Marco Catizone

Marco Catizone

Avvocato, scrittore satirico e giornalista pubblicista. Scrive di politica, teatro e cultura su blog, siti e riviste on line.

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Il rottamattore Premier incantantore

Urge sincretica domanda: si può essere, in piena democrazia, leader a vita?

Svoltando a Sinistra, passando per la dead zone del rinnovamento democrat in salsa Pd, parrebbe avverarsi l’assunto mitopoietico, del dio Crono- Saturno che assorbe e rigurgita figli ormai annichiliti ed perfetti come acciottolato di fiume, inutili come zavorra per voli pindarici nell’aia di casa: ventennio minorenne, stiracchiato, di politburo ammuffito, nessuna storia partitica annovera vertice a vertigo di classe sì duratura come quella alle redini del fu Pci, adesso solipsisticamente alla guida del più importante partito italico di centro-sinistra (fino a prova contraria). E allora via con la rottamazione coatta a calci nel cool, per levar sederi di poltrona: arriva Renzie, ed è brand, ed è “figo”, di più “fijo de…”, ma non stiamo li a berciare, cianciare, smadonnare; arriba arriba e si prende il cucuzzaro, senza passar per “semmenzelle” da seminare, il Governo è suo, Bella Napoli così decise, così ha voluto: e vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare, mio caro Letta, che in nomine zii la messa è finita e puoi andar in pace eterna per secula seculorum, ammèn. Il pasticcio dell’alternanza giovanilistica è servito, co tutto il circo dei madonnari, quel suo codazzo di groupies e pigia-bottoni, perché “Matteo ha detto, Matteo così vuole”; et voilà! del resto, se con quei dirigenti “non vinceremo mai”, perché non cambiarli definitivamente, tumulandoli nel tugurio d’una lauta pensione a coperto. Il Rottam-attore, ripete a braccio il suo pezzo, adesso il nuovo verbo si diffonderà per l’aere di Palazzo Chigi, il servitor di sé stesso e nulla più giunse al soglio più alto, sulla scia d’un arrivismo da yuppie mal cresciuto, svezzato alla ruota d’una fortuna sfacciata: il “bimbo-minkia” è svelto il giusto, il sorriso ben lucido, a favor di media e telecamera; sotto il neoliberismo niente, se non spruzzate di demagogia a iosa, ma questo basta, questo ci vuole contro i “grandfigl lup man”, il mega-vecchiaccio, gli zombies d’un partito mai nato, o almeno mal abbozzato, che gli hanno affidato le membra perché da tergo c’ insuffli lo “spirito guerriero che entro scorregge”: e l’obbiettivo è il cupio dissolvi, il redde rationem, l’alea iacta, la fine dei padri cannibalizzati dal Figlio; basta con le salsette insipide, per gambette imberbi e braccette frolle, basta ad un partito-maggioranza copia-incollato, al più abulico, autistico, mezzo flaccido e che fu loft, fin dalla sua genesi.

Matteo-Renzi16Adesso in moto, compagni! Adesso, Renzi! Via con le idee campate in aere, sulla grande rotta dei capitali coraggiosi, della finanza inghirlandata a centro tavola, all’inseguimento sudaticcio dei diritti perduti, dei rovesci di pioggia e malaciorta, dei lavoratori non pervenuti, al minimo integrati nella cassa, in attesa d’esser portati nell’alto dei cieli, a scoprir se poi è vero che la classe operaia ripetente in Paradiso ci va: Fiat dux e la sua volontà, che gli Agnelli non si sacrificano, siano adesso i Lapi, Jhonny, Yaki, Kaki Elkanny e via sniffando, son sempre le salme degli operai a finir in gloria. E cosa resta della Sinistra, se non scricchiolii poco mancini, al massimo ambi-destri, per il segretario poco amato dai grandi soloni, si veda Napolitan Power sul Colle più alto? Nulla, per ora qualche scampolo di primarie e poco più: ma il ragazzo si farà, anche se ha le spalle…etc etc…..(e basta De Gregori, l’impegno il cantautoriale, vogliamo la figa, pure a Sinistra!). Un ventennio imbolsito e minorenne che ha trasformato il più grande partito della sinistra europea in un simbolo di aspirazione neo-liberista, con gli epigoni del Pci divenuti piccini picciò spauriti e senza bussola, all’affannoso inseguimento d’una strapuntina mercantilista, un lacerto di neo-kennedismo, una spruzzata di liberismo europeista, smantellando a colpi di martello, sminuzzando a falce, l’impianto della social-democrazia in Italia, pugnalando alle spalle i diritti dei lavoratori, sostenendo il precariato spinto, gettandosi a capofitto in abbracci finanziari e scalate pseudo-bancarie (“Abbiamo una banca!”. A qualcuno rimane una barca).

matteo_Renzi_3La crisi di rappresentanza dei partiti italiani è la crisi; di linguaggio politico in primis, identificabile in toto con il collasso del leaderismo targato Centro-Sinistra, coincidente con la svilita credibilità dei quadri dirigenti, orfani d’una scuola d’idee comuni, incapaci di rigenerare il tessuto del partito per strutturale inadeguatezza, contrari ad ogni forma di rinnovamento partendo dalla sua stessa base, dalle giovani milizie, nuove facce non solo mediatiche, nuovi amministratori soprattutto locali, etc. etc. E allora largo al leaderismo craxiano, sperando di finire in galera, al massimo in balera, con i nuovi Muppets del cerchio magico renziano pronti a concionare a favor di media e taccuini, con McLuhan che resta sfumato in disparte, nel botro a disperarsi, strappandosi di dosso l’aura del Gran Comunicatore, perché forse l’hanno frainteso non capendone il “messaggio”, o forse perché per discettare di Sinistra serve comunque un “medium” ad evocarne lo spirito disperso; dal loft di Veltroni in avanti, passando per quel “genio” incompreso di “D’Alemalamein” (sue le cantonate peggiori, da quando s’è auto-proclamato mente acuta et invincibile), fino all'”Oh, Ragassi!” ecumenico, di bersaniana memoria, che l’ha portato ad un passo dalla rottamazione finale. Forse che basti parlarne, perché il messaggio pervicacemente s’incunei nell’elettore italico, spogliato di tutto, financo del voto? Ma qui stiam cianciando di primati, allora, e del web 2.0 sommi artigiani allo sbaraglio, che resistono insicuri, confondendo satira verso sé medesimi con griffe giusta e vincente per contrabbandar prodotto sul mercato. Renzi li Strega, ed era ora, a sentir molti; arriva al Governo, a valanga, con palingenesi spocchiosa, quella spora boriosa che s’attacca all’ospite riducendolo a massa : l’ultima speranza per una Sinistra da abbattere con questa cura da cavallo, in odor di Cavaliere, perché solo con una reale ricostruzione democratica con scappellamento a sinistra, potrà far risorgere negli elettori mancini una volontà di cambiamento effettivo ed uno spirito di giustizia rigenerante. Tabula rasa, definitiva, prima di arrendersi alla tavola, dove il cibo è scadente e le portate sono ammuffite e smorte. Per tacer dei camerieri. Ma “Bella Napoli” ha deciso, che s’ avviino le consultazioni per scegliere il nuovo pizzaiolo della Pizzeria Italica: scartato il vecchio metre e mezzo laido porcellone pregiudicato perché allergico alla pommarola rossa, scartato ‘o parcheggiatore abusivo tricoricciuto fuori dal locale perché accoglie i clienti a colpi di “Vaffanculo”, il prestigioso incarico di giocoliere di farine lieviti e pommarole sarà affidato al garzone di bottega appena giunto da Firenze ad imparare il mestiere e la fatica. Siamo al redde rationem, e la ragione è dei Renzi.

-viareggio-renzi-

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