Archivio della categoria: prima-pagina

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Il Cristo Che

di Adolfo Mollichelli

Chiedetegli chi erano i Beatles ed i ragazzi di oggi vi risponderanno subito, Chiedetegli chi fu Guevara e molti esiteranno. Penny Lane è più vicina di Villagrande. Lo mostrarono al mondo in una fotografia straziante. Stava di piedi come il Cristo del Mantegna. Con le mani amputate. Per ordine del dittatore boliviano Barrientos per dare modo alla polizia argentina di identificarlo con il riscontro delle impronte digitali. Era il corpo martoriato di Ernesto Guevara de la Serna, il Che, giustiziato il 9 ottobre del 1967 nel villaggio andino de La Higuera, il posto dei fichi. Il 14 maggio aveva compiuto 39 anni. I corpi del Che e di sei dei suoi compagni furono gettati in una fossa comune. Furono ritrovati trent’anni dopo, il 28 giugno del 1997. Da allora il Che e i suoi guerriglieri riposano in un mausoleo nella città di Santa Clara. Continua a leggere

105497 Francesco Cossiga, il 'picconatore'

La politica del tiro al piccone

di Gerardo Verolino

Dieci anni fa si teneva il primo Vaffaday cioè il momento in cui Grillo si fece un po’ guru, un po’ santone, un po’ politico ed imbracciò il piccone per abbattere il  “sistema” che riteneva marcio.  Il primo  picconatore dell’era politica moderna viene, universalmente, riconosciuto nell’ex presidente Cossiga che, all’inizio degli anni ’90, nel trambusto della fine rovinosa della vecchia repubblica e nella transizione verso la seconda, pensò bene, lui ex mite uomo democristiano, di prendere a picconate (oggi diremmo a sportellate) il vecchio assetto di potere, di cui era stato parte integrante, dapprima come ministro dell’Interno, poi come presidente del Consiglio, infine come Capo dello Stato, per fare spazio ad un nuovo assetto che, a suo parere avrebbe spazzato via l’ottusa Nomenclatura. Continua a leggere

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Il Mondo, la Terra e gli Schiavi

di Emiddio Novi

Turni di 24 ore, sei giorni su sette. 12 ore di lavoro per turno. Vietato sedersi nelle 12 ore di lavoro. I dormitori sono in fabbrica. Perché si è convocati a ricoprire un turno di lavoro anche mentre si dorme. La Apple e tutte le multinazionali innovative impongono questi ritmi e questo schiavismo produttivo ai loro operai cinesi. Il salario è di 1,85 dollari l’ora. Le multinazionali americane non pagano le tasse in Patria. Se la Fiat le paga in Olanda, gli americani preferiscono l’Irlanda, un paradiso fiscale dove le tasse sono quasi azzerate.  Per garantire e difendere questo schifo, un anno fa intervenne il presidente Obama per impedire che i suoi amici evasori fiscali fossero gravati in Europa da un migliaio di miliardi di tasse. Mille miliardi. Continua a leggere

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Le sorprese amare

di Gianpaolo Santoro

Una Pasqua piena di sorprese. Amare. Due buffi personaggi fanno a chi ce l’ha più grosso (il sistema nucleare) e si divertono così. Sembra un fumetto. Stava per scoppiare una guerra a loro insaputa, perché questi saranno anche capaci di colpire un obiettivo a chilometri e chilometri di distanza ma non sanno neanche scrivere un comunicato. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha diramato un dispaccio d’agenzia che ragguagliava il mondo che un missile era stato lanciato nel giorno dell’anniversario di Kim Il Sung. Uno schiaffone a big Donald, altroché. Ed ora l’America? Bloomberg Cbs e Cnn rilanciavano la notizia, scattava la grande emergenza, ci siamo trovati all’alba della guerra, per la bufala di un cronista che chissà cosa aveva per la testa… E conoscendo le gesta di leader Kim chissà se quel poveretto la testa ce l’ha ancora. Continua a leggere

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La stortura democratica

di Ottorino Gurgo

 Ci risiamo. Ancora una volta, in uno snodo politico di rilevante importanza, si riapre, in un deprimente deja vu, la cosiddette “questione giudiziaria”, con la Magistratura che interviene, a gamba tesa, in questioni che dovrebbero essere riservate all’ambito politico. Con buona pace di quanti si proclamano “garantisti”, l’appello a rispettare il dettato costituzionale che vuole che l’imputato (e, a maggior ragione, il semplice indagato) sia considerato innocente sino alla sentenza definitiva, rimane sempre più inascoltato. Vengono emessi verdetti, emanati giudizi di condanna stilate liste di proscrizione, presentate in Parlamento mozioni di sfiducia contro questo o quello, formulati perentori inviti alle dimissioni. Continua a leggere

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I have a dream, America first

di Emiddio Novi

Trump conquista l’America con il suo discorso al Congresso.
L’ottanta per cento di quelli che lo hanno ascoltato ne ha condiviso il tono, i contenuti e soprattutto la missione che questo presidente nazionalista ha assegnato al Paese.
Trump ha chiamato il suo Paese, il suo popolo a pensare in grande, a non farsi dividere da quanti non hanno coraggio e fede. Gli americani devono ritrovare l’orgoglio di essere un popolo con un destino comune, con lo stesso sangue, creato dallo stesso Dio. L’America ha investito, speso miliardi oltre oceano, fuori dalle sue frontiere, dice Trump. Le famiglie americane per troppo tempo non hanno trovato nessuno disposte ad ascoltare. Poi la rivoluzione del 2016, e l’America si è affidata a chi la vuole ricostruire e farla di nuovo grande. 

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I blancos e i neri, il giorno più lungo

 di Adolfo Mollichelli

Il giorno più lungo. L’attesa. Trent’anni dopo. Il principe e il povero. Sfida all’Ok Corral. Una giornata particolare. Scegliete voi il titolo che più v’aggrada. In attesa che sul palcoscenico del Bernabeu gli attori recitino la loro parte. Entusiasmo alle stelle (diecimila napoletani nel tempio del calcio madrileno),voglia di esserci, speranza e scaramanzia, sogno ad occhi aperti e, sinceramente, non vedo l’ora che arrivi questa sfida di Champions perché non se ne può più di parole, parole, parole come cantava la grande Mina. Continua a leggere

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Se questo è un Festival

di Iolanda Siracusano

Il Festival di Sanremo 2017 chiude finalmente i battenti per la gioia di quanti da anni seguono l’evento musicale dell’anno e ogni anno rimangono sempre più delusi dal livello delle canzoni in gara che ormai sembra la finale in differita del talent Amici di Maria De Filippi. Perché la sensazione è questa:  le canzoni che arrivano illese fino all’ultimo sono canzoni tutte uguali, piatte, scritte con la stessa ispirazione con cui si scriverebbe una lista della spesa Continua a leggere

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L’insopportabile dittatura
dell’euro-marco di Angela

di Emiddio Novi

C’è voluto un presidente americano per denunciare la colonizzazione dell’Europa da parte dei tedeschi. Donald Trump  ha schierato sul campo Peter Navarro, il suo braccio destro per la politica degli scambi commerciali. Navarro si è limitato a enunciare una verità nota da 15 anni. I tedeschi hanno imposto il loro euro ipersottovalutato per esportare di più e per invadere gli altri Paesi europei con i loro prodotti. L’euro non è altro che un marco camuffato meno forte di quanto dovrebbe valere come proiezione monetaria dell’economia tedesca. Un marco debole consente alle imprese tedesche di esportare a prezzi competitivi. Continua a leggere

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Il settimo sigillo

 di Adolfo Mollichelli

Dopo il Cagliari, batte di goleada anche il Toro ed è ad un punto dalla Roma, cioè dal secondo posto. Altri cinque gol, ma stavolta ne incassa tre. Sugli scudi sempre Mertens che realizza un poker e immagino che dopo quello di Cagliari si sia portato a casa anche un altro pallone. Sette reti in due partite. L’ultimo sigillo, giravolta e pallonetto in diagonale è stato letteralmente da favola. Continua a leggere