arcivescovo di Canterbury Rowan Williams

Maledetta Londonistan

di Emiddio Novi

Londra  aveva eletto un sindaco musulmano, Sadiq Khan, credendo di mettersi al sicuro. E anche per farsi perdonare gli otto anni in cui s’era affidata a un conservatore di estrema destra, l’attuale ministro degli Esteri Boris Johnson. Poi, inaspettato e imprevedibile, parte da Birmingham un cinquantenne dalla personalità multipla. Un tranquillo insegnante di inglese, un criminale di mezza tacca che ha soggiornato nelle galere inglesi, un meticoloso e pignolo uomo di casa che curava il prato verde e si dedicava a lavoretti di manutenzione domestica, un assiduo frequentatore di discoteche che costringeva la moglie a indossare il velo, un lupo solitario del terrorismo islamista addestrato al sacrificio totale: Khalid Massood  (nella foto sotto) era tutto questo.

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Si era convertito all’Islam nel 2005 e nel giro di dodici anni aveva cambiato cinque volte casa. Quando la polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento a Birmingham ha arrestato tre uomini e una donna che stavano preparando un altro attentato. Khalid, il terrorista dalle molte facce, si riprometteva una strage come quella di Nizza con più di cento morti. Ne ha ammazzati due che poi sono aumentati a quattro e altri forse ne seguiranno.

Tra i quaranta feriti alcuni sono in fin di vita. Il poliziotto sgozzato faceva parte del rito di un soldato islamista votato alla morte.

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Maulana Sheffield Raza

Eppure Londra oltre ad aver eletto un sindaco musulmano è stata definita da Maulana Sheffield Raza, predicatore islamista, “una città più islamica di tanti Paesi musulmani messi insieme”. Nella città sono monitorati e sorvegliati 3000 potenziali terroristi.

Khalid non rientrava in questa prima fascia. Era stato schedato come estremista, ma ritenuto per nulla pericoloso.

Government Set To Ban Islamist Group That Planned Wootton Bassett March

Molti quartieri periferici di Londra rientrano nel territorio definito Londonistan. È da queste periferie che i muezzin chiamano alla preghiera i loro fedeli e spesso per incitarli alla guerra contro gli infedeli corrotti e invertebrati, ritenuti incapaci di fermarli in questa lenta e percettibile avanzata.

Lo Stato sociale inglese paga anche l’addestramento di questi terroristi. I loro imam radicali esortano i seguaci più fanatici a licenziarsi, rimanere disoccupati e accedere ai sussidi di disoccupazione, in modo di avere un reddito e addestrarsi alla guerra contro gli infedeli. Un imam conosciuto e schedato come pericoloso predicatore, s’è licenziato e si fa mantenere dallo Stato inglese per proseguire senza problemi la sua opera di convincimento e reclutamento.

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Sadiq Khan, il sindaco musulmano di Londra

Mentre le chiese chiudono nei territori londinesi del cosiddetto Londonistan, sono state aperte 423 moschee. Quelle ufficialmente censite e sotto controllo, a dire il vero; poi ci sono le altre, quelle clandestine di cui non si sa nulla. Il cristianesimo inglese tra matrimoni gay, aborti, eutanasia, cultura gender, aperture ultralaiciste ormai è una corrente screditata e minoritaria del politicamente corretto.

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I cristiani inglesi, come quelli italiani, cedono le chiese ai migliori offerenti. È così la chiesa cattolica di San Pietro di Waterloo Road a Birmingham, si è trasformata nella grande moschea Medina. La metà dei musulmani britannici ha meno di 25 anni. Il 25 per cento dei cristiani sfiora i Settanta anni. Tra poco meno di 20 anni i musulmani praticanti supereranno in numero i cristiani praticanti. I musulmani disprezzano cattolici e anglicani che in un decennio hanno venduta a privati cinquecento chiese. In città come Bradford metà dei bambini è musulmana. Ma un dato allarmante è quello delle 1700 moschee aperte in Inghilterra, di cui appena due sono ritenute moderniste e moderate e al riparo di ogni tentazione islamista.

Sadiq Khan

Rowan Williams

In Inghilterra esiste anche un sistema giudiziario parallelo, e corti della sahariana. L’ex arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, dopo aver preso atto che ” la cristianità non influenza più il sistema legale” ha ritenuto giusto che la comunità islamica sia giudicata da una giustizia ispirata alla loro religione.

Quanti sostengono che questo andazzo rischia di consegnare la Gran Bretagna a un popolo invasore, quello di fede islamica, sono accusati e a volte anche processati come fomentatori di odio e quindi provocatori di disordini e contrapposizioni etniche. Il nazionalismo identitario, ovunque, anche in Inghilterra vuol segnare una rottura totale con tutta questa immondizia morale politica e religiosa che sta distruggendo la nostra civiltà.

 

 

 

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