Carlotta D'Amato

Carlotta D'Amato

Consulente legale in aziende italiane ed internazionali, ha scritto numerosi articoli in materia di diritto. Le sue passioni sono politica, cultura, moda.

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Amiche – Nemiche
L’eterno dilemma

di Carlotta D’Amato   

 Gelosie, dispetti, vendette e sotterfugi. Dalle amiche mi guardi Iddio che dalle nemiche mi guardo io. Ma davvero la solidarietà femminile è una chimera e la competizione esasperata è all’ordine del giorno? O sono solo dei luoghi comuni.  Facciamo un piccolo viaggio nell’universo dei rapporti interpersonali femminili, esaminando alcune dinamiche consolidate. Una premessa però è d’obbligo, non analizziamo il cuore di tutte le rivalità, appunto le vicende di cuore. Quando, ad esempio, nell’amicizia fra due donne irrompe un uomo…

4444Un mistero, da secoli, è rimasto ancora irrisolto; non sto parlando di dove si trovi il Santo Graal, se esista il mostro di Lochness, o se la Marini e l’ex marito abbiamo consumato  il loro matrimonio; mi riferisco all’amicizia tra donne. Esiste davvero o è il retaggio della cultura post femminista che ci vorrebbe tutte felici e complici, indissolubilmente solidali?

Quante volte abbiamo sentito dire che le donne tra loro si sentono sempre in competizione e non riescono ad essere amiche? Tante, ma oggi questa affermazione è falsa, almeno secondo un lungo studio di scienziati dell’Università di Manchester che afferma invece che le donne sono il genere che meglio riesce a costruire vere e spassionate amicizie, addirittura più degli uomini.

Ma piuttosto che condurre un’indagine sociologica, vorrei analizzare quelle tipologie di amiche che tutte, purtroppo o per fortuna, abbiamo incontrato almeno una volta nella vita.

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L’amica amica che quando si fidanza scompare: ecco, chi non è mai incappata in una persona così? Credo, francamente, nessuna. L’amica  che quando si fidanza scompare diciamocelo, è un po’ in tutte noi. Alcune sono più autonome e dopo i primi mesi riescono a capire che la vita non finisce sul divano o al supermercato, o in pomeriggi estenuanti all’Ikea, altre, invece, si trasformano in casalinghe disperatissime, noiose, abbrutite, piagnucolanti e depresse. Non fanno più nulla da sole, non escono nemmeno da sole, vanno a letto alle undici tutte le sere, impastano e si dedicano alla cucina, per poi lanciarsi in commenti acidi quando le inviti per un aperitivo. Una, due volte, alla terza le lasci ad affogare nell’impasto per la pizza e te ne infischi. Non escono se non in coppia e quando finalmente si lanciano in una serata mondana (per loro), ovvero in un caffè alle quattro del pomeriggio e di sabato, te le ritrovi col casatiello (umano) al seguito e rimpiangi di averle invitate. Da evitare.

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L’amica ape regina: è sicuramente la peggiore. Di una falsità più unica che rara, si circonda di donne con poco carattere, poca stima in sé stesse, poca avvenenza con l’intento di plasmarle a propria immagine (discutibile) e somiglianza. Passano i pomeriggi tra un negozio e l’altro, taggandosi nelle boutique con le povere malcapitate al seguito; foto di qua, foto di là, io sono ricca, bella, brava, ma non esco mai da un negozio in cui mi taggo sfoggiando i miei acquisti (ergo, sono penosa), e sono irrimediabilmente sola. Forse più che in giro da Missoni, meglio sarebbe un’infusione di fiducia in sé stesse, per l’ape regina e per quella operaia. Bocciate, entrambe.

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L’amica che quando è in fase critica, non risponde al telefono; sicuramente più innocua delle altre, ma terribilmente “paraculo”, l’amica che in fase di crisi esistenziali causa lavoro, futuro, fidanzato, chili di troppo, si dà alla macchia, è particolarmente diffusa. Ti ha tenuto al telefono per ore, sei corsa dai lei nel cuore della notte, le hai fatto il tè quando non mangiava da giorni, le hai tenuto la mano e lei che fa? Sparisce. Perché? Perché è un periodo “No”. Peccato che il periodo “no” durasse da mesi e dopo averle fatto da madre, sorella, amica, cameriera e autista, non dimostri nemmeno un minimo di umana riconoscenza, ma si chiude nel suo silenzio ed in un telefono che squilla a vuoto. Ma ritirarsi prima sull’eremo, no? Avanti un’altra.

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L’amica vera, quarta tipologia: purtroppo, a differenza delle altre di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno, questa è rara, rarissima. Le più fortunate ne hanno incontrate un paio, ma hai davvero più possibilità di vincere al “turista per sempre” che a trovare una donna così. Sono quelle amiche che spesso non vedi tutti i giorni, e non senti spesso, ma sono quelle che ti mandano il buongiorno al mattino, che improvvisamente ti chiedono come stai, che ti ascoltano, che ti chiamano perché solo tu sai e puoi ascoltarle. Sono quelle che ti aprono la vita, il cuore e pure l’armadio, ti dicono tutto e non ti rinfacciano nulla. Fondamentalmente, sono quelle a cui dai meno, ma sono quelle che meritano di più. Telefonate interminabili, serate in cui finisci a tenerti la pancia perché hai riso troppo, sono dure queste amiche, guerriere e forti, ti criticano ma a viso aperto e si schierano con te, anche se hai torto, anche se stavolta l’hai fatta grossa. E questa storia della competitività femminile, delle invidie, delle gelosie, tutta vera, con loro non vale. Perché se ti sentono stanca, non ti dicono quanti tu oggi sia poco carina, ma ti propongono “due giorni in una spa, io e te, e via il telefono”.

E’ vero, sono rarissime. Qualcuna, però, io l’ho incontrata. Sono quelle che come dice una di loro “ti aiuterebbero a nascondere un cadavere”; già, di tutte quelle che, fondamentalmente, non servono.

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