di Gerardo Verolino
Dieci anni fa si teneva il primo Vaffaday cioè il momento in cui Grillo si fece un po’ guru, un po’ santone, un po’ politico ed imbracciò il piccone per abbattere il “sistema” che riteneva marcio. Il primo picconatore dell’era politica moderna viene, universalmente, riconosciuto nell’ex presidente Cossiga che, all’inizio degli anni ’90, nel trambusto della fine rovinosa della vecchia repubblica e nella transizione verso la seconda, pensò bene, lui ex mite uomo democristiano, di prendere a picconate (oggi diremmo a sportellate) il vecchio assetto di potere, di cui era stato parte integrante, dapprima come ministro dell’Interno, poi come presidente del Consiglio, infine come Capo dello Stato, per fare spazio ad un nuovo assetto che, a suo parere avrebbe spazzato via l’ottusa Nomenclatura.
Parallelamente all’irruzione sulla scena politica del fenomeno della Lega Nord che univa, per la prima volta nella storia dei partiti, un linguaggio crudo e diretto, Cossiga, si rese protagonista di quella stagione delle picconate ritenendo arrivato il momento di cambiare un sistema dei partiti che giudicava decrepito ed obsoleto.
Le sue picconate che, in fondo, si manifestavano attraverso uno stile comunicativo esplicito, privo di tatto e diplomazia senza badare alla forma, si rivelò tuttavia come un convincente Manifesto politico.
Oltretutto per la paludata storia della prima repubblica fu un atto rivoluzionario. Si può dire che, Cossiga, riuscì nell’impresa di cambiare, da quel momento, tutta la comunicativa politica che diventerà, via via, più aggressiva e creando i presupposti per il linguaggio franco che userà Berlusconi fino a quello ruvido e urticante che utilizzerà Grillo.
Ma il rapporto tra i politici e il piccone è sempre esistito. Prima di Cossiga e prima di Grillo fu, sicuramente, un picconatore, oggi diremmo “vintage”, il commediografo napoletano Guglielmo Giannini che, con il suo movimento dell’Uomo Qualunque, riuscì a portare in Parlamento frotte di deputati che dopo poco, insieme alle sue idee, si dissolsero come neve al Sole.
Lo stesso accadde in Francia, nel ’53, su iniziativa di Pierre Poujade che creò un movimento politico-sindacale di protesta verso l’inerzia del Parlamento che passerà alla storia col termine di poujadismo.
Anche Giannini attaccava i privilegi della Casta politica degli anni ’50 e chiedeva un cambiamento radicale del costume politico.
Ma Giannini, che portava il monocolo, lo affermava con toni eleganti e con un’ironia napoletana che manca del tutto agli sguaiati protagonisti del grillismo che hanno fondato un partito sulla base di un insulto: il Vaffa. Lo scossone che impresse l’Uomo Qualunque durò l’arco di una legislatura.
Finita la burrasca del qualunquismo si ritornò ad una lunga stagione di politica non urlata che sopravvisse per oltre trent’anni, fino all’apparire sulla scena, come detto, della Lega, che con la teoria del “celodurismo”, imbracciando addirittura la clava, sconquassava, insieme al Picconatore sardo, nuovamente, il placido sistema italiano.
Prima Cossiga, poi Bossi, ispirarono Silvio Berlusconi che decise anche lui che era il momento di imbracciare il piccone e scendere in campo quando il sistema puntellato sul pentapartito che, nel frattempo, era stato decimato dalla Magistratura inquirente stava crollando. Il Cavaliere è stato un eccellente picconatore durante le campagne elettorali dove prometteva di cambiare dalle radici tutto l’architrave dello Stato e di stravolgere l’ordinamento giudiziario. In realtà, una volta arrivato al governo, accantonava i toni bellicosi e si dimostrava un uomo di Stato, quasi, di stampo democristiano.
La storia tra politica-popolo e piccone, in senso reale e figurato, è molto più vasta ed articolata. Si possono abbattere Muri, come fecero tre signori alla fine della Guerra fredda, Khol, Reagan e la Tatcher, a Berlino, per creare i presupposti di una nuova era per l’umanità, si sperava, di pace e di benessere.
E si possono abbattere statue, come stiamo assistendo da alcuni mesi, per dimenticare un passato che taluni, e a torto, ritengono imbarazzante. Tuttavia colui che ricorderemo come il Grande Picconatore, più di Cossiga, Grillo e Giannini messi insieme, siede oggi alla Casa Bianca. Ma questa è una storia ancora tutta da scrivere.