di Giulio Di Donato
Certo ci mancherà Marco. Parlare di lui senza retorica non è cosa facile ma è quello che lui avrebbe preferito. Era un istrione, un narciso cinico, provocatore, opportunista. Un politico spregiudicato, un visionario un guru.
Ed un leader carismatico capace di cambiare il mondo senza potere con le parole e l’uso del corpo. Si è reinventato i radicali che al massimo con la Bonino da lui alla fine politicamente ripudiata sono arrivati al 9 per cento e con loro è riuscito a cambiare nel profondo l’anima e la storia del nostro Paese.
L’ho conosciuto a Napoli in Consiglio Comunale, dove era stato eletto nell’ ’80 e lo ho poi rivisto e frequentato negli anni successivi quando, sfidando un sospettoso Craxi allora segretario del Psi e capo del Governo mi iscrissi al partito radicale diventando la prima doppia tessera socialista e radicale.
Esempio poi seguito da altri nel partito socialista e non solo.
L’uomo laico anticlericale ma in contatto con la Curia e oggi scopriamo con Francesco è stato molte cose. Inutile ripetere che è stato alfiere dei diritti civili campione della disobbedienza civile promotore di referendum per la democrazia diretta per il maggioritario ed il presidenzialismo contro la partitocrazia ecc. Ciò che lo ha reso una persona speciale è stato la forza il coraggio e la coerenza sui fini investita per attuare le sue idee. Anche quando erano impopolari indigesti per una politica mediocre e pavida. E anche quando erano errati.
E per raggiungere lo scopo non si faceva problemi a cambiare partner alleanze amicizie anche sacrificando le stesse persone che lo amavano. In questo un politico a tutto tondo. Ma indomabile sul far coincidere la propria vita con le battaglie per le sue idee.
Marco era un radicale di formazione liberale anticlericale ed anticomunista. Era liberista, libertario libertino bisessuale senza esibizionismi un uomo libero, un riferimento di cultura e comportamento fuori dalle regole un rivoluzionario non violento.
A lui dobbiamo moltissime delle nostre libertà individuali la crescita culturale e civile di una italietta che anche con lui è divenuta una grande e moderna democrazia.
Divorzio, aborto, diritti omosessuali, la lotta contro la pena di morte per la pace e la dignità dei detenuti per la giustizia giusta, il caso Tortora, la visione transnazionale dei problemi contemporanei, globalista antelitteram, in difesa sempre e comunque degli emarginati dei deboli dei penalizzati degli ultimi. Un uomo libero.
Senza di lui nulla sarà come prima. Ma per molti di noi Marco continuerà a vivere ogni volta che si tratterà di battersi per la libertà di tutti. O solo di uno.