Chicco Di Vincenzo

Chicco Di Vincenzo

Giornalista. Dirige la redazione milanese dell’Ansa. E’ stato corrispondente da Napoli del Corriere della Sera.

Milano, lo schiaffo della munnezza

Milano-Duomo1

La vergogna della città invasa dai rifiuti, delle immagini rimbalzate in tutto il mondo, brucia sulla pelle dei napoletani e ha fornito un argomento in più a chi vuole dileggiarci dagli spalti di uno stadio, dalle pagine di un giornale o dai post di un social network. Dopo il colera, ormai un po’ stantio per poter essere utilizzato, ecco la ‘monnezza’, che ne prende il posto per etichettare una città e i suoi abitanti, correi, occorre dirlo, di questo disastro. Così c’è chi non vede l’ora di poter pubblicare una foto di una strada di Milano coperta di rifiuti per ricambiare le offese e poter dire: ‘‘ecco vedete anche loro…’’. Ma la realtà è differente e il mal comune non solo non è mezzo gaudio ma neanche intera verità. Milano e la Lombardia hanno le strade pulite, un efficiente ciclo dei rifiuti e una raccolta differenziata spinta. Nella regione sono in attività ben 13 inceneritori grazie ad un piano avviato negli anni sull’onda di un’emergenza che invece Napoli non ha saputo affrontare. A Napoli ce n’e’ uno solo, quello di Acerra (gestito dai bresciani di A2A) , ed e’ nota, d’altro canto, l’avversione di De Magistris agli inceneritori con le polemiche che questa posizione continua a suscitare, visto anche il costo per la spedizione all’estero della monnezza napoletana.    Ora capita che in Lombardia si siano accorti che il carburante per questi inceneritori, o meglio termovalorizzatori, comincia a scarseggiare: sarà per la crescita della differenziata sarà per la crisi, si prevede il dimezzamento nella produzione di rifiuti della regione che, dai 2 milioni e 521 mila tonnellate del 2011, nel 2020 dovrebbe calare a 1 milione e 112 mila tonnellate. Guarda un po': la Lombardia ha bisogno di monnezza e noi ne abbiamo troppa: la soluzione sarebbe facile, premesso che la monnezza, trattata come si deve, è ricchezza. Ma in Lombardia non la pensano così e per evitare che i loro inceneritori siano utilizzati per smaltire i rifiuti del resto d’Italia, stanno predisponendone lo smantellamento. Proprio così, a partire da quelli più obsoleti, si va verso il superamento di questi impianti. Il nuovo Piano regionale parla chiaro sul futuro dei termovalorizzatori; non c’è bisogno di nuovi impianti, mentre quelli esistenti, grazie all’aumento della raccolta differenziata e alla minore produzione di rifiuti, in futuro potranno gradualmente essere dismessi.     Una decisione che induce a qualche riflessione amara per un verso ma stimolante da un altro. Dispiace certo, e un po’ mortifica, che la monnezza napoletana sia considerata buona per essere bruciata  in Olanda ma non nel resto d’Italia. D’altro canto quello che accade in Lombardia sembra avallare la politica sui rifiuti di De Magistris ? Certo, conoscendo la situazione napoletana, i suoi obiettivi di rifiuti zero sembrano da libro dei sogni. Ma chiediamoci se è davvero il caso di intraprendere una strada che altri stanno abbandonando. La costruzione di un inceneritore richiede anni e anni di lavoro (insomma pur se ci si decidesse, non l’avremmo pronto domattina) e risorse finanziarie che potrebbero essere impiegate proprio per evitarne l’uso. E’ un po’ come cominciare a costruire centrali nucleari mentre gli altri, dal Giappone alla Francia, le stanno smantellando, a costi elevatissimi peraltro. La strada che altri hanno percorso si sa dove porta, Napoli e la Campania potrebbero evitarla e prendere una scorciatoia: oltre che dalle istituzioni, comune e regione che devono intraprendere un percorso coraggioso e arduo, cercando nel contempo le soluzioni che pesino molto meno di oggi sulle tasche di cittadini e imprese, dipenderà molto dai napoletani, dal proprio senso civico da riconquistare con i piccoli gesti che ognuno compie nel quotidiano. Sono questi che possono permettere ai napoletani di camminare a  testa alta, non i cori negli stadi o l’ironia sulla nebbia.

 

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore