Mimmo Carratelli

Mimmo Carratelli

Giornalista e scrittore. È stato inviato speciale e caporedattore al “Roma” di Napoli, a “La Gazzetta dello Sport”, al “Corriere dello Sport-Stadio”, a “Il Mattino”, oltre che vicedirettore del “Guerin Sportivo”.

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Le cerbiatte dagli occhi di gatta

di Mimmo Carratelli

L’Assemblea Nazionale del popolo, organo legislativo cinese, ha adottato la legge  che autorizza le coppie ad avere due figli, chiudendo così l’era dell’obbligo del figlio unico durata ben 35 anni. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica cinese, la popolazione in Cina alla fine del 2014 era di un miliardo e 367,8 milioni di abitanti. Senza la politica del figlio unico la Cina avrebbe già raggiunto i due miliardi di abitanti.

La Cina attualmente è un Paese con un forte squilibrio di genere. La preferenza dei genitori cinesi per i figli maschi ha spesso portato ad aborti (300 milioni di aborti forzati, 200 milioni di sterilizzazioni). Negli ultimi 20 anni, il rapporto tra i sessi dei neonati è rimasto intorno a 118 su 100 (uomini rispetto alle donne).  La Cina rischiava di diventare un Paese sempre più vecchio e, soprattutto, sempre con meno donne. Insomma si rischiava a poco a poco di perdere le cerbiatte con gli occhi di gatta. Benedetta sia la nuova legge…

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Cerbiatte. Occhi di gatta. Giunchi di ragazze. Capelli di seta nera. Le cinesi sono tra noi. Bellezze di un Oriente misterioso. Fascino di una civiltà antica che si è aperta al mondo. Magre, slanciate, suggestive. Sfilano sulle passerelle della moda. Sorridono dagli schermi cinematografici. Appaiono e vincono nello sport. Ammiccano dagli spot pubblicitari. Trionfano nei concorsi di bellezza. Con quei nasi a patatina, più belle della luna. Hanno gambe lunghe e piccoli seni di delizia. Esotiche e moderne. Hanno incantato alle Olimpiadi. Dilagano sulle scene del mondo.

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Soldatesse cinesi

Se ne innamorò Marco Polo? Fra le tante delizie che incontrò e descrisse nel suo viaggio alla corte del Kublai Khan, non ci sono note appassionanti sulle ragazze cinesi. Accompagnò per mare la principessa Kocacin conducendola in sposa al re di Persia senza invaghirsene. Troppo fasciate di seta, troppo coperte, il viso appesantito dal maquillage, i piedi “a forma di loto”, piccoli, deformati dalle fasciature, costretti in scarpine rigide che le davano un’andatura precaria e oscillante, il “segnale” di un erotismo doloroso e feudale, Cenerentole del Confucianesimo. Così erano le ragazze del Catai, così per lungo tempo sono state le ragazze sottomesse del Celeste Impero. Oggi Marco Polo non le riconoscerebbe.

CHINA-POPULATIONLe cinesi non hanno liberato solo i piedi, martirizzati per secoli. Hanno liberato se stesse. Hanno liberato la propria bellezza. Hanno smesso le rigide divise di Mao e, dentro i vestiti di seta di Hangzhou, vibrano corpi moderni, sottili, elastici. La pelle morbida, gli zigomi alti, quel taglio obliquo degli occhi, retaggio di un fascino antico, risplendono sotto le luci del mondo. I tacchi a spillo hanno sostituito le scarpette rigide.

Ricordo le ragazze sportive del severissimo colonnello Ma Junren. La mezzofondista Liu Dong preferì lasciare la squadra ribellandosi all’imposizione di tagliarsi i lunghi capelli di suggestione e piantare il boy-friend. Ribellione e indipendenza, come non era mai successo prima. Il colonnello distribuiva pozioni magiche per il rendimento negli stadi: sangue fresco di tartaruga, cibi con funghi e vermi speciali, peli tritati di unicorno. Magie antiche per ragazze proiettate nel futuro.

Na Li, la prima tennista

Na Li

 

Erano atlete pronte alla sofferenza e al sacrificio, ma hanno iniziato a difendere e a proclamare la loro femminilità. È deliziosa Na Li, la prima tennista cinese (oggi si è ritirata) a vincere un torneo del Grande Slam (nel 2011 al Roland Garros). Erano ragazze irresistibili nel badminton e nel tennistavolo. Stanno conquistando i podi di tutte le discipline come la nuotatrice di dorso Zhao Jing. Sono i “fiori dorati” sbocciati da dieci anni a questa parte. Belle e vincenti.

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Zhang Zilin, miss mondo

L’altra metà del cielo, come le definì Mao, liberandole dai piedi fasciati e promuovendone l’emancipazione, avanza in tutti i campi. Otto anni fa, Zhang Zi Lin, ventitreenne segretaria di Pechino, conquistò la corona di Miss Mondo. Le top-model più richieste (gambe lunghissime ed estrema mobilità articolare) sono cinesi. Come Liu Wen, pudica ed eccitante, la prima a mostrarsi in bikini. Come Zhang Ziyi, campionessa di danza, attrice e mannequin.

Come Lynn Xiong che è sulle copertine di “Vogue” e “Harper’s Bazaar”. Come Wang Quing Quing alta 1,82 scovata in un villaggio rurale. Come Qu Ying dalle gambe mozzafiato. E poi le splendide donne dello schermo: Tang Wei; la super girl Li Yuchun; Gao Yuanyuan al centro di un cinematografico triangolo amoroso nel più seguito gossip cinese; Gong Li irresistibile quarantenne di Sheyang, pelle di velluto, lunghi capelli neri, sguardo profondo, protagonista in “Lanterne rosse”; e Chen Hao e Maggie Chenny protagonista in ottanta film.

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Cinesi belle da morire che spezzano il cuore, l’ultimo sogno degli uomini occidentali. E quel vezzo di usare ombrellini per evitare che il sole possa colorirgli la pelle. Pelle di luna, ed è detto tutto.

 

 

 

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