di Ottorino Gurgo -
La notizia è di qualche giorno fa, ma merita qualche riflessione perché ci sembra che essa segni un punto di svolta importante per valutare sia sul piano interno sia su quello internazionale la politica del nostro paese. Ci riferiamo all’annuncio dato dal ministro dell’interno Matteo Salvini della non partecipazione dell’Italia al Global compact for migration in programma per martedì della prossima settimana in Marocco sotto l’egida delle Nazioni unite.
L’iniziativa alla quale il presidente del Consiglio Conte, nel settembre scorso, aveva assicurato il sostegno dell’Italia, ha come obiettivo quello di fornire una risposta globale al problema dell’immigrazione. Un problema che, per il nostro paese, ha un’importanza tutta particolare.
Sul piano interno la non adesione italiana all’iniziativa, comunicata a sorpresa e in modo del tutto irrituale dal leader leghista alla Camera costituisce un ulteriore, significativo passo in avanti della strategia di Salvini volta a dimostrare che il vero, assoluto dominus della politica governativa è lui è soltanto lui. Non altrimenti può essere interpretato lo scavalcamento del presidente del Consiglio colto a sorpresa e clamorosamente umiliato dall’annuncio di colui che, sulla carta, è il suo vice.
Il no di Salvini al vertice marocchino spiazza, fra l’altro anche l’alleato cinquestelle costringendo Luigi Di Maio a dare ai suoi l’ordine (non del tutto rispettato) di non reagire al comportamento di Salvini per non turbare la già fragile alleanza di governo.
Il capo del Carroccio non agisce a caso. Ha deliberatamente voluto affermare che lui e lui soltanto è il vero leader di una coalizione che è tale solo a parole poiché, nei fatti, va sempre più rivelandosi come una sorta di monocolore leghista. Non a caso, del resto, Luigi Di Maio, con la sua totale acquiescenza alle imposizioni salviniane, sta vedendo crescere all’interno del suo movimento, un dissenso sempre più agguerrito.
Sul piano internazionale la politica sovranista di Salvini sta portando progressivamente all’isolamento del nostro paese; un isolamento che, ora, dalle dimensioni europee, va addirittura estendendosi a livello mondiale.
In tal modo, forse, Salvini pensa di adottare una linea affine a quella seguita da Trump e Putin che sembrano essere il suo modello. Ma il sovranismo si può comprendere – anche se non giustificare – nel caso di grandi potenze come la Russia e gli Stati Uniti. È del tutto assurdo per paesi come il nostro che hanno assoluto bisogno di operare in ampi contesti, non fosse altro che per la scarsità delle materie prime di cui dispone.
Ecco perché più che dalla ragione e dalla ragionevolezza, la politica dell’isolamento che Salvini persegue, appare caratterizzata da un’irrefrenabile megalomania.