Tullio Ciampa

Tullio Ciampa

Avvocato penalista, rugbista e dj. Musicofilo versatile, ha partecipato all' organizzazione di festival musicali in qualitá di consulente

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Il forte legame di Frankie Knuckles e Napoli

Frankie Knuckles appartiene a quella ristretta schiera di djs che hanno fatto “epoca” .

Il suo nome si ritrova nei numerosi studi e saggi che hanno trattato l’argomento “cultura musicale underground” come uno dei pionieri dell’ “house music” la cui origine viene fatta risalire all’idea di musica fatta “in casa” o (più verosimilmente) al l”warehouse” il locale dove Frankie si esibiva negli anni 80 e dove sperimentava nuove sonorità elettroniche, dapprima attraverso delle rudimentali beatbox, poi – più professionalmente – attraverso l’uso massiccio della mitica Roland TR- 909. Questo strumento (una drum machine semi analogica), è stato capace di filtrare l’enorme magma sonoro preesistente composto da “disco”, soul e funky e di incanalarlo nei martellanti ritmi in 4/4 a 125/130 bpm (battute per minuto) caratteristiche della musica “house”, cambiando per sempre il ruolo del dj trasformandolo in protagonista centrale della “catena produttiva” della musica dance.

Frankie+Knuckles+Hurts+

Negli anni 80 i djs non erano delle superstar che fatturavano milioni di dollari come adesso. Negli Usa venivano pagati piuttosto male e relegati nel circuito musicale underground il cui pubblico era composto essenzialmente dalle minoranze emarginate come gays, afroamericani e latino/ispanici.
Il passaggio allo star system avvenne negli anni ’90, quando i grandi djs americani come Frankie Knuckles, Dave Morales, Masters at work e Tony Humphries sbarcarono in Europa per diffondere “il verbo” musicale nei grandi locali di Ibiza, Londra, della riviera romagnola e, pensate un po’, anche di Napoli che per molti anni è stata il riferimento italiano della club culture mondiale.

225560896_640Per molti di loro l’Italia divenne l’ “America”. Tony Humphries , dj resident del leggendario (ma poco remunerativo) “Zanzibar” nel New Jersey , guadagnò la residenza (ovvero l’ingaggio settimanale) al “Ministry of sound” di Londra e all’ “Echoes” di Rimini (addirittura di lunedì!!!). Stesso discorso per gente come Dave Morales e Frankie Knuckles che in Italia erano praticamente di casa, suonandoci almeno una volta al mese.
L’avvento dei grandi djs americani a Napoli si deve al lavoro eccezionale del gruppo di promoters “Angels of Love “, in seguito diventato uno dei più forti al mondo. Grazie agli Aol fu possibile assistere dal vivo alle memorabili esibizioni dei più grandi dj del mondo al “Cube” di Mugnano , il Metropolis di Ischitella o l’ “Ennenci” di Pozzuoli.
Luoghi apparentemente anonimi di giorno, che di notte si trasformavano in popolate arene per accogliere il jet set della musica underground internazionale.
L’ultima esibizione di Frankie Knuckles nella nostra città risale esattamente a due anni fa (Duelbeat), profondamente segnato dal diabete a causa del quale aveva dovuto subire l’amputazione di un piede.
Per i tanti napoletani rimane però indelebile il ricordo della sua musica, immensamente gioiosa e piena di amore…

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