di Tullio Ciampa
Interessante serie tv su Prime Video che vede Al Pacino a capo di una squadra dedita alla ricerca di nazisti esuli in territorio americano dopo la guerra dediti ad ordire trame contro le minoranze etniche.
L’impianto scenico è alquanto innovativo con una veste “fumettistico” con influenze “pulp” e tarantiniane. Si ritrovano infatti i tipici elementi caratterizzanti: violenza esplicita, grafiche anni 70 anche sopra le righe, un certo gusto per il grottesco ed una buona dose di humor nero.
Il creatore David Weil ha affermato di aver ideato il soggetto cinque anni fa ed è stato in gran parte ispirato dalle storie che sua nonna gli ha raccontato da ragazzo. “Mia nonna era una sopravvissuta dell’Olocausto che mi raccontava storie sulla guerra”, ha detto Weil. “Quando sono cresciuto, ho lottato con quella sensazione di rispetto delle memoria. Come avrei continuato la sua storia? […] Per me, questa era una lettera d’amore a mia nonna; una ricerca per indossare quel mantello da supereroe per vigilare sull’ l’ascesa [attuale] dell’antisemitismo e della xenofobia “.
Visto il carattere fumettistico, Il memoriale di Auschwitz ha criticato alcune scene come “irrispettose” verso la memoria delle vittime dei campi di sterminio. Gli autori però si sono difesi sostenendo che fosse una serie narrativa drammatica, con personaggi in gran parte immaginari, che si ispira a eventi reali , ma che non è documentario né ha mai preteso di esserlo.
Lo stesso Al Pacino deve essersi sentito compiaciuto nel recitare il ruolo di protagonista perché nelle sue dichiarazioni ha affermato: “C’è un’originalità in questo spettacolo. È un po ‘eccentrico “, Ti prenderanno alla sprovvista e davvero non ci puoi credere. […] Non sai mai quando arriverà uno scherzo. Questo è davvero ciò che mi ha attratto quando l’ho letto: che le cose non sono come sembrano. ”