Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

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Quote rosa e quote rosse

di Carlotta D’Amato

Novità per le donne che lavorano. È stata presentata alla Camera dei Deputati la proposta di legge per l’istituzione del “congedo mestruale”. La norma potrebbe prevedere la possibilità per le donne che soffrono di dismenorrea, ovvero di ciclo particolarmente doloroso, di usufruire di tre giorni di riposo al mese, retribuiti, durante i giorni mestruali

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La proposta di legge arriva dai Dem ed andrebbe a tutelare milioni di donne italiane che lavorano.

Ecco alcuni dati: una percentuale di donne tra il 60 per cento e il 90 per cento sarebbe affetta da dismenorrea ed “In quei giorni lì”, l’assenza delle lavoratrici è compresa tra il 13  ed il 51 per cento mentre tra le adolescenti in età scolastica sarebbe compresa tra il 5  ed il 15 per cento.

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Nel nostro Paese, il dibattito sul cosiddetto congedo mestruale si è riacceso dopo che la Coexist, un’azienda di Bristol, ha deciso di inserire nello statuto l’esenzione dal lavoro per le impiegate con il ciclo mestruale. L’azienda ha deciso di concedere alle dipendenti un congedo a cadenza mensile che garantisca loro di restare a casa nei giorni in cui i dolori mestruali sono più forti.

Ma la decisione della Coexist ha alcuni precedenti illustri, primi fra tutti la Nike che ha inserito il congedo mestruale nel proprio codice di condotta sin dal 2007 mentre in Giappone e, più in generale, in Oriente il permesso è vissuto come una forma di protezione per le donne basato sulla credenza che il riposo nei giorni del ciclo garantisca un parto meno problematico e doloroso.

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Ovviamente, le polemiche non sono mancate. Viene da obiettare che in un mondo in cui si lotta per le quote rosa in cui il genere femminile combatte ancora per ruoli e autorevolezza al pari degli uomini, questo testo può, forse, apparire come un’ammissione di debolezza rispetto ai colleghi uomini.

Sottolinea le differenze, sarebbe discriminante. Orbene, uomini e donne non sono uguali, grazie a Dio. Le differenze esistono eccome, se non altro, dal punto di vista biologico. Le donne hanno il ciclo, partoriscono, sono soggette a dolori atroci e sbalzi ormonali. Tutta la vita della donna è un lungo e altalenante sbalzo ormonale fondamentalmente, soprattutto in quei giorni. In America, la sindrome premestruale è addirittura riconosciuta dal punto di vista medico, Pms, si chiama.

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Se su google si scrive “donna” e “ciclo” appaiono centinaia di pagine di consigli indirizzati agli uomini per “gestire” l’emergenza  mestruazioni. Primo fra tutti: Evitare il conflitto. Si, perché la donna in costanza di ciclo, e parlo per esperienza personale, si trasforma in un concentrato di rabbia mista a tristezza, malinconia, isterismo, gioia e felicità con andamento assolutamente bipolare. Si hanno istinti omicidi verso il prossimo al minimo fastidio e allo stesso tempo ci si commuove davanti ad una pubblicità. Le donne e gli uomini non sono uguali, grazie a Dio (dice il mantra).

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Sopportano i dolori mestruali quelli davanti ai quali gli uomini avrebbero già fatto testamento e chiamato il prete. Le donne e gli uomini non sono uguali, grazie a Dio. E se per tre giorni al mese di riposo, meritato, si grida allo scandalo alla discriminazione, beh, io dico che hanno ragione. Allora che anche agli uomini vengano date le mestruazioni, i dolori del parto, le cerette, i crampi, il gonfiore ormonale, la menopausa, le caldane, l’ovulazione e tutte le rotture di palle che solo noi donne abbiamo e con grande dignità e senza lamento alcuno, sopportiamo. La verità è che non durerebbero un giorno, figuriamoci tre.

 

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