Mimmo Carratelli

Mimmo Carratelli

Giornalista e scrittore. È stato inviato speciale e caporedattore al “Roma” di Napoli, a “La Gazzetta dello Sport”, al “Corriere dello Sport-Stadio”, a “Il Mattino”, oltre che vicedirettore del “Guerin Sportivo”.

De Laurentiis a Porto a Porto
“Parla” e si sfoga il presidente prima del duplice impegno di Uefa League 
di Mimmo Carratelli

De Laurentiis a Porto a Porto

 di Mimmo Carratelli

Ma chi credete di essere in questa città inconcludente che io saprei come organizzare, non solo il calcio. Qui si può costruire l’Eldorado.

dl2Napoli ha tutto e in quindici anni potrebbe diventare una locomotiva. Facciamo un’isola artificiale a forma di palma in mezzo al golfo, come ce n’è una a Dubai, e la chiamiamo Palma e ci facciamo un casinò, un albergo, villette a schiera e un approdo per 300 barche. Facciamo di via Caracciolo una promenade, come ce l’ha Nizza, come la Croisette di Cannes. Facciamo un tunnel sotterraneo dagli alberghi del lungomare a Mergellina e sopra facciamo 17 stabilimenti balneari. Creiamo 40mila posti barca da Bagnoli a Pozzuoli. Dove è nato Totò, alla Sanità, facciamo un set cinematografico permanente. Ho presentato i progetti in Comune, nessuna risposta. La Circumvesuviana è in crisi? La compro io. Io ho un progetto per Pompei che sta cadendo a pezzi. Faccio un molo di attracco per navi da crociera a Torre Annunziata che è a due passi da Pompei e così porto comodamente i turisti agli scavi. Poi, accanto alla città antica, faccio una Pompei al coperto, come un set cinematografico, mentre cerco di restaurare la città romana, e nel set ci metto gli attori che devono prendere per mano i visitatori per raccontargli la storia di Pompei, e poi faccio un hangar come gli Universal Studios in California e con l’aiuto degli effetti speciali creo uno spettacolo per inscenare l’eruzione del Vesuvio del 79. Intanto, prendo Benitez per internazionalizzare il Napoli mentre Mazzarri si è venduto allo scornacchiato di Milano. Mazzarri io l’ho valorizzato e lui se ne è andato, non lo sopportavo più, anche con Christian De Sica ho rotto, non mi devono rompere, Mazzarri è bravo, è uno stratega, ma è incazzoso come Sean Penn, neanche Paolo Cannavaro mi deve rompere, questo stronzo che piglia una barca e porta Higuain a Capri e lo fa cadere sugli scogli. Mazzarri è un lupo solitario, non potrebbe mai fare un cinepanettone, non si è mai ambientato a Napoli, non ha mai sposato la napoletanità, per questo dopo sei, sette mesi ho capito che se ne sarebbe andato, poi è rimasto quattro anni, come allenatore non si discute, dice che mi ha dato tanto, anch’io a lui, gli ho dato il Napoli. Con Benitez mi sono inteso in pochi minuti, la pensa come me, stare in Champions è un diktat e lui è d’accordo. E lo stadio, se de Magistris fa il pesce in barile, io rompo il barile e vado a farmi uno stadio a Caserta o a Los Angeles. E basta con questi giornalisti, iettatori e rompicoglioni, che scrivono stronzate. A Napoli c’è solo il calcio e allora ringraziatemi. La Federcalcio è un animale preistorico. Tutto il calcio, così com’è, è preistorico. Vedo attorno a me un mondo opacizzato, ibernato, la Federcalcio è ibernata su pozioni ottocentesche. Sono tutti delle merde, delle teste di cazzo, glielo dico in diretta, mi vergogno di essere italiano, chiederò la cittadinanza a un altro Paese.

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E me ne vado via mentre le teste di cazzo fanno i calendari dei campionati, esco in strada e salto sul motorino di Marco Manzo, 24 anni, milanese di Segrate, laureato in comunicazione digitale, sono Aurelio De Laurentiis, mi porti via. E lui mi porta via e poi gli regalo una Sport City Cube 300, una moto da cinquemila euro perché mi ha portato via dalle teste di cazzo. Il mondo del calcio mi prende totalmente, non ci posso credere, non ci credono neanche gli altri, ma sono entrato in un sogno e sono proprietario di un club che rappresenta una città unica al mondo, e il Napoli è il mio film più bello. Sono innamorato del 3-5-2, le fasce laterali che salgono maestose, vanno all’attacco e possono creare un putiferio, questo è molto americano, è proprio un film come nelle grandi pellicole americane. Datemi la Mostra d’Oltremare e io ci faccio la Cittadella del Napoli e lascio Castelvolturno. Faccio il Napoli modello Barcellona, modello Manchester. Il Barcellona del futuro si chiama Napoli. Faccio la Scugnizzeria per i ragazzi di Napoli che vogliono diventare campioni di calcio. Sono Aurelio De Laurentiis e sono un vulcano di idee. Ma mi fanno girare sempre i neuroni. Adesso vogliono Hamsik. Va bene, ma io Hamsik non lo vendo a meno di cento milioni. Il Napoli non è un supermercato, al massimo è una gioielleria dove tutto costa caro. Il Napoli è anche un fatto filosofico e non permetto a nessuno di metterci bocca, nemmeno a Giorgio Bocca quando è stato il suo turno. E’ fantastico essere Aurelio De Laurentiis. Ma se mi rompo i coglioni, io me ne posso anche ritornare in America.

(Tratto da “Elogio di Aurelio De Laurentiis” di Mimmo Carratelli, Pironti editore. Nel libro, il giornalista sceglie di essere reincarnato in De Laurentiis e parla come lui).

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