Archivio tag: Paolo Isotta

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La morte
del sionista napoletano

di Paolo Isotta

Un funzionario della Regione Campania, settore Sanità, avellinese, attende una promozione che ritiene gli spetti. Non la ottiene e da quel momento entra in crisi. La mancata promozione gli causa pure, a suo vedere, la perdita della donna con la quale vive, che si mette con un uomo più anziano, un faccendiere di successo. Incomincia a raccogliere dossiers per documentare i loschi affari di tangenti e altro dei suoi nemici. Ma pochi giorni dopo precipita dal balcone del suo palazzo. Suicidio, è la conclusione anche degli inquirenti. Continua a leggere

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Fini e l’”esondazione” del Sarno

di Paolo Isotta

Abbiamo tanti motivi per esser grati a Massimo Giletti per la sua trasmissione L’Arena, che poi ha dato troppo fastidio, e per l’attuale, Non è L’Arena, che ne riprende linea e contenuti su di una rete che ha avuto l’intelligenza di farla nascere. Io di solito non guardo la televisione, ma quando il 25 aprile il mio amico Gian Marco Chiocci mi avvisò che ci sarebbe stata una puntata dedicata alla ripugnante vicenda di Gianfranco Fini e dei suoi cari, alla quale partecipava anche lui, non me la persi. Continua a leggere

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Lutero, Hitler e il Male

di Paolo Isotta –

Nel 1418 Poggio Bracciolini scopre nella biblioteca del monastero di San Gallo un codice contenente II poema della Natura di Lucrezio, miracolosamente sopravvissuto alla distruzione e alla condanna del silenzio che l’opera aveva subita a opera dell’appena trionfante Cristianesimo. Il De rerum natura espone la teoria atomica di Democrito ed Epicuro, nega la distinzione fra spirito e corpo, l’immortalità di corpi e anime e l’esistenza di Dio; e si diffonde nella cultura europea. Continua a leggere

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Sirenapoli

di Paolo Isotta

Le Sirene sono più antiche di Omero. Derivano da miti sumeri e babilonesi, come mostra un bassorilievo del British Museum risalente all’inizio del secondo millennio a. Ch. In Grecia sono mostri appartenenti alla lugubre schiera di Ecate, come le Arpie, le Erinni e lo stesso Thanatos. Alate, il tronco è femminile ma, prima ch’esso giunga al pube, zampe d’uccello terminanti con rostri prendono il loro luogo. Esseri ctonii, sono i morti insepolti che attirano gli uomini per farli morire e berne il sangue, del quale hanno bisogno. Continua a leggere

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Totò non piaceva a Togliatti

di Paolo Isotta 

In questo cinquantenario della morte di Totò assai affrontato è stato il tema dell’incomprensione che gl’intellettuali hanno di lui avuta negli anni dai Quaranta ai Sessanta. Forse l’intellettuale tipico del trentennio, quand’anche non fosse “organico”, era portatore d’un’ideologia piccolo-borghese, a partire dal Nume al quale s’ispirava, Togliatti. Continua a leggere

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La merda a 24 carati

di Paolo Isotta

Incominciò ad aprile e terminò il 24 luglio 1976. Un anarchico, insieme di destra e di sinistra, genio del crimine “senz’armi né odio né violenza” e del surrealismo vitale, Albert Spaggiari, capisce che scavando nelle fogne di Nizza si può arrivare al caveau della Societé Générale. Là ci sono le cassette di sicurezza, coi valori, i gioielli, i lingotti. Lui, Albert, la pensava così: “Credo che ogni atto contro la società sia un’azione politica. Al primo posto il furto – non parlo del furto abietto che consiste legalmente o illegalmente nel rapinare i poveri, ma del Furto. Allo stesso tempo virtù ereditaria e arte tradizionale … e suprema speranza dell’uomo di raggiungere il suo scopo con i propri mezzi.” Continua a leggere

Vladimiro Bottone

Vladimiro Bottone
l’autore che si legge due volte

di Paolo Isotta

In Vicaria, che la “Neri Pozza” ripubblicherà in edizione economica, Vladimiro Bottone dipinge un fosco quadro della Napoli del 1838. E non perché ricorra all’abusato tema di attaccare la tirannia di Ferdinando II, ma per l’inseguire con ricostruzione storica esatta e visionaria fantasia un mostro nato nel Settecento dal sogno della ragione: il più grande edificio d’Europa, l’Albergo dei Poveri. Continua a leggere

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Una risata intimamente tragica

di Paolo Isotta

Il 15 aprile 1967, verso le tre del pomeriggio, scendevo a via Roma dal Corso Vittorio Emanuele attraversando i vicoli dei “Quartieri”. Dai “bassi” uscivano donne in lacrime. Singhiozzavano. “È mmuorto Totò!”. E s’abbracciavano per compianto e condoglianza, come quando un genitore, un congiunto, entra nel regno donde non si torna. Di quel pianto tutta l’aria vibrava, come d’una nota musicale. In pochi minuti Napoli ne fu pervasa. Si estendeva dal Vesuvio a Posillipo ai Campi Flegrei. Appresi così, sedicenne, che il mio idolo non c’era più. Come l’avevano saputo, quelle donne? Nei “bassi”, sul comò, accanto al San Giuseppe o alla Madonna sotto la campana di vetro, c’era la radiolina a transistors dalla quale gli uomini, la domenica, seguivano la partita di calcio. E di bocca in bocca si trasmisero il lutto. Continua a leggere

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Renzi e De Magistris, “i ladri di Napoli”

di Paolo Isotta

In esordio, una premessa. Oggi si abusa dell’aggettivo “populista”. Il “populismo” è un movimento politico preciso con proprie caratteristiche il quale ha, per esempio, portato nella Russia zarista all’abolizione della servitù della gleba. Salvini, Grillo, De Magistris (e, aggiungo io, in parte Berlusconi e Renzi), definiti sprezzantemente “populisti”, magari lo fossero! Sono invece “demagoghi”, giacché si rivolgono alla piazza sollecitandone gl’istinti, a volte bassi, a volte sacrosanti, ma sempre illudendola con promesse che non potranno mantenere mai e della illusorietà delle quali sono perfettamente consci. Continua a leggere

Aniello Desiderio e Lucio Matarazzo

Un dolce fiume di chitarre

di Paolo Isotta

Il passeggero che, discendendo dalla strada di Posillipo, imbocchi Mergellina, si trova a mano destra la maestosa fontana costruita nel 1635 su disegno del dio del Barocco napoletano, Cosimo Fanzago. Al centro un florido vecchio; sopra due tritoni; sotto due mostri marini ch’eruttavano acqua. La fontana raffigura il Sebeto, il fiume che allora, e nemmeno quando Boccaccio fu a Napoli, esisteva più. Continua a leggere