Marco Catizone

Marco Catizone

Avvocato, scrittore satirico e giornalista pubblicista. Scrive di politica, teatro e cultura su blog, siti e riviste on line.

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Lavoratori? prrrrrrrrrr …..

di Marco Catizone

“L’ambizione non è che una semplice vanità passata di grado” ( Jerome K. Jerome).

“  ‘A verità, è che nun avete niente da di’  “( Il Marchese del Grillo).

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Lavoratori di tutto il mondo… scioperate, scioperate pure, che tanto qua, in Renziland 2.0 ce ne catafottiamo e pure assaje! Maledetti, gufi e ciucciuettole, Lupi, questo siete, che precettate alla va’ la peppone; e anzichè no, alt! Alt companeros! Retro march, che chi di precetto ferisce poi indi ne perisce, e dunque abbasta la figurella da primmera incartata del Ministro (per mancanza di prove) Lupi, costretto a rimangiarsi il decreto con tutto l’incarto come natalizio Ferrerorochè (e quelli sì che non scioperano mai!), pronto come treno frecciarotta in prima linea allo sferragliamento, per  barbina figura che in diverso consesso avrebbe fatto incetta d’oscar per dimissioni in pronta consegna: ma giammai, che siam gente pratica e praticona, d’Italique per farla breve, e dunque via di sciopero, Generale, che tanto le truppe pur compatte devono da magnà, e quindi trippa, o al massimo cotica, chè al Governo ci si attovaglia per la battaglia ferale (o feriale?).

Sciopero: al via protesta Cgil-Uil, disagi per chi viaggia

Per Cgil e Uil ha scioperato il 70% dei lavoratori

Sciopero! Sciopero! Sciopero! Con la quasi metà della trimurti in resta, o quel che ne, con Cgil e Uil sodali, che qui siam Camusso e non ca-mosci, e duri e puri e di grancassa, contro leggi instabili per precariato stabile, contro abolitio cum criminis di leggi da voto minimo (18 le va bene?), contra Job Act, contro un Governo sordo ai richiami, amnate dei proclami e degli slogan facili ed elementari, contro Renzi Uber Alles e tutta la zuppa del Ministero, e milione più milione meno il Quarto Stato per paese da Secondo Mondo avanzerà compatto, mai con-patti, chè il futuro non si contratta, e ci mettiamo la firma e due croci sopra: tre milioni in piazza a previsione, montata lottea per slogan marziale, a Roma, Torino, Napoli e Milano, e dunque compagni uniti marciam che…ma ‘ndo se va?

Sciopero: corteo a Torino

Torino, tutti in piazza contro il Job Act

Chiedemolo ar conducente…cazz è in sciopero, ma li mortè! E allora cui prodest, miei prodi? Chè Lui è Lui e voi, nun siete un…

Tre milioni, uanema d’ ‘o Priatorio! Ma fossero un decuplo e pure più, nulla o poco cambierrebbe, nessun tavolo a concerto aperto, nessuna trattativa, nada de nada tra le opposte sponde in bilico sul baratro d’una recessione simil-pelle, il Tosco Cazzaro e le sue schiere dritti s’incuneano per le vie d’un riformismo radicale da bar sport e briscoletta: Renzi il Bullo avanza compatto, dritto a filo per la via segnata, convinto d’aver dietro come gang a copertura “57 milioni d’italiani” o giù di lì, che smadonneranno imbottigliati e imbufaliti incassati in ananconda di lamiere e plastichetta, al calduccio dei climatizzatori e delle iastemme a conforto;  scenografia di bandiere e piazza che sarà mero pretesto per stanche comparse a ripetizione, con foglietti e manabili per ripetere la parte, un po’ per celia un po’ per non perire, mantenendo memoria e allenamento, in vista di replica che nessuno guarderà, se non in abbiocco da telemorente sedato, più che seduto.

Susanna Camusso e Matteo Renzi

Camusso e Renzi, continua il braccio di ferro

In verità, in verità vi dico che  il Renzi Pictures Show imperterrito must go on , con benedizione quirinalizia del Sommo Sovrano, che benigno sopporta l’andazzo e lo sguazzo sindacale per mero obbligo di firma, testimonianza certificata che arriva in fase di corto e isolamento politico pressoché totale: il batrace nodoso del Pd  s’enfia di grosso solo per baccanali e sponsalia a votazione, ben lungi dalla compenetrazione con Cgil, Fiom e tute rosso, arancio o blu; le minoranze rossicce stingono nel sole decembrino, della Camusso rimembrando i tignosi adagi e nulla più, dividendosi financo sull’esserci o meno, come se il vento della Storia passasse da loro, confondendo un refolo aereofagico con lo zeitgeist che tracima e trascina: per il Bullo di Pontassieve si tratta di pazientare un giorno o poco più, in attesa che la flatulenza passi, archiviando con accondiscendenza il rutto già da domani.

 

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