Archivio tag: Grillo

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Adolf Grillo

di Gerardo Verolino –

C’è un signore che sostiene non di essere Hitler. Ma di essere “oltre Hitler”. Un signore sul cui blog si possono leggere frasi di questo tipo: “Fosse per me prenderei a cannonate Israele da mattina a sera e gli farei rimpiangere i metodi usati dallo zio Adolf”. E ancora: “Hitler era sicuramente un pazzo malato, ma la sua idea di eliminare gli ebrei era per eliminare la loro dittatura finanziaria”. Questo signore si chiama Beppe Grillo e il blog, infestato di commenti razzisti e anti-semiti, è il suo. Inoltre è il garante, nonché il fondatore e l’ideologo, del Movimento Cinquestelle, il primo partito d’Italia che rischia di entrare addirittura al governo dalla porta principale, con DI Maio a Palazzo Chigi. Continua a leggere

Corteo Macerata

La marcia su Roma
Il marcio su Macerata

di Gerardo Verolino

Un matto comincia a sparare a casaccio su degli uomini di colore per “vendicare”, nel suo distorto modo di vedere, la barbara uccisione di una ragazzina per mano di un nigeriano. Immediatamente le organizzazioni della sinistra più estrema decidono di organizzare una manifestazione “anti-razzista” nella località, Macerata, ma anche in altre città d’Italia, dove sono accaduti i due terribili fatti di cronaca chiamando a raccolta le forze “sane e democratiche” della nazione. Continua a leggere

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La piazza che spiazza

di Gerardo Verolino

Tutto nasce da quella sera. Alle 19,30 del 30 Aprile 1993 vicino piazza Navona, quando Craxi esce dall’hotel Raphael e affronta la folla di giovani che gli lanciano di tutto, monetine, accendini, sputi. Il giorno prima, la Camera, aveva respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti e loro si sentivano in diritto di riversagli tutto il loro odio, mentre Craxi, che, essendo un uomo coraggioso, aveva preferito uscire dalla porta principale dell’albergo, e non, come consigliato dalla secondaria, per affrontarli, senza paura. “Lanciano rubli” è l’unica frase che gli si sentì dire mentre entrava in macchina. Continua a leggere

105497 Francesco Cossiga, il 'picconatore'

La politica del tiro al piccone

di Gerardo Verolino

Dieci anni fa si teneva il primo Vaffaday cioè il momento in cui Grillo si fece un po’ guru, un po’ santone, un po’ politico ed imbracciò il piccone per abbattere il  “sistema” che riteneva marcio.  Il primo  picconatore dell’era politica moderna viene, universalmente, riconosciuto nell’ex presidente Cossiga che, all’inizio degli anni ’90, nel trambusto della fine rovinosa della vecchia repubblica e nella transizione verso la seconda, pensò bene, lui ex mite uomo democristiano, di prendere a picconate (oggi diremmo a sportellate) il vecchio assetto di potere, di cui era stato parte integrante, dapprima come ministro dell’Interno, poi come presidente del Consiglio, infine come Capo dello Stato, per fare spazio ad un nuovo assetto che, a suo parere avrebbe spazzato via l’ottusa Nomenclatura. Continua a leggere

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Una Repubblica fondata
sul lavoro nero

di Ottorino Gurgo

Un nuovo caso ha scosso il mondo politico sino a costringere il governo a far ricorso al voto di fiducia e a mettere addirittura in discussione la sopravvivenza della legislatura: il caso dei voucher, i buoni che permettono di regolarizzare il cosiddetto lavoro occasionale. La loro “storia” è nota: contestati dalla Cgil di Susanna Camusso, i voucher sono stati oggetto di una richiesta di referendum abrogativo dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale. Per evitare la consultazione popolare, i voucher sono stati aboliti dal governo che li ha ora riproposti, sia pure in forma diversa, nella “manovrina”. Continua a leggere

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Grillo Mao

di Emiddio Novi

Le tarantelle di  Grillo e dei suoi followers dovrebbero indurre a qualche riflessione sui milioni di elettori che nonostante tutto lo seguono, lo votano e credono possibile affidare il futuro del Paese a una setta di forsennati smanettatori che vivono nella virtualità digitale. Nel M5S domina la logica di appartenenza delle guardie rosse della rivoluzione maoista. In Cina centinaia di milioni di giovani agitando e memorizzando il libretto rosso di Mao fecero fuori tutta la vecchia classe dirigente comunista accusandola di deviazionismo borghese. Il risultato di quella follia collettiva si è visto dopo poco più di trent’anni. Continua a leggere