Antonella Pane

Antonella Pane

Architetto, giornalista pubblicista, mediatore professionista, consulente tecnico d’ufficio e perito in materia penale. E grande esperta di cucina

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Villa, giustiziati gli alberi
Lo sterminio del verde

di Antonella Pane

La condanna a morte è stata decisa con grande velocità. Una sorta di tribunale speciale, di quelli che devono fare in fretta senza andare tanto per il sottile.

La condanna a morte è stata decisa con grande velocità. E così sono stati abbattuti circa 70 alberi della ormai distrutta Villa Comunale. Chiariamo: non si tratta di un intervento “dovuto” resosi necessario perché gli alberi sono malati o presentano gravi e irrisolvibili problemi di stabilità,  è stata una decisione presa dall’amministrazione quanto meno con “leggerezza” e superficialità.

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E’ questa la seconda volta in sei anni che decide di decimare di verde la Villa Comunale. Già nel 2008, infatti, quando fu creato il cantiere della linea 6 di San Pasquale, un intero filare di alberi (dodici per l’esattezza) imponenti fu abbattuto semplicemente perché di intralcio al cantiere come si evince dalla documentazione in possesso della Soprintendenza.

E così oggi, nonostante la mobilitazione di molte associazioni e la forte presa di posizione del Gotha della Cultura Napoletana (da Marotta  a Marta Herling,  da Aldo Loris Rossi all’idrogeologo Medici supportati nelle loro richieste dalla consulenza del botanico Antimo Palumbo , storico degli alberi, appositamente venuto da Roma)  oggi l’intero filare di alberi davanti all’Acquario è stato giustiziato .( https://www.facebook.com/photo.php?v=10202136028896313&set=vb.1055985357&type=2&theater)

Solo un minimale comunicato stampa del vicesindaco Sodano ha dato notizia dell’abbattimento degli alberi che, si dice, saranno poi sostituiti.

20140325_100758Ma perché si è arrivati ad una decisione così drastica? E, soprattutto, non c’era nessuna altra via d’uscita?.  La tesi del Comune è nota: “ Gli alberi sono malati e vanno abbattuti”. Può darsi. E premettendo che non sono una “esperta di botanica” mi affido semplicemente al buon senso, che è sempre utile. Ed allora, se vogliamo anche un po’ enfaticamente(ma neanche troppo perché la Villa Comunale è un pezzo della nostra storia, figuriamoci per me che abito lì vicino … ) mi chiedo : se noi abbiamo un figlio o un genitore malato che facciamo? Lo curiamo o gli spariamo in fronte?

Il Comune, senza molte esitazioni, ha evidentemente scelto la via più drastica, senza neanche porsi tanti problemi, un atto  tout court perché in caso contrario, contro l’onda di sdegno della società civile a seguito di questa decisione, avrebbe quanto meno dovuto giustificare il suo intervento confortandolo con una relazione tecnica botanica . Insomma spiegare, far capire, dare conto.

Ma, la domanda, d’attualità  è oggi un’altra: gli alberi della Villa sono davvero malati terminali? Ora, nonostante le dichiarazioni dell’Amministrazione, è un dato di fatto che le piante alofite prosperano mentre tutte le altre languono. Per chi non lo sa le piante alofite sono piante che riescono a crescere anche in ambiente salino o alcalino. Quindi, secondo logica, parrebbe che il cuneo salito sia risalito. Ma c’è di più.

20140325_100950La “capitozzatura” selvaggia di cui sono stati oggetto la maggior parte degli alberi che saranno abbattuti, dovrebbe suggerire che se si effettua un taglio “casuale” che non rispetta le regole della potatura sol perché si teme un distacco, la parte vitale dell’albero non protetta della corteccia viene esposta all’aggressione dei parassiti che trovano via agevole per raggiungere il cuore della pianta. Se a questo si unisce poi la totale assenza di manutenzione e cura delle essenze, si capisce perché le piante si ammalano. E una pianta malata a Napoli non si cura. Si abbatte. Un pugno di verde cancellato, violato. E, come non sottolineare, che insieme alla pianta distruggiamo la fonte prima di ricambio da anidride carbonica in ossigeno? Che volete che sia se oltre le radici dell’albero stanno tagliando anche le nostre di radici?

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E qui si apre un altro momento di riflessione perché ci hanno detto che gli alberi sarebbero stati espiantati. Ma oggi, ho visto solo alberi tagliati e ceppi di 60-70 centimetri lasciati. Alla mia domanda sul “quando” sarebbero stati rimossi i giardinieri si sono mantenuti sul vago non fornendomi alcuna risposta precisa ne, tantomeno, alcuna data. Cosi come mi piacerebbe sapere che fine farà il legno che hanno prodotto con questi tagli. Nel corso del lungo incontro-sopralluogo  con il professore Palumbo, quest’ ultimo aveva proposto una soluzione molto interessante per rivitalizzare la villa e salvare le piante. In collaborazione con l’Orto Botanico di Napoli si potrebbe creare un’area riservata destinandola ad arboreto, cioè un posto dove piantare essenze rare, ciascuna dotata di cartellino identificativo con notizie sulle sue peculiarità, come già è stato fatto, del resto, in altre città di Italia.

20140324_alberi677_jpgUna proposta non presa in considerazione e mal rappresentata nel comunicato stampa che annunciava che il Fai avrebbe provveduto a fornire i cartellini per le piante esistenti. Davvero non si riesce a capire, ripeto, il perché di certe scelte, se queste scelte siano frutto dell’incompetenza o se rappresentino i prodromi per la realizzazione di un disegno sul quale nessuno ci informa. In entrambi i casi lo scenario è davvero sconfortante. Quello che è certo è che quello una volta era il Reale Passeggio di Chiaia ormai è stato vandalizzato, stuprato, sacrificato e mortificato in nome di una metropolitana che sta creando una montagna di problemi per tutta la zona della Riviera di Chiaia. Ma questo è un altro triste discorso che andrà approfondito…

vc

 

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