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Dimmi che short hai
e ti dirò chi sei….

di Maria Sarah Papillo

Ci sono capi d’abbigliamento che potremmo definire “nazional-popolari” o, anche, democratici e populisti: quei capi d’abbigliamento che, storto o morto, donano a tutti o quasi tutti, e scusate se è poco.

Ma, come accade sempre per le cose veramente democratiche, sono pochi, davvero pochi.
Ci sono poi i capi elitari: quelli che non conoscono la democrazia ed il concetto di eguaglianza, quelli che operano una crudele selezione della razza, crudelissima a dirla tutta.
Appartengono a questa nutrita schiera di capi i pantaloncini corti ( o per dirla nel modo fashion gli “shorts”) che, con i primi e timidi caldi primaverili, già molte ignare e sprovvedute donne stanno rispolverando dai cassetti dove li avevano riposti durante il lungo e freddo inverno e che, a breve, torneranno a popolare le strade cittadine.

shorts01Ora, volendo accantonare qualsiasi atteggiamento moralista di stampo borghese; volendo essere di larghe, larghissime vedute; io mi chiedo, spesso, se nelle case delle donne che, sorridenti e gaie, escono sfoggiando i loro pantaloncini, spesso “lunghi” come cinte, ci siano specchi e, il più delle volte, penso che l’unica risposta logica a questo mio quesito di natura esistenziale sia: no; altrimenti posso solo pensare che tutte le lampadine della loro casa si siano fulminate simultaneamente anche se, in entrambi i casi, basterebbe una mamma/amica di buon cuore che, con un fare alla Carla Gozzi, inorridisse alla vista della mise: inorridisse di uno di quegli inorridimenti così espliciti e carichi di pathos che non necessitano neanche di parole, come nel cinema muto.
Perché, mie care signore, gli shorts richiedono prestazioni fisiche di altissimo livello: stacco di coscia vertiginoso, assenza di cellulite, colorito uniforme, caviglia sottile e gambe toniche; praticamente un capo accessibile all’1 per cento della popolazione femminile.

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Il ‘no pants day’

Ma, se il coraggio non vi manca, ed appartenete a quella schiera di donne che si sente a proprio agio con ciò che indossa e se ne infischia degli altri, almeno chiariamo dei punti, un piccolo vademecum da tenere a mente nei prossimi mesi caldi.
E quindi, signore eccoci: “Short; lo stai facendo nel modo sbagliato se”:
• è talmente corto che, quando ti siedi, il pantaloncino sale e lascia intravedere la biancheria intima (sempre che tu non sia una ballerina di fila del Crazy Horse, in tal caso il pantaloncino puoi anche levarlo ed iniziare a far roteare i copricapezzoli)
• non sei depilata; e sul punto mi rifiuto di aggiungere altro
• lo indossi al di fuori del tempo libero in contesti formali
• lo giustifichi con il caldo: dillo che vuoi far vedere le cosce, non c’è nulla di male
• indossi anche un crop top, o, per dirla in modo più comprensibile, una maglietta che lascia la pancia scoperte: quest’abbinamento è il male assoluto, lo era già negli anni ’80 e negli anni ‘90 e lo è ancor di più ora, dopo più di 20 anni, ed il ritorno di certe tendenze dimostrano che la teoria dell’evoluzionismo, forse, presenta qualche falla
• la maglietta che indossi è più lunga del pantaloncino e la cosa fa pensare che tu sia uscita di casa dimenticandoti “il pezzo di sotto”
• se hai intenzione di indossare un paio di calze a rete nera: la scelta è giusta solo se ti chiami Frank-N-Furter, vieni dal pianeta Transexual, sai cantare e sei il protagonista di un musical cult, altrimenti rinuncia.

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