Archivio mensile:marzo 2017

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Il tifo che annebbia le menti

 di Adolfo Mollichelli

Due notti cariche di tutto: passione, risentimento, euforia e, soprattutto, rancore. Gli incroci tra Napoli e Juve non sono mai stati normali. Quelli prossimi, tra campionato e coppa Italia, saranno certamente molto di più di due sfide calcistiche tra eterne rivali. Una rivalità più ideologica che sportiva: il Napoli alfiere del Sud, la Juve vista come l’emblema del potere del Nord. Il Napoli casto e puro, la Juve pentascudettata che si porta dietro l’onta vecchia di calciopoli e quella attuale di società collusa con ultrà in odore di ‘ndrangheta. Fino a prova contraria. Il tifo, si sa, è una malattia, curabile. Il tifo calcistico no. Non ha antidoti. E spesso finisce con l’annebbiare le menti. Continua a leggere

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Renzi e De Magistris, “i ladri di Napoli”

di Paolo Isotta

In esordio, una premessa. Oggi si abusa dell’aggettivo “populista”. Il “populismo” è un movimento politico preciso con proprie caratteristiche il quale ha, per esempio, portato nella Russia zarista all’abolizione della servitù della gleba. Salvini, Grillo, De Magistris (e, aggiungo io, in parte Berlusconi e Renzi), definiti sprezzantemente “populisti”, magari lo fossero! Sono invece “demagoghi”, giacché si rivolgono alla piazza sollecitandone gl’istinti, a volte bassi, a volte sacrosanti, ma sempre illudendola con promesse che non potranno mantenere mai e della illusorietà delle quali sono perfettamente consci. Continua a leggere

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Il tramonto del sol dell’avvenire

di Enrico Mentana

L’allarme risuona da tempo, ma ora la caduta sembra accelerarsi ogni volta. I partiti della sinistra europea sembrano seguire la parabola che porta al tramonto di quello che fu nelle speranze di tanti milioni di uomini e donne il sol dell’avvenire. Nelle recenti elezioni olandesi i socialisti hanno perso tre quarti dei seggi in parlamento, superati non solo da liberali, conservatori e destra populista, ma anche dai verdi, com’era già avvenuto alle presidenziali austriache. Continua a leggere

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Più David che Golia

di Franz Krauspenhaar

Accorsi e Bruni Tedeschi e compagni sono tutti attori che recitano sempre nello stesso modo. Come faceva Horst Tappert di Derrick. Solo che il signore di Wuppertal Elberfeld, dove mio padre prese un diploma commerciale in tempi che non vi dico, fece lo stesso personaggio per 25 anni. Loro invece cambiano i personaggi, almeno apparentemente. È che il risultato non cambia. È il camaleonte il grandissimo attore. È Volonté’,  per intenderci. Anzi era. Ma che film ha vinto quest’anno? L’anno scorso vinse Lo chiamavano Jeeg robot. Ben girato, ma anche banale come un minghia che manga. Ridi, ma non vedi l’ora che finisca. Attori ottimi, bei movimenti di regia, citazioni a iosa, e fatte con estro; e poi? Un fumetto. Cercate piuttosto un film del presidente Giuliano Montaldo. Tipo Una bella grinta, 1965, con Renato Salvatori. Mi direte, altri tempi. Ma no, il tempo non esiste… Continua a leggere

arcivescovo di Canterbury Rowan Williams

Maledetta Londonistan

di Emiddio Novi

Londra  aveva eletto un sindaco musulmano, Sadiq Khan, credendo di mettersi al sicuro. E anche per farsi perdonare gli otto anni in cui s’era affidata a un conservatore di estrema destra, l’attuale ministro degli Esteri Boris Johnson. Poi, inaspettato e imprevedibile, parte da Birmingham un cinquantenne dalla personalità multipla. Un tranquillo insegnante di inglese, un criminale di mezza tacca che ha soggiornato nelle galere inglesi, un meticoloso e pignolo uomo di casa che curava il prato verde e si dedicava a lavoretti di manutenzione domestica, un assiduo frequentatore di discoteche che costringeva la moglie a indossare il velo, un lupo solitario del terrorismo islamista addestrato al sacrificio totale: Khalid Massood  (nella foto sotto) era tutto questo. Continua a leggere

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Giggino, Antigone e Pappagone

 di Marco De Marco

Non più Antigone ma Creonte? Chi è oggi Luigi de Magistris? Gratta gratta, è questo l’imbarazzante dilemma posto dal ministro De Vincenti a proposito degli alloggi popolari di Scampia assegnati alla camorra. C’è insomma da capire se il sindaco sia ancora dalla parte della sacerdotessa della contestazione; o se sia finito invece per identificarsi con il più noto difensore della legge scritta. Finora, il sindaco di Napoli, che non a caso ama definirsi ribelle, è sempre stato dalla parte di Antigone, cioè della giustizia sostanziale contro quella formalistica del reggitore di Tebe. Continua a leggere

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Napoli, menestrelli & becchini

di Valerio Caprara

 Non è che il punto di partenza scateni, a essere sinceri, un entusiasmo straripante. Intendiamoci, il concept progettuale e la struttura (oratori in primis) del convegno del Pan appaiono di buon livello e superiori ai sospetti di fumisteria pretestuosa: resta il fatto, però, che, riducendo la questione all’osso, la scelta dei modi con cui oggi è possibile raccontare Napoli spetta soprattutto agli artisti e a chi si ritiene o è ritenuto tale. Continua a leggere