Antonello Grassi

Antonello Grassi

Giornalista e scrittore. Ha lavorato per molti quotidiani, ultimo il Quotidiano della Basilicata di cui ha diretto la redazione materana

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Vista da lontano Napoli è nuda

A chi di voi, di voi napoletani dico, non è capitato di pensare che, vista da lontano, Napoli è  “un’altra cosa”?
Il fatto è che Napoli è uno di quei posti in cui il semplice abitare diventa automaticamente un modo di vivere: dove hanno corso leggi e regole non scritte alle quali nessuno può sottrarsi; e osservare la città dal di dentro è un esercizio che può esser fatto soltanto a condizione di separare, provvisoriamente, il proprio status di abitante in tenuta da combattimento da quello di cittadino consapevole:  il che non è facile. Ma, vista da lontano, Napoli, al napoletano, si rivela finalmente per quella che è: con i suoi grandi, atavici difetti (quelli che ogni cittadino conosce per averli provati sulla propria pelle) e i suoi altrettanto straordinari pregi: e distinguere tra gli uni e gli altri non  sempre è facile. La città, inoltre, appare diversa a seconda dal punto geografico dal quale la si osservi. Perché un conto, mettiamo, è considerare Napoli da Milano o da Roma. Un altro è guardare la città da un qualsiasi luogo del Sud continentale (vista dalla Sicilia o dalla Sardegna, poi, Napoli è ancora un’altra città): anche perché non possiamo fare a meno di essere condizionati dal giudizio che, di Napoli, si ha comunemente nel luogo che provvisoriamente ci ospita (il napoletano è sempre un ospite provvisorio). Vista da Sud, e in particolare dal luogo in cui mi trovo, Matera – straordinaria città della Lucania (benché i veri materani vi diranno di sentirsi più pugliesi e che lucani) -, Napoli è una città di cui si parla con il rispetto dovuto a una metropoli e soprattutto (almeno al napoletano piace pensar così) all’antica capitale. E, del resto, ancora oggi, non è difficile incontrare – nel Mezzogiorno – le mille tracce di un legame ultrasecolare (non bisogna dimenticare che quello napoletano è stato di gran lunga il più  antico e, per molti versi, moderno stato d’Italia).
Emilio Nicola Buccico, ex sindaco della città dei Sassi, e uomo dichiaratamente di destra in una regione governata capillarmente dal partito democratico e dai suoi satelliti, vi ricorda, tuttavia, che è almeno un secolo che Napoli ha smesso di essere un polo di attrazione per i materani: da quando, più precisamente, Bari si è dotata di una università: da allora, gli anni 20 del Novecento, la città di riferimento è il capoluogo pugliese, ed è da qui che spiccano il volo  i materani che hanno voglia di affermarsi fuori degli angusti limiti della provincia.
Eppure, proprio la storia familiare di Buccico, convinto assertore della vocazione orientale  di Matera, sta a testimoniare l’antico rapporto esistente tra la città murgiana e Napoli, visto che un Buccico, prozio di Emilio Nicola, alla fine dell’Ottocento, si trasferisce nel capoluogo campano e lì mette radici. E dal ramo napoletano dei Buccico proviene quel  Luigi detto Gigi che, sul finire degli anni Settanta, giornalista nella redazione campana di Rai Tre e, soprattutto, uomo politico, nelle file del Psi considerato di grande avvenire,
Avrà la vita e la carriera politica spezzate a colpi di pistola da un marito geloso (all’assassino sarà riconosciuta dal giudice Armando Cono Lancuba l’attenuante del delitto d’onore).

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Maurizio Valenzi e Luigi Buccico per la posa della prima pietra della metropolitana

Luigi Buccico è stato ricordato di recente, in occasione dell’inaugurazione della stazione della Metropolitana di piazza Garibaldi. Perché? Perché, se quello della metropolitana è  a Napoli l’unico segno di sviluppo tangibile lasciato dalla politica dal Dopoguerra lo si deve proprio a Buccico che, da assessore della Giunta Valenzi, si battè per far approvare, all’interno del nuovo strumento urbanistico, il piano dei trasporti che prevedeva il trasporto su ferro e del quale, oggi, a distanza di quasi 40 anni si cominciano a vedere i frutti.
Ma chi era Buccico? Era un meridionale nato a Napoli in una famiglia che, come abbiamo visto, ha lontane origini lucane, e soprattutto l’esponente assai in vista di un socialismo che, anche nel Sud, aveva nobili e profonde radici. Autonomista nenniano, come Craxi, sarebbe stato – se il destino non glielo avesse impedito – un protagonista della vita politica italiana e avrebbe condiviso, probabilmente, il destino di tanti suoi compagni finiti nel tritacarne di Mani Pulite…
Un altro Luigi, epigono di quella classe di magistrati che guidò la “rivoluzione” italiana dei primi anni Novanta, è oggi al governo della città. Questo sindaco vorrebbe ora vantare al suo attivo – in mezzo a tanti disastri – proprio la realizzazione di quella rete metropolitana che fu avviata con grande coraggio dal politico socialista (oggi come allora, nelle casse del Comune non c’era una lira, il che non impedì a Luigi Buccico di perseguire il suo sogno). La nota curiosa, anche se del tutto marginale rispetto al nostro racconto, è che lo stesso De Magistris è stato l’autore, negli anni Novanta, di un’inchiesta, poi archiviata, su un presunto comitato d’affari di politici, imprenditori e magistrati, del quale avrebbe fatto parte anche Emilio Nicola Buccico, all’epoca componente del Csm. Il che dimostra che il nostro è ancora un Paese nel quale le storie personali e quelle politico-giudiziarie finiscono spesso per confondersi. Come nell’Italia del Cinquecento. Ognuno può trarne le riflessioni che vuole. E la morale, se ce n’è una.

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Un pensiero su “Vista da lontano Napoli è nuda

  1. Tiziana Buccico

    Grazie infinite, oggi che Gigi avrebbe compiuto 81 anni leggere quest’articolo ha alleviato il dolore e la perdita..Napoli ha perso un grande uomo!!!

    Replica

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