Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

fuga-di-cervelli-si-ma-dai-paesi-ricchi

Sono sempre i migliori
quelli che se ne vanno

di Carlotta D’Amato

Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Mai frase fu più azzeccata se riferita alla fuga, anzi, alla strage di cervelli nel nostro Paese.Ebbene, il fenomeno del cosiddetto, “brain drain”, dove drain significa emorragia e brain cervello che riguarda l’Italia non solo aumenta in maniera esponenziale ma ha una connotazione specifica, addirittura atipica rispetto allo stesso fenomeno che caratterizza molti stati dell’Ue.

A parlare sono i dati. Nel 2015, secondo l’Eurostat, hanno lasciato il nostro Paese più di 100mila connazionali per stabilirsi nell’ordine in Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia, facendo registrare una crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente. La maggioranza degli “expats” ovvero degli “espatriati” sono donne e uomini tra 20 e 40 anni che lasciano la madrepatria senza ritornarci più, o quasi.

051241192-5695ad94-53c9-4e47-8318-311cd6984fb8

Nel 2015, anno in cui, secondo l’Istat, sono rimpatriati 30.052 italiani, mentre 102.259 connazionali hanno spostato la propria residenza in paesi esteri. Questo andamento ci riporta 40 anni indietro. Nel 1974 gli espatri, che nel periodo del Dopoguerra arrivarono a superare annualmente le 200mila e anche le 300mila unità (con il picco di 387mila nel 1961), scesero a poco più di 100mila. Successivamente questo livello è stato superato solo due volte: nel 2004 e, per l’appunto, nel 2015, quando la metà degli espatriati risulta costituita da laureati e diplomati.

italy-thumb-370x433zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Si tratta, in sostanza, di una vera e propria migrazione si, ma qualificata. Nel 2015, ben 27.228 diplomati e quasi 24mila laureati hanno lasciato il Bel Paese, ragazzi in sostanza giovani e ben istruiti. Ad aggravare questo quadro c’è da considerare un ulteriore aspetto; il flusso in uscita non viene “compensato” da un flusso in entrata di persone giovani e così qualificate.

Nel 2014, secondo la rilevazione continua dell’Istat sulle Forze Lavoro, la popolazione straniera residente con 15 anni e più conta il 39,7 per cento di diplomati e il 10,3 per cento di laureati. L’Italia dispone di un capitale umano in larga misura non valorizzato. Ai tre milioni di disoccupati (per la metà giovani tra i 15 e i 34 anni), si aggiungono quasi 1,8 milioni di inattivi perché scoraggiati e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare, per un totale di capitale umano non utilizzato di quasi 8 milioni di individui. I Neet, Not in Education, Employment or Training, cioè i giovani tra i 15 e 29 anni che non sono impegnati in percorsi di istruzione o formazione, non hanno un impiego né lo cercano.

ea0f118c-dccc-4e35-bf7c-b918cf690167_large

Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono solo l’1,29 del per cento del Pil (nell’Ue il valore è del 2,03 ). Insomma, se sei giovane, ambizioso, talentuoso e qualificato la scelta di emigrare appare obbligata a fronte di una disoccupazione giovanile che in Italia è passata dal 26,9 del 1990 al 44,2 per cento del 2015. Per non parlare della fortissima crescita dei voucher, +32 per cento in dieci mesi.E se qualcuno dice che il Jobs Act sia una buona legge, costui dice anche che i 100mila expats era meglio toglierseli dai piedi, due affermazioni che si commentano da sé.

Certo, vero è che l’Italia non è fatta da 60 milioni di pirla e che, per tanti qualificati che vanno via, ce ne sono ancora milioni di coraggiosi e perseveranti che restano e resistono. La tenacia tutta italiana di chi resta nel proprio Paese per arricchirlo e la tenacia di certi politici che, nonostante tutto, alla poltrona restano incollati. Ma si sa, ad andar via solo sempre i migliori, per cui…

 

 

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore