di Gerardo Verolino -
E poi ci sono quelli che “Meno male che adesso c’è Conte. Pensa se ci fosse stato Salvini al suo posto cosa ci poteva capitare”. E’ già. Potevano capitare cose, davvero, terribili. Continua a leggere
di Gerardo Verolino -
E poi ci sono quelli che “Meno male che adesso c’è Conte. Pensa se ci fosse stato Salvini al suo posto cosa ci poteva capitare”. E’ già. Potevano capitare cose, davvero, terribili. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo
“C’eravamo tanto amati, per un anno e forse più…” recita una canzone di tanti anni fa che prestò il titolo a un bel film di Ettore Scola e che ci fa venire alla mente la vicenda della quale sono protagonisti Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo -
Silvio Berlusconi e Forza Italia non hanno partecipato alle manifestazioni di piazza della Lega e di Fratelli d’Italia contro il governo. “La nostra opposizione – ha detto il Cavaliere, con ciò volendo rimarcare la differenza di stile con i due compagni di cordata nella coalizione di centrodestra – la manifestiamo nelle aule parlamentari, non in piazza”. In realtà le diversità tra Berlusconi, Salvini e la Meloni non si limitano a una questione di stile, ma investono in pieno tutti o quasi tutti i problemi politici sul tappeto. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo
Che l’Italia sia dotata di un “personale politico” men che mediocre, è cosa nota. Così come è noto che da questa pochezza dei leader, o presunti tali, dipende il fallimento (ché di vero e proprio fallimento crediamo si possa parlare) della cosiddetta Seconda Repubblica. La crisi che il paese ha recentemente attraversato non ha fatto che confermarlo. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo
C’è, nei palazzi della politica, un forte odore di elezioni politiche anticipate. I risultati delle elezioni europee dello scorso 26 maggio che hanno ridisegnato i rapporti di forza tra i partiti e soprattutto, la permanente conflittualità all’interno del governo gialloverde, con quotidiani e sempre più vivaci contrasti tra leghisti e pentastellati, le rendono probabili. È in questa prospettiva che le forze politiche di maggioranza come di opposizione, stanno orientando, in questo periodo, le loro scelte e i loro comportamenti. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo
Più volte è stato anche da noi sottolineato che le ormai prossime elezioni europee costituiranno lo spartiacque per valutare quali potranno essere gli sviluppi della politica italiana. L’esito del voto dovrà chiarire molte cose: se esistono possibilità di ripresa per il Pd dopo il disastroso risultato registrato nelle “politiche” dello scorso anno e il cambio al vertice del partito; se il calo di consensi dei cinquestelle è o meno irrecuperabile e prelude ad una scomparsa di questo movimento dalla scena politica. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo -
Travolto da un risultato elettorale pesantemente negativo (Abruzzo e Sardegna) che ha ridotto a un terzo i voti del suo Movimento, Luigi Di Maio vede traballare la sua leadership contestata da una base pentastellata che invoca la sua uscita di scena. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo
Bisogna dare atto a leghisti e pentastellati di non aver mentito nel definire l’esecutivo da loro costituito come “il governo del cambiamento”. È vero. Nei pochi mesi trascorsi da quando sono alla guida del paese, i gialloverdi hanno realizzato molti cambiamenti e molti altri, stando agli annunci dei loro due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si propongono di realizzarne nei mesi a venire se rimarranno al potere. Continua a leggere
di Ottorino Gurgo -
La notizia è di qualche giorno fa, ma merita qualche riflessione perché ci sembra che essa segni un punto di svolta importante per valutare sia sul piano interno sia su quello internazionale la politica del nostro paese. Ci riferiamo all’annuncio dato dal ministro dell’interno Matteo Salvini della non partecipazione dell’Italia al Global compact for migration in programma per martedì della prossima settimana in Marocco sotto l’egida delle Nazioni unite. Continua a leggere
di Adolfo Mollichelli –
E dopo il notturno suonato a Berghèm da Milik che è polacco come Chopin, tutti gli occhi sono puntati sul derby d’Italia, così definita la sfida tra Juve e Inter che si gioca di venerdì e insomma ci sta pure un bel black friday. Tra aneliti, ansimi, sospiri, agli e fravagli resta ancora viva la fiammella di speranza per l’esito di un torneo che a Bergamo Alta (stupenda) e Bergamo Bassa (incolore, inodore e insapore) avrebbe potuto pronunciare la parola fine, una sentenza definitiva. Restano otto i punti di distacco da Madama, va be’ otto e mezzo alla Fellini per lo scontro diretto perduto, e grande merito va alla tribù azzurra di Sopracciglio Alzato che come a Genova sotto la Lanterna ed il diluvio alza il totem della vittoria sul filo di lana. Continua a leggere