Valerio Caprara

Valerio Caprara

Professore di Storia e critica del cinema all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e dal 1979 critico cinematografico del quotidiano “Il Mattino”. Presidente della Campania Film Commission.

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La leggenda del supereroe coatto

di Valerio Caprara

Anche chi ha perso ogni speranza nei confronti del cinema italiano potrà verificare che nelle sale è arrivato uno dei titoli più intelligenti, innovativi e divertenti degli ultimi anni: “Lo chiamavano Jeeg Robot” del quarantenne Gabriele Mainetti recupera lo spirito dei manga giapponesi degli anni ’70 e ’80 e le spavalde lezioni di fantasy impartite ai bambini e agli adolescenti di allora dalle maratone tv di Jeeg Robot, Goldrake e Mazinga, per tramandare la nuova leggenda del primo supereroe coatto di una cinica metropoli odierna

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Epico, romantico, crudo, grottesco… Imperdibile. Enzo Ceccotti da Tor Bella Monaca è un selvatico e solitario balordo che rischia la galera ogni giorno. Sta per morire, ma invece scopre che il suo corpaccione maldestro si ritrova suo malgrado dotato di poteri incommensurabili. Potrà sopravvivere e per di più inseguire sogni proibiti, facendo i conti, però, con quelli svitati di Alessia, ragazza cresciuta nel corpo ma non nel cervello e quelli megalomani dello Zingaro, psicotico capobanda che tra una carognata e l’altra si diverte a cantare travestito da Nada o Anna Oxa…

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Anche chi ha perso ogni speranza nei confronti del cinema italiano potrà verificare che nelle sale è arrivato uno dei titoli più intelligenti, innovativi e divertenti degli ultimi anni: “Lo chiamavano Jeeg Robot” del quarantenne Gabriele Mainetti, già apprezzato come autore di corti, recupera lo spirito dei manga giapponesi degli anni ’70 e ’80 e le spavalde lezioni di fantasy impartite ai bambini e agli adolescenti di allora dalle maratone tv di Jeeg Robot, Goldrake e Mazinga, nonché gli aggiornamenti postmoderni alla “Tetsuo” di Tsukamoto, per tramandare la nuova leggenda del primo supereroe coatto di una cinica metropoli odierna.

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In sinergia con gli sceneggiatori Guaglianone e Menotti, il regista è riuscito, infatti, nel compito di fondere le diverse e talvolta contrastanti tonalità della storia in una partitura che non assomiglia a nessun’altra e spinge il pubblico sulle montagne russe d’immagini, azioni e dialoghi che quasi tutti si spingono sulla strada della sorpresa.

Oltre alla cura formale, a cui va aggiunta la buona qualità degli effetti speciali low budget, il film vanta poi interpreti immuni dai cliché indossati a rotazione dalla compagnia stabile dei commedianti autarchici: Claudio Santamaria, con la sua intensa catarsi fisica e psicologica; Luca Marinelli, scatenato nelle acmi cult eppure attento a rendere gli eccessi del suo personaggio sempre ambigui ed imprevedibili; Ilenia Pastorelli, rivelazione del cast rubata a un’edizione del Grande Fratello, in grado di ricordare con la sua derelitta innocenza certe incarnazioni della Masina care a Fellini.

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Senza contare il bonus garantito del resto del cast, una schiera di partecipi maschere (Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Antonia Truppo, Salvio Esposito) che inoculano con una dose d’autoironia i germi di “Romanzo criminale” in “Gomorra”.

Se ci voleva, insomma, un bel po’ di fegato nello scavalcare la rigida separazione tra cinema “vero” e cinema “falso” chiedendo una sospensione della credibilità che peraltro permetta di non perdere contatto con la realtà circostante, il premio è costituito da un film che non a caso ha strappato ripetute standing ovation al pubblico fresco, vivace e cinefilo dell’ultimo festival di Roma.

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Il finalissimo serve al film come l’acqua al terreno e pretende che gli spettatori non si alzino e le luci non si accendano anticipatamente: Corri ragazzo laggiù/vola tra lampi di blu/corri in aiuto di tutta la gente/dell’umanità…

 

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Un pensiero su “La leggenda del supereroe coatto

  1. Eleonora

    Ho visto il film proprio ieri: recensione perfetta!
    Sono rimasta incollata alla poltrona.l’attenzione completamente rapita dallo schermo. Ho riso, corso, addirittura pianto, sperato…e sognato. Bellissimo! Un approccio al manga del tutto diverso, originale…un approccio italiano mi sento di direzione, lontano anni luce dai supereroi raccontati dal cinema americano. Un film che raccoglie sfumature infinite…tutte ben Impresse nella tela o trama di un film che ti esplode dentro.

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