di Adolfo Mollichelli
E tutto finì. Il campionato di Augusto, l’imperatore, iniziato in un agosto normale e concluso in un agosto pandemico, ha sancito la nona della Vecchia Signora dei solisti, nulla a che vedere con la nona di Beethoven che si chiama la corale. Ora dopo aver raccontato dello scudetto ai giorni della pandemia, diamo voti, promossi e bocciati: come quando andavamo a scuola… Carrellata finale sugli “in” e “meno in” della stagione, uno per squadra, segùn mì parecer.
JUVE “in” de Ligt, “meno in” Alex Sandro. L’olandese ha impiegato un po’ per capire il calcio italiano, poi s’è messo in moto: chiusure sull’uomo, interventi salvifici in stirata, quattro gol. Il brasiliano stava per costare la nona con le sue svagatezze, ho deciso di chiamarlo lo smemorato di Catanduva (sua città natale).
INTER “in” Lukaku, “meno in” Brozovic. Il colosso belga è un brutto cliente per ogni difensore, quando protegge la palla, spalle alla porta, non gliela porti mai via, e 23 reti. Il croato se la suda la maglia, anche perché beve e dà di matto un po’ troppo.
ATALANTA “in” Malinovskyi, “meno in” Caldara. L’ucraino è stato l’uomo in più di Gasperini, un sinistro sontuoso e stupenda visione di gioco. Il difensore centrale dopo l’infortunio non è mai tornato al rendimento antico, quando lo cercavano gli squadroni.
LAZIO “in” Luis Alberto, “meno in” Parolo. Lo spagnolo è stato l’uomo determinante per il gran campionato della Lazio: assist in quantità, 6 reti, raffinata eleganza nel palleggio e nel dribbling. Il mediano italiano ancora una volta ha dimostrato di essere scarsino.
ROMA “in” Ibanez, “meno in” Zaniolo. Il giovin difensore spagnolo è un autentico crac: sa difendere ed impostare. Il biondo italico è stato frenato dal grave infortunio patìto ma ha finito in crescendo. Un mio amico interista ha detto: la cessione (e per 4 spiccioli, aggiungo) di Zaniolo è stata un crimine contro l’umanità!
MILAN “in” Hernandez, “meno in” Calabria. L’esterno sinistro è stato l’uomo in più dei rossoneri, quando non ancora c’era Ibra. Facilità di corsa e potenza ed attitudine al gol. L’esterno destro ha finito in crescendo ma per tre quarti del campionato era stato l’immagine sbiadita di se stesso.
NAPOLI “in” Insigne, “meno in” Demme: Lorenzo è stato a tratti magnifico (nomen omen), ha dato l’anima per la squadra ed ha imparato ad effettuare rientri salvifici, oltre al resto naturalmente. Il mediano che ha per nome Diego ha fatto vedere che è tignoso, ma anche che è troppo falloso.
SASSUOLO “in” Caputo, “meno in” Peluso: Ho un debole per Ciccio, centravanti vero d’altri tempi (21 reti, 2 soli rigori), quando è davanti alla porta non sbaglia mai. Il difensore esterno quando è stato chiamato in causa ha chiarito a tutti la sua modestia.
VERONA “in” Amrabat, “meno in” Pazzini: il centrocampista marocchino ha dimostrato di essere da grande squadra, l’ha preso la Fiorentina. Mah!
FIORENTINA “in” Ribery, “meno in” Chiesa: campione perenne il francese, classe e temperamento e una dote precipua, la precisione e il tempo negli assist. Il figlio d’arte ha giocato un finale decente, ma prima quante corse folli, ed inutili, quanta pochezza.
PARMA “in” Kulusevski, “meno in” Sepe: lo svedese, vent’anni, ha detto: io sono un crac. Gol, assist e capacità di saltare l’uomo, l’avrebbe voluto l’Inter, l’ha preso la Juve. Troppe volte deconcentrato il portiere dalle curatissime sopracciglia. Bravo coi piedi.
BOLOGNA “in” Barrow, “meno in” Orsolini: una pantera il ragazzo gambiano lanciato da Mihajlovic. L’esterno alto ha troppe volte smarrito il senso delle giocate.
UDINESE “in” De Paul, “meno in” Fofana: tempra, passo, fiato e visione di gioco più qualche gol-perla, lo spagnolo è stato l’anima dei friulani. Il gigante francese ha finito in crescendo dopo un lungo stentare.
CAGLIARI “in” Cragno, “meno in” Nandez: portiere in crescita continua l’Uomo Cragno. L’uruguayano ha pagato nel finale la sua grande generosità di corsa dimostrata per larghi tratti del torneo.
SAMPDORIA “in” Bonazzoli, “meno in” Ekdal: l’attaccante di scorta di Ranieri è un fior di giocatore. Lo svedese non ha ripetuto quanto di buono aveva mostrato nella precedente stagione.
TORINO “in” Belotti, “meno in” Zaza: averli centravanti come il Gallo: un lottatore infinito. Il suo compagno di reparto è stato troppe volte assente, e inutilmente falloso.
GENOA “in” Pandev, “meno in” Criscito: il macedone e la sua esperienza tesori per i rossoblù. L’esterno napoletano troppe volte col fiatone.
LECCE “in” Lapadula, “meno in” la difesa in blocco: quant’ è mancato l’attaccante nel momento cruciale. Reparto difensivo da rifondare.
BRESCIA “in” Torregrossa, “meno in” Tonali: l’attaccante il suo l’ha fatto, sempre. Il centrocampista ha mostrato di avere lampi di classe ed anche una biasimevole incostanza.
SPAL “in” Dabo, “meno in” Gastaldello: il centrocampista di colore ha retto fini alla fine, elegante abbastanza, encomiabile. Lo stopper a fine carriera qualche svarione di troppo l’ha fatto.