di Carla D’Amato
In principio è stata lei, la Duchessa di Cambridge che ha conquistato i sudditi con un guardaroba a dir poco “popolare” e alla portata di tutti.
Top shop, Warehouse, Reiss ed altri marchi noti a chi segue la moda d’oltremanica, sono stati presi letteralmente d’assalto da quante speravano di copiare il look di Kate Middleton e forse, anche la scalata sociale.
Ma la futura regina di Inghilterra, non si è limitata a questo; oltre a riciclare per le occasioni ufficiali gli abiti indossati dalla madre, acquista, indovinate un po’, abiti low cost anche per il “Royal Baby”. Una piccola “rivoluzione”
Con lei o dopo di lei, molte hanno fatto la stessa scelta; da Kate Moss a Madonna, passando le vip di casa nostra ed addirittura le ministre.
Il Ministro Boschi, infatti, ha attirato non pochi sguardi alla parata del 2 giugno, per essersi presentata in tribuna tra le autorità con un tailleur di Zara di un discutibile fucsia acceso (modello della collezione 2013), con spalline fine anni 80 che faceva a cazzotti, con il rosso delle poltrone istituzionali.
Ed in effetti, quel tailleur, che tra blazer e pantalone non supera i 100 euro, deve esser piaciuto proprio tanto alla nostra Ministra che lo ha sfoggiato, anche in versione blu elettrico, nientepopodimeno che al giuramento al Quirinale. Molti ne hanno apprezzato la scelta, lodandone l’eleganza, altri ne hanno sottolineato il carattere informale poco adatto alla circostanza. Ma che cosa è davvero l’eleganza?
Impossibile darne una definizione; possiamo citare icone di stile come Jacqueline Kennedy o Audrey Hepburn tanto per fare qualche esempio concreto e farcene un’idea. Ma lo stile, quello vero ed intramontabile, passa dal cartellino?
Io ho il mio parere in merito, ma la risposta, questa volta, la lascio a voi. E se è vero che basta qualche accessorio azzeccato, come una pashmina di cachemire o un paio di scarpe per arricchire una camicia bianca ed un jeans anonimo, o meglio, l’intramontabile tubino nero, spesso, è la qualità dei materiali a fare la differenza, e con essa, anche il prezzo.
Chi di noi non possiede una casacca di Zara? Oramai, tutte le donne sotto i 50, perché oltretutto, vestire low cost, oltre che una necessità per alcune tasche è soprattutto una necessità per chi vuole fare tendenza.
Ebbene, sono le 8 del mattino, vi state preparando per andare al lavoro ed indossate la vostra amata casacca da 39 euro e 90. L’avete tirata fuori dall’armadio fresca di bucato e perfettamente stirata, quando commettete un grande errore, vi chinate per mettervi le scarpe….ed allora, ecco che la casacca da stirata quale era, diventa tutta una piega, come se l’aveste appena tirata fuori dalla lavatrice dopo la centrifuga ed un lavaggio a 90 gradi. Insomma, uno straccio. Così, vi guardate allo specchio, e decidete di cambiarvi, mettendo quell’altra casacca, quella che avete pagato almeno più del doppio, che cade a pennello e che a fine giornata, ancora conserva una certa dignità. Magia? No, qualità.
Allora, mi domando: se il tubino nero di Audrey, invece che di Givenchy fosse stato di Mango, avrebbe fatto lo stesso effetto? Passatevi una mano per la coscienza, anzi, per la casacca da 39, 90 e rispondete la verità, cioè, No.
Quindi, (a parte noi comuni mortali), perché chi davvero può, perché quelli che possono spendere migliaia di euro per un vestito (anzi, nemmeno quelli, perché molte volte glieli regalano) decide di andare a rifarsi il guardaroba da H&M? Perché essere low profile, oltre che low cost, è da mediocri, e la mediocrità al giorno d’oggi è tanto di moda.
Perché non voler attirare le ire di quanti ti additano perché il tuo tailleur è di Armani Privè è più semplice e ti dà quel tocco di plebeo che fa tanto chic. Ma fatemi il piacere…E’ solo per ipocrisia, per sembrare “una come tante”, una di quelle che la mattina incontri in metropolitana, per confondersi con la massa.
Ma anche qui, è solo apparenza, anzi, “Non apparenza”. Perché queste donne, anzi, quelle donne, poi vivono in case da milioni di sterline, viaggiano su panfili da 10.000 euro al giorno ed hanno stipendi a 5 cifre. E’ di oggi la notizia che la casa di Kensington dove vivono Kate e William sia costata ai contribuenti inglesi, 5 milioni di sterline di soldi pubblici. Mi viene da pensare se almeno uno di loro si sia domandato come lo impiega la cara Kate, tutto quello che risparmia in vestiti ed accessori da pochi pound.
E mi ritorna in mente Diana Spencer, e la sua trasformazione da maestra d’asilo con gonne a pieghe e camicia a pois, in quella splendida donna in Versace, pizzi e scollature.
Nessuno, intellettualmente onesto, la preferiva con quei pullover oversize a quadroni; e nessuna, alla vista di quella trasformazione da bruco in farfalla, avrà esclamato “però, quanto avrà speso!”
Per cui, lasciateci la moda a basso costo, la casacca che non arriva a 40 euro e il cardigan a 19, e non toglieteci, quanto meno, di rifarci gli occhi e perché no, anche il lusso di poter sognare.
Il primo che commenta dicendo: l’eleganza non passa dal portafoglio, vince un giro gratis sulla giostra del Drago Cinese all’Edenlandia! (senza aver preso il fiocco, gli under 40 capiranno).