Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Rovesciate Real

di Adolfo Mollichelli -

Madrid oh cara! Zeppa di storia e di coppe. Che siano quelle dei colchoneros o quelle dei blancos, l’Europa League o la Champions una volta Coppacampioni. Madrid capitale del calcio europeo. I culé sono i fans del Barcellona. Ma quanto a fondoschiena il primato spetta ai materassai di Simeone ed ai bianchi di Zidane detto Zizou. Eversori i primi del Marsiglia, i secondi del Liverpool. Suerte sfegatata.

Lo splendido gol di Gary Bale

Lo splendido gol di Gary Bale

L’OM già modesto di suo in finale perse per infortunio Payet, il suo migliore attaccante. Cinica la mossa da judoka di Sergio Ramos ad eliminare dalla finale Salah detto il faraone. Trattenuta ferrea, giù sul tatami e tutto il corpo a far peso sull’avversario indebolito dall’osservanza del Ramadan.

Spalla lussata e mondiale a rischio per Mohammed. Neanche ammonito Ramos, verguenza. Dal Cairo avevano lanciato lo slogan: Liverpool con Salah, Salah con Allah. Anche nel calcio la religione fa guasti inenarrabili. Perché poi sbatti contro un ramo(s) e non è l’albero di pianto antico.

Sergio Ramos Mohamed Salah

Sergio Ramos atterra Mohamed Salah

E’ finita lì, con l’uscita dal campo di Salah in lacrime, la speranza dei reds di Liverpool di conquistare la sesta coppa della storia nell’Europa maggiore.

Poi, è entrato in scena Karius novello Corradino: biondo, bello e di gentile aspetto. Klopp l’ha preferito da un po’ di tempo a Mignolet ed è arrivata la notte fonda.

A Kiev capitale di quell’Ucraina che una volta era definita il granaio d’Europa. Avesse dato ascolto il buon Jurgen al papà di Karius che vedeva nel figlio un probabile asso del motocross ora la fontana di Cybeles zampillerebbe, forse, di lacrime bianche. Inconcepibili gli errori del biondo con codino, su Benzema (prego, si accomodi in porta) e su Bale da oltre trenta metri, mani-saponette che neanche Dollarumma.

Real Madrid v Liverpool - UEFA Champions League Final

Le lacrime di Loris Karius

Due gol veri su quattro: la sforbiciata bellissima di Bale e quattro minuti dopo la zampata di Mané. Il resto è silenzio, Amleto dixit. Karius come Ulreich che in semifinale aveva spalancato la porta del Bayern, ancora a Benzema.

Quando l’abilità contro lo cul combatte, vince lo cul, Brancaleone disse. E quando tutto manca, ci pensano gli arbitri: nella precedente edizione, furono dati per buoni due gol in fuorigioco dell’impomatato Ronaldo, sempre contro il Bayern. E non va dimenticata l’espulsione di Dybala a Torino ed il mancato rigore su Cuadrado che forse non avrebbe vanificato la rimonta dei bianconeri a Madrid.

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Terza coppa dalle grandi orecchie consecutiva, la quarta negli ultimi cinque anni, tredici in totale, quasi doppiato il Milan (7 trionfi) una volta stellare ora finito in uno strano ingranaggio di scatole cinesi. Sono numeri da capogiro, se non fossero stati ottenuti, spesso, grazie ad arbitraggi di favore, da ufficio inchiesta.

Perché hai un fenomeno come Cristiano Ronaldo e va bene; hai una lunga lista di campionissimi e va bene; hai un alleato nel fondoschiena che Porta Capuana scompare al cospetto di Puerta del sol, e va bene. Ma non è possibile che ai blancos – che immacolati non sono – vada sempre tutto per il verso giusto.

Zinedine Zidane

Zinedine Zidane, tre Champions consecutive

Bravo Zidane, comunque. Da campione in campo qual è stato ha saputo gestire al meglio risorse comunque infinite. E nei cambi s’è dimostrato tecnicamente veggente. L’ultimo a Kiev.

Richiama Isco e lancia nella mischia Bale ed il gallese risolverà ogni impiccio: con la rovesciata che fa il paio con quella di Ronaldo a Torino e con l’aiutone di Karius. Una finale strana, ricca anche di papergol.

Ma decisa al trentesimo del primo tempo. Fino all’uscita di Salah, era stato il Liverpool a comandare il match, impegnando più volte Keylor Navas. Poi, il judoka Ramos ha vinto sul tatami d’erba il duello con l’egiziano y todo se acabò. Al Liverpool non è mancato l’orgoglio. Piuttosto l’esperienza: nessuno dei reds in campo a Kiev aveva mai disputato una finale dei Campioni. Commoventi, comunque, Mané ed il sempiterno Milner. Con Firmino non pervenuto.

Benzema

Il gollonzo di Benzema su assist di Karius

Ho sperato che i rossi della città dei Beatles facessero l’impresa. Perché le malefatte del Real (sempre ricco di campioni che hanno fatto la storia del calcio) sono state troppe. E non può essere soltanto casuale la sua prepotente leadership in Europa. Del resto, la storia insegna. E’ stato il Real la squadra preferita di Francisco Franco. E tante volte fu favorito in acquisti eccellenti. Spesso scippando campioni sui quali aveva virato il rivale Barcellona. Anche don Alfredo Di Stefano finì – per prepotenza – nella Casa Blanca. Uno dei primi cinque fuoriclasse di ogni epoca.

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Adolfo Mollichelli

Quando dieci anni fa intervistai in esclusiva don Alfredo a Capri (ricevette la cittadinanza onoraria dell’isola dei Faraglioni), mi parlò sì del Real ma quando gli chiesi come fosse diventato la saeta rubia, estrasse dal taschino dei pantaloni una medaglia annerita dal tempo. Sopra c’era incisa una formazione. Il suo nome accanto a Loustau, Pedernera, Labruna. Il River Plate che fu denominato La Maquina. Devo tutto a loro, mi confessò con emozione.

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