Antonello Grassi

Antonello Grassi

Giornalista e scrittore. Ha lavorato per molti quotidiani, ultimo il Quotidiano della Basilicata di cui ha diretto la redazione materana

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L’illusione ottica della politica

 di Antonello Grassi

Se in politica e nelle elezioni prevale il cosiddetto voto d’opinione, il Pd è spacciato. Il risultato elettorale è determinato dalle maggioranze non politicizzate.Né va sottovalutato iche, al tempo dei social, le minoranze attive hanno una capacità di mobilitazione che va oltre il loro ambito. Sicché l’indubbio successo dei m5Stelle è il frutto di una illusione ottica

 

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Beppe Grillo

Ai 5Stelle manca soltanto un Mussolini; sebbene nel vertice, variamente interpretati, figurino sia il buffone che la mascella volitiva, che il tribuno. Non manca invece, così come avvenne ai movimenti fascisti e anti parlamentari provocati dalla prima grande crisi del novecento lo spensierato sostegno dei vecchi e nuovi tromboni della destra e di una parte della sinistra, maturi per il suicidio

Se in politica e nelle elezioni prevale il cosiddetto voto d’opinione, il Pd è spacciato. Il risultato elettorale è determinato dalle maggioranze non politicizzate. Se queste ultime decidono di ritirarsi e stare a guardare, il risultato è che si dà tutto il campo alle minoranze attive e, in particolare, a quelle più attive – politicamente, mediaticamente – delle altre.

Antonello Grassi

Antonello Grassi

Né va sottovalutato il fatto che, al tempo dei social, le minoranze attive hanno una capacità di mobilitazione che va oltre il loro ambito. Sicché l’indubbio successo dei m5Stelle è il frutto di una illusione ottica determinata dal fatto che il campo di gioco si è assai ristretto: ciò che è particolarmente evidente nel caso dei ballottaggi, in cui – per effetto del ritiro dal voto della maggioranza non politicizzata – finisce per essere decisivo il solo voto d’opinione.

Il recupero al voto della maggioranza non politicizzata è complicato dal fatto che la presa dei vecchi partiti su quest’area si è basata anche, per decenni, sulla capacità di influire concretamente sulle condizioni di vita dei potenziali elettori grazie a un sistema, spesso opaco, di redistribuzione del reddito.

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Il paradosso di fenomeni ( 5Stelle e de Magistris) spacciati come il frutto di istanze di rinnovamento e moralizzazione è che proprio il ridursi di quello spazio opaco (che consentiva alla vecchia politica consociativa la concreta tutela degli interessi dell’elettorato non politicizzato) a favorire l’indifferenza o il risentimento nei confronti della politica.

Non è l’aumento del clientelismo e della corruttela ad alimentare il ribellismo conservatore ma, al contrario, il venir meno delle condizioni economiche che permettevano quel sistema clientelare fondato sulla mediazione degli interessi oggi rimpianto dalla sinistra ex Pci, che infatti si perde dietro i 5 stelle, pur subendone lazzi e umiliazioni. In fin dei conti a muovere gli uni e gli altri è la nostalgia inconfessata di un passato irripetibile, nostalgia interessata per la sinistra Pd, ma che nel caso dei 5 stelle assume toni messianici (il vagheggiamento reazionario di un età dell’oro fondata sull’autarchia e l’utopia di una società e una natura incontaminate). Ma le Vandee hanno vita breve

 

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