarantena” dalla Rai essendo per l’epoca una situazione da far gridare allo scandalo.
Poi dopo qualche anno, dal momento che la cantante continuava ad incidere canzoni di grande successo come Città vuota ed Un anno d’amore, a furor di popolo venne richiamata dall’ente televisivo italiano, che le affidò nuovamente la conduzione di Studio Uno, che nel frattempo era stato presentato da una quasi sconosciuta ma altrettanto brava Rita Pavone.
I bambini, che furono i primi fans della cantante, oramai adolescenti al suo rientro in tv iniziarono ad apprezzarla non più solo per le bellissime canzoni che interpretava ma anche per la sua avvenenza e sensualità che trasmetteva, se poi si aggiunge una sempre maggiore curiosità da parte del pubblico intorno alla sua vita privata è facile immaginare che ben presto divenne la diva per eccellenza.
Il sabato sera, quando c’era Mina in TV, nessuno voleva perdersi le sue esibizioni, pertanto i più giovani si precipitavano a casa subito dopo i pomeriggi trascorsi a La Mela o dopo essere stati al cinema per lo spettacolo delle 18,30, i più grandi invece preferivano uscire al termine del varietà televisivo che terminava alle 22,30 riuscendo a raggiungere le sale cinematografiche della zona di via dei Mille dove l’ultima proiezione del film iniziava alle 23 se non più tardi. Insomma
Mina bloccava l’Italia che viveva la sua stagione d’oro grazie al boom economico e la tigre di Cremona era una delle massime espressioni di quegli anni irripetibili insomma era la Minona come venne battezzata affettuosamente da Alberto Sordi durante la sua partecipazione allo show del sabato sera.
Con il celebre attore romano si alternarono con la cantante i più grandi nomi del cinema e del teatro da Gassman a Manfredi, da Mastroianni a De Sica sino a Totò prestandosi per una sera ad essere sulla scena l’uomo di Mina con la quale si dovettero esibire in un duetto canoro.
Tutti volevano vedere ed ascoltare Mina, che era diventata il personaggio tv più amato dagli italiani. Eravamo in piena Minomania…
E fu così che la Barilla, la famosa azienda di pasta, la ingaggiò per una serie di caroselli pubblicitari, diretti dai più grandi registi cinematografici, nei quali cantava un suo celebre pezzo come Mi sei scoppiato dentro al cuore o Se telefonando la famosa canzone scritta da Maurizio Costanzo.Lo spot per quest’ultimo pezzo venne registrato sul tetto dell’allora nuova stazione centrale di Napoli.
Il rapporto artistico di Mina con la nostra città fu intensissimo, la prima volta che si esibì fu il 29 settembre del 1960 al Teatro Mediterraneo gremito da un pubblico ostile che per contestare gli organizzatori della manifestazione fischiava un po’ tutti i cantati presenti ad esclusione della tigre che sebbene qualche incertezza per il dialetto venne accolta subito trionfalmente. da quella serata al Mediterraneo sarebbe poi tornata tante altre volte a Napoli, fu lei ad inaugurare nel 1967 il night Jolly Club sottostante il ristorante Le Arcate in via Falcone.
Ma tornò soprattutto per partecipare annualmente al varietà televisivo Senza Rete che si registrava all’Auditorium della Rai in viale Marconi. Durante uno dei suoi soggiorni napoletani , alloggiando quasi sempre all’hotel Royal, un sabato pomeriggio libera dalle prove del varietà decise di recarsi a fare shopping in via Toledo entrando nei negozi Cofra. Era primavera inoltrata e via Toledo brulicava come sempre di migliaia di napoletani e da tante automobili essendo la strada all’epoca aperta anche al traffico veicolare. La notizia della presenza di Mina si sparse in un baleno e centinaia di fans accorsero sia dalla vicina Galleria Umberto che dai Quartieri Spagnoli iniziando a chiamarla a viva voce finché la cantante non si affacciò dal balcone al primo piano del negozio per salutare il suo numerosissimo pubblico che aumentava sempre più e la tal cosa non era più gestibile soprattutto per motivi di sicurezza sebbene erano state abbassate tutte le serrande del negozio ed anche di quelli vicini per evitare che le vetrine si potessero frantumare.
Il problema maggiore era come fare uscire Mina incolume e senza incidenti, per fortuna tra i presenti nel negozio c’era anche l’indimenticabile Fofò Marino, noto play boy ed anche socio della società proprietaria di Cofra, il quale quando seppe della presenza della cantante si catapultò letteralmente da un altro suo negozio nella stessa strada, per raggiungere l’illustra cliente e poterla aiutare nella scelta degli abiti di suo gradimento, e fu proprio Fofò Marino ad organizzare una sorte di fuga della cantante, perché mettendosi d’accordo con la polizia sopraggiunta sul posto, riuscirono a fare uscire Mina da una porta secondaria del negozio che si apriva in un portone dell’Angiporto Galleria dove innanzi ai portici del San Carlo c’era una macchina della volante ad attenderla per riportare in fretta e furia Mina nell’albergo del lungomare.
(1.continua)
Trovo questo articolo eccelso.
Ricco di spunti e particolari, che avevo dimenticato o ignoravo.
Scritto in modo fluido ed essenziale. Atto a dare delle belle immagini visive dell’epoca.
È stato un piacere leggerlo e suggerirei di creare una rubrica dei vari personaggi, che hanno gravitato su Napoli e … l’hanno amata!
Bravo Mino Cucciniello, ben fatto.
Grazie.
grazie Roberto, mi fa piacere che ti sia piaciuto tra qualche giorno verrà pubblicata la seconda parte dell’articolo su Mina