Marcello Lala

Marcello Lala

Consulente internazionale, giornalista, laureato in giurisprudenza e scienze della comunicazione, Membro di confindustria serbia, vive tra Napoli e Belgrado.

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Si riscalda la guerra fredda

di Marcello Lala

Durante la guerra fredda, c’era una guerra nella guerra. Ed era quella dei servizi segreti il cui operato è coperto dal segreto (tipicamente il segreto di stato). La guerra venne combattuta principalmente dai servizi segreti come Cia (Stati Uniti), Mi6 (Regno Unito), Bnd (Germania Ovest), Stasi (Germania Est) e Kgb (Urss). Le maggiori potenze mondiali non entrarono mai in conflitto armato le une contro le altre. Gli agenti venivano inviati sia dall’Est che dall’Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto. Quando si scopriva una spia veniva uccisa o scambiata con altri agenti. Sembrano storie di altri tempi. Ed invece…

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Patrushev e  Stefanović

I Balcani, sempre i Balcani. Ad est passa il futuro strategico dell’Europa, non è un segreto. Le diplomazie lavorano senza sosta, ma si lavora anche nell’ombra. E la Serbia si trova in questo momento al centro dei movimenti dello spionaggio internazionale.  Belgrado suscita una attrazione strategica davvero come non lo è mai stata negli ultimi 50 anni.

Vladimir Putin ha spedito a Belgrado con grande urgenza il capo dei servizi segreti russi Nikolai Patrushev. Una missione importante. Appena atterrato a Belgrado, il Segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa ha consegnato un documento di Mosca che, da quanto trapelato,  propone una maggiore collaborazione,  economica e di “sicurezza”.

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L’uomo di fiducia di Putin nonché funzionario di lungo corso del governo di Mosca ha proposto al ministro degli Interni serbo Nebojsa Stefanovic di prendere in considerazione il fatto di lavorare ad un memorandum d’intesa che dovrebbe creare i requisiti formali necessari per la piena collaborazione su questioni di reciproco interesse. Un memorandum di cui si cominciò a parlare  nel 2013 a Belgrado, e che non avrà carattere vincolante, né lo status di un trattato internazionale. Ma aldilà di tutto questo rappresenterà comunque un vincolo molto importante.

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Contiamo sulla vostra partecipazione alla prossima conferenza nel 2017 - ha detto Patrushev- che ha anche sottolineato che c’è nel progetto che il Consiglio di sicurezza della Federazione russa ha “più partner” al fine di Rafforzare l’influenza nei Balcani.”

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Stefanovic ha auspicato una migliore cooperazione con i servizi di sicurezza russi e ha spiegato che il tema della riunione congiunta delle delegazioni russe e serbe in particolare il rapporto tra la Serbia e la Russia nel campo della sicurezza è stata voluta proprio per valutare la possibilità di migliorare la cooperazione.

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Egli ha osservato che vi è già una buona cooperazione con il Ministero degli Affari Interni della Russia, il servizio di sicurezza federale, il Servizio di Sicurezza Federale e la Guardia Nazionale.
Insomma la Russia non sta con le mani in mano ed è molto preoccupata per le manovre messe in atto dalla Nato  e dagli Usa  in questi ultimi mesi. La guerra fredda, ma non tanto fredda, è iniziata e Belgrado è sicuramente un punto di equilibrio fondamentale a livello europeo.

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Durante i due giorni di incontri Patrushev ha programmato incontri con i più alti funzionari della sicurezza dello stato serbo. Per Patrushev  la diplomazia serba ha preparato un maestoso ricevimento di fronte al Palazzo della Serbia, dove è stato accolto dal ministro Stefanović, e dal Ministro della Difesa Zoran Djordjevic, il direttore della Agenzia per la Sicurezza Militare Petar Cvetkovic e l’ambasciatore russo Alexander Chepurin.

La guerra fredda, mo non tanto fredda, è iniziata e Belgrado è sicuramente un punto di equilibrio fondamentale a livello europeo.

 

 

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