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Il cacciatore di piedi
Raiola, il re Mida del calcio

 di Giovanni Pasàn

Quando indossa l’amato piumino blu è la controfigura dell’omino Michelin. Identico. Quando ha una semplice maglietta è il sosia di Ciccio Bello.

Più largo che alto, con quel suo look casual di cattivo gusto non è di certo uno che ha il  physique du rôle dell’uomo di successo. Se lo senti parlare poi, ti viene voglia di dargli una pacca sulla spalla e chiedergli se ha bisogno di qualcosa…

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Eppure quando comincia l’estate il “chiattone” che veste male “il ciccione idiota” come l’ha definito Ibra, è l’uomo dei sogni dei tifosi di mezzo mondo, quello che può far vincere uno scudetto o farti retrocedere, perché con la “scuderia” di suoi assistiti è certamente (insieme al portoghese Mendes, l’agente di Ronaldo e Mourinho per capirci) il più grande agente Fifa che c’è in giro.

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Carmine, Mino, Raiola, nato a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, emigrato ad Haarlem in Olanda al seguito della famiglia, conseguì la maturità classica e poi s’iscrisse a Giurisprudenza (ma non si è mai laureato). Nel tempo libero aiutava il padre che aveva aperto una paninoteca. Faceva il cameriere insomma. Cercò di sfondare nel calcio, ma fini solo con lo sfondare la bilancia. Presto capì che stare in campo non faceva per lui, meglio stare fuori dal campo, far sudare gli altri. Passò di colpo dalle giovanili dell’Harlem alla scrivania: prima divenne responsabile del settore giovanile, poi direttore tecnico. Ma il suo pallino era uno solo: l’intermediazione. Cominciò al di fuori dal calcio fra alcuni industriali olandesi e l’Italia, fondò una prima società, la Intermezzo, aveva appena diciotto anni.

Ma il suo colpo di genio fu quando strappò l’accordo con il sindacato dei calciatori perché potesse essere l’unico rappresentante degli olandesi all’estero. L’operazione che lo ha lanciato nel grande giro fu il doppio trasferimento di Dennis Bergkamp e Wilhelm Jonk. Il Napoli aveva fatto l’offerta più vantaggiosa 28 miliardi di lire, ma l’agente “controcorrente” dirottò i due assistiti all’Inter che acquistò l’intero pacchetto come chiesto da Raiola, portando in nerazzurro la coppia di giocatori per 25 miliardi. Un autogol clamoroso? Tutt’altro, anzi esattamente il contrario. Raiola fece risparmiare sul prezzo ma impose un contratto molto oneroso per i due calciatori.

E fu questo comportamento ad accrescere la sua fama. Era arrivato il nuovo paladino dei calciatori. “I vecchi procuratori facevano gli interessi delle società – spiegò- per me, invece, viene prima il calciatore”.

Fu la svolta. Da quel momento in poi nulla nel calcio è stato poi lo stesso. Fu il secondo atto della sentenza Bosman: i calciatori acquisita la loro libertà, ora prendevano piena consapevolezza della loro importanza. Così i club si ritrovarono in squadra giocatori motivati dagli assegni a molti a zeri. Cominciò la campagna acquisti senza fine.

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A questo punto, per far capire a chi di calcio mastica poco, cerchiamo di far capire qual è il ruolo degli agenti Fifa cifre alla mano? Dal bilancio delle società risulta che i procuratori intaschino il 16 per cento del valore totale di un trasferimento. Ma è il bilancio, appunto. Concretamente a questo 16 per cento vanno aggiunti pagamenti in nero o attraverso società terze ma collegate all’azionista di maggioranza, ma soprattutto la percentuale che il calciatore stesso versa all’agente sui suoi introiti (quindi su ingaggi, pubblicità, eccetera): di norma intorno al 10 per cento, anche se ci sono casi in cui si arriva al 20.

Andiamo sul concreto, usando cifre note a tutti: Ibrahimovic che passa dal Barcellona al Milan nel 2010, per 24 milioni di euro ai catalani più in ingaggio lordo da 20 milioni di euro cosa significa per Mino Raiola? Quasi 4 milioni di euro di commissione, fra Barcellona e Milan, più un paio di milioni all’anno ogni anno dallo svedese. Ora chi legge queste righe potrebbe in modo lecito chiedersi: ma perché una  società ha bisogno di passare tramite gli agenti per ingaggiare calciatori stranoti spendendo decisamente di più? Ognuno può dare la risposta che vuole, con più o meno tasso di malizia. Tenendo conto però di un dato nella campagna acquisti del 2011 si sono registrati 11.500 trasferimenti internazionali di professionisti e 13.000 di minori… SI ha idea del giro di denaro, da una parte all’altra del mondo …?

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Raiola e Ibra

Ma torniamo al “meraviglioso ciccione idiota” così come lo descrive Ibrahimovic nella sua biografia Io, Ibra. “Quando lo incontrai la prima volta con una maglietta stropicciata, i jeans dozzinali ed una pancia enorme rimasi interdetto. Io avevo parcheggiata la Porsche, il Rolex al braccio ed indossavo capi firmati. E questo qui dovrebbe farmi guadagnare di più? Dovetti trattenermi dal ridere …”

Ma poi a farlo ridere davvero, ma di gioia, negli anni ci ha pensato Raiola, con una serie di trasferimenti: dalla Juve all’Inter, dall’Inter al Barcellona, dal Barcellona al Milan, dal Milan al Paris Saint Germain con ingaggi stratosferici. Citiamo solo l’ultimo contratto “capolavoro” quello che lega Ibra al Psg: un triennale da 12 milioni di euro a stagione, che con i bonus salgono a 14. Una cifra che ha fatto dello svedese il secondo giocatore più pagato al mondo (più o meno alla pari con Messi) dietro a Samuel Eto’o che al club russo dell’Anzhi è riuscito a prendere per due anni 20,5 milioni di euro a stagione, ma poi la favola è finita prima del tempo perché il magnate russo di turno si è disamorato del calcio…

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Raiola e Balotelli

Raiola parla sette lingue e gestisce la società “Maguire tax and legal” con sede ad Amsterdam e la “Sportman” di Montecarlo. Gestisce circa una quarantina di calciatori (valore fra i 250 ed i 300 milioni di euro (dati Transfermarkt). I più famosi sono Pogba, Balotelli, Ibrahimovic, Mkhitaryan, Lukako, Matuidi che da soli valgono intorno ai 170 milioni di euro … I suoi assistiti non mettono mai radici. Due-tre anni e poi si cambia. Più contratti, più soldi. Piazze nuove, vuol dire novità, nuovi sponsor e più pubblicità … Il pallone di Raiola non si sgonfia mai.

 

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