di Gianpaolo Santoro
Ma che cos’altro deve ancora succedere, quanto altro sangue innocente si deve versare, quante lacrime, quale altro schiaffo umiliante e mortale deve subire la Francia, simbolo ormai del fallimento della decantata società multiculturale? Maledizione della grandeur, la fine di un Impero con il ripiegamento dall’Indocina e dall’Algeria e l’ingombrante eredità di milioni di cittadini che di francese hanno solo i documenti e non il sangue, la storia, la memoria. La religione. L’appartenenza.
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La Promenade della morte
di Eduardo Palumbo
Sangue, morte sulla promenade des Anglais, il leggendario lungomare di Nizza. Dolore, rabbia, impotenza davanti all’ennesima mattanza. Come una guerra, più di una guerra. Un’altra strage in Francia, l’ennesima in poco più di un anno, dopo Charlie Hebdo, il Bataclan, una scia di sangue infinita. Nel giorno della massima festa transalpina quella della rivoluzione. Per umiliare un Paese. Per sporcare la spiaggia più fascinosa, quella della Costa Azzurra. Nel giorno della presa della Bastiglia si aspettava lo spettacolo pirotecnico dei fuochi, l’incendio del cielo. Ma ad un tratto è esplosa la terra, l’inferno in strada. Continua a leggere
L’Occidente virile
di Corrado Ocone
La nostra gentilezza e cordialità di modi è anche la gentilezza e la cordialità del “borghese” che oppone la forza delle ragioni alla ragione della forza, il “civile conversare” e cercare insieme la verità parziale delle faccende umane alla verità imposta per legge o con la forza dalle teologie politiche, che vuole contare le teste piuttosto che spaccarle Continua a leggere
Il cuore dell’odio
di Giuseppe Crimaldi
Molenbeek -Due fermate di metropolitana separano l’Europa dall’Islam. Cinque minuti, tanti ne servono per raggiungere Molenbeek dal quartiere della Borsa, cuore pulsante della Bruxelles che cerca di rianimarsi dopo gli attentati di marzo Continua a leggere
L’Isis si combatte così
di Giuseppe Crimaldi
La scomparsa del volo Ms804 dell’Egyptair nei cieli tra la Grecia e l’Egitto è l’ultimo drammatico anello, in ordine di tempo, di una lungo rosario morte. E di misteri. E di attentati.
Pasqua di morte
di Giulio Di Donato
Non bastava la tragedia dell’incidente in cui sono morte le 13 ragazze dell’Erasmus in Spagna, ci volevano le 33 vittime dei kamikaze dell’aeroporto e del metrò di Bruxelles per fare di quella di Pasqua una vera settimana di passione. Morte, terrore, orrore. Sui media si discute di come affrontare il terrorismo, la terza guerra mondiale come ha detto papa Francesco, e se ne sentono di tutti i colori Continua a leggere
Il califfo e il mare
di Massimo Fini
Se Libia e Italia fossero unite dalla terraferma i guerrieri di Al Baghdadi ci metterebbero tre settimane per arrivare a Roma (il che, almeno per un po’ tempo, offrirebbe qualche vantaggio: spazzar via il Vaticano e Papa Francesco che non perde occasione per entrare coi piedi a martello negli affari interni dello Stato italiano – se si ha da essere una teocrazia, almeno lo si sia ufficialmente) Continua a leggere
Il rebus delle Intelligence
di Ottorino Gurgo
Abbiamo letto e sentito molte parole nell’orgia di retorica che ha fatto da contrappunto ai commenti e alle analisi su quel che è accaduto a Parigi in quell’orrenda notte del 13 novembre e che, purtroppo, continua ad accadere in un’Europa colpita da un’offensiva terroristica senza precedenti
Ma un coglione
può essere il cervello?
di Gianpaolo Santoro
C’è una cosa che mi turba da qualche giorno e che ha reso ancora più drammatica, insopportabile, inconcepibile la mattanza di Parigi, l’eccidio al Bataclan, il terrore, l’orrore, le camere riunite a Verasailles per la dichiarazione di guerra, l’incontro dei grandi del mondo ad Antalya, gli uomini che hanno in mano il nostro futuro ma anche la dignità del nostro passato. C’è una cosa che al di la delle fragili storie di giovani vittime stroncate in un locale storicamente sotto il mirino perché di ebrei e vicino alle battaglie degli ebrei (e che non era difficile, quindi, prevedere potesse essere un grande tiro al bersaglio come lo era del resto anche Charlie Hebdo) che mi disturba profondamente e alla quale coscientemente mi rifiuto di credere: è possibile che una manciata di invasati ragazzini pur armati fino ai denti possano tenere in scacco un intero Paese, un intero continente, non per pochi minuti ma addirittura per sei giorni?
La lezione di Londra
di Carlotta D’Amato
Ero a Londra quando da Parigi sono rimbalzati i lampi di sangue, di morte e di paura. E subito la città è ripiombata dieci anni indietro, a quel terribile, maledetto giorno di mezza estate, dove l’Isis seminò terrore e morte. Continua a leggere