Valerio Caprara

Valerio Caprara

Professore di Storia e critica del cinema all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e dal 1979 critico cinematografico del quotidiano “Il Mattino”. Presidente della Campania Film Commission.

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La Forza di Stars Wars

di Valerio Caprara

Il reiterato duello buoni-cattivi non prevede in sostanza una vera inversione di rotta del viaggio meta-fantastico dove batteva e continua a battere il cuore dell’originario mystery galattico. Non avanza così di un passo lo scioglimento dell’arcano e cruciale quesito sulla trasmissione, il controllo e il significato della Forza

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La bella addormentata s’è svegliata, ma è rimasta sdraiata sul letto del mito. Era più che logico, smisurate operazioni promozionali a parte, essere in fibrillazione per l’esordio della terza trilogia programmata dai nuovi padroni Disney dopo l’acquisizione dei diritti da George Lucas da anni in riserva inventiva, stilistica e produttiva. Certo “Star Wars – Il risveglio della Forza”, settimo capitolo della saga iniziata nel 1977 e dominatrice dell’immaginario di almeno due generazioni intercontinentali, ha almeno il merito di cancellare i pessimi prequel “La minaccia fantasma”, “L’attacco dei cloni” e “La vendetta dei Sith” che tra il 1999 e il 2005 avevano gettato con riprovevole pigrizia la favola tecnologica nelle fauci della computergrafica o CGI che rende sterile, uniforme e gelida la resa della pellicola e “marvelizzate” (in riferimento alla storica casa editrice di fumetti, poi traslocata anche nel settore cinematografico) le atmosfere romanzesche.

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I meriti del regista ingaggiato come una sorta di riacchiappa-mito, l’atteso J. J. Abrams già artefice di grandi serie (“Alias”, “Lost”, “Fringe”) nonché stratega del rilancio di “Star Trek” sul grande schermo, si rivelano, a luci riaccese, quelli di avere restituito all’universo della moderna Iliade la sua patina antica, il suo taglio da western spaziale e di avere richiamato in servizio le vecchie glorie rottamate Han Solo-Ford, Chewbacca-Mayhew, Leila-Fisher e (ancorché per una fuggevolissima apparizione in extremis) Luke Skywalker-Hamill. Non è poco, ma neppure il tesoro che si aspettavamo i catecumeni.

1449679771_x1626IMAX_tea0050_PUB_IMAX_noMB_16int.v07.4-600x335La trama non è, per cominciare, un granché avvincente e dei giovani eroi arruolati per ringiovanire il cast s’apprezzano Boyega nel ruolo del soldato pentito Finn e la Ridley in quello della spazzina predestinata Rey, ma nient’affatto Driver come adepto del Lato Oscuro e Isaac come pilota membro della Resistenza.

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Il reiterato duello buoni-cattivi, sia pure gratificato da un pugno di sequenze magistrali, non prevede in sostanza una vera inversione di rotta del viaggio meta-fantastico dove batteva e continua a battere il cuore dell’originario mystery galattico e di conseguenza non avanza di un passo lo scioglimento dell’arcano e cruciale quesito sulla trasmissione, il controllo e il significato della Forza. Il geniale Abrams, dunque, potrà consolare i nostalgici e gli Star Wars-dipendenti e incassare in gloria del proprio curriculum e dell’economia hollywoodiana le megacifre versate dalle masse dei nuovi e ignari spettatori. Ma l’adepto doc spera di avere assistito soltanto a un’introduzione del restante dittico e che le spade laser creative siano ancora rimaste nei foderi.

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