Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo, scrittore e giornalista italiano. E’ stato per molti anni notista politico de Il Giornale al fianco di Indro Montanelli. Poi capo della redazione romana de il Mattino, direttore del Roma, editorialista del Giorno e dell’Informazione. E’ stato conduttore della rubrica politica “Il Punto” per il Gr2. Autore di numerosi saggi tra i quali "Vietnam controrapporto", "Perché i Kennedy muoiono", "Sciascia" e "L’illuminista cristiano".

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Perché Renzi non aprirà la crisi

 di Ottorino Gurgo 

 Preso com’è dagli assillanti e complessi problemi provocati dal Coronavirus, Giuseppe Conte è contemporaneamente costretto a far fronte non solo e non tanto agli attacchi di un’opposizione che non è disposta a perdonargli nulla, quanto alle insidie che gli provengono dall’interno della sua maggioranza, delle quali è protagonista – manco a dirlo – quel Matteo Renzi che è divenuto una sorta di Giamburrasca della vita politica italiana.

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Matteo Renzi e Giuseppe Conte

Così il presidente del Consiglio si trova in questi tempi difficili, a dover affrontare la già di per sé difficile navigazione del suo governo in un clima di permanente incertezza, provocato dalle continue docce scozzesi alle quali lo sottopone il suo predecessore.

Ma è lecito chiedersi se davvero, a un certo punto,  il leader di “Italia viva” deciderà di staccare la spina.

Francamente riteniamo assai improbabile una simile eventualità. Renzi e “Italia viva”, stando ai sondaggi, non hanno ottenuto il successo sperato. Per assumere il ruolo di protagonista della vita pubblica al quale aspira, l’ex premier ha assolutamente bisogno di risalire la china così da raggiungere una percentuale di consensi a doppia cifra; un’impresa quantomai ardua ma che, comunque, gli impone di stare sempre sul pezzo, di trovare il modo di comparire quotidianamente sulle pagine dei giornali, di partecipare a tutti i dibattiti televisivi.

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Ottorino Gurgo

E, per avere audience, deve proporsi come portatore di notizie eclatanti e qualificarsi come colui dal quale può dipendere l’esistenza in vita del governo. Ma di qui a far cadere effettivamente il governo ce ne corre.

Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ha ribadito a più riprese, che qualora dovesse aprirsi una crisi,  l’unica, inevitabile  sarebbe quella di un anticipato ritorno alle urne.

E, allora, l’interrogativo che concretamente si pone convincendoci che la crisi non sarà aperta da Renzi è: quale convenienza avrebbe Renzi a provocare la caduta dell’esecutivo?  La risposta a questo interrogativo è: nessuna, poiché le previsioni di voto indica che da nuove elezioni “Italia viva” uscirebbe con un numero di parlamentari decisamente inferiori a quello che attualmente ha e, quindi, con un potere diminuito.index

E’ assai più probabile, perciò, che le turbolenze che Renzi quotidianamente provoca siano finalizzate unicamente all’obiettivo di “fare ammuina, affermare la presenza del suo partito in modo notevolmente superiore al peso che esso potrebbe avere in rapporto ai consensi dei quali, almeno sulla carta potrà disporre dopo il voto.Ecco perché non crediamo che, se crisi di governo dovesse esserci, a provocarla sarebbe Renzi.

 

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