Marco Catizone

Marco Catizone

Avvocato, scrittore satirico e giornalista pubblicista. Scrive di politica, teatro e cultura su blog, siti e riviste on line.

L’armata brancarancione
  Che fine faranno il pirata Giggino e la sua dispersa ciurma rivoluzionaria?
 
di Marco Catizone

L’armata brancarancione

 di Marco Catizone

“La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé( Ennio Flaiano) 

Sol Invictus, gira-sole, all’ombra di corolle in fiore, cercando per le vie un tempo famiglie e comunali un consenso svaporato nella mota sfarinata di cittadini in fiamme (brucia la Marinella nel degrado di una Marina mai bagnata dal mare), al freddo balocco di media un tempo amici, elucubrando all’osso mentre piovon carte e cartuscelle (il primo a batter ciglio e cassa è l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli, che si è visto riconoscere provvisionale di ventimila euro dal tribunale capitolino che ha inflitto quindici mesi al sindaco sospeso per abuso d’ufficio ai tempi di “Why Not”), “fravecando e sfavecando”, come in borbonica ammunina, purchè in quel di Partenope non si perda mai tempo: ed il nostro Arancion Coniglio al suo orologetto politico in scadenza è ben legato, catenina d’oro a doppio filo, ben saldo nel panciotto; “Presto ch’è tardi!” , che la meraviglia arancione si è sfaldata, lo stregatto si pappa le alici, s’inciampa nel buco viepiù largo d’una maggioranza abulica, ed il premio d’un tempo è disperso, è andato, kapùt! Serve la scossa, che il terremoto v’è stato, il corpo ramingo del Bel Giggino è ancora sulfureo, le opinioni fanno impressione e le impressioni s’accapigliano a commento. Aleggia rovello da disturbato tessitore (cappellaio, fossi matto!): dove andranno l’Imbandanato di San Giacomo, il pirata Giggino e la sua dispersa ciurma rivoluzionaria?

SICIPU~1Quale il cocchio prescelto per la cavalcata final, caracollando in cerca di sfida, non più al fianco del germano fidato, il Divin Claudio alle prese con beghe da procura in salsa salmastra da Coppa Ammerica ed accordi poco chiari, un pugno d’uomini da consorteria a far da scudo, in attesa di ben più sicura collocazione? Quale il lido cui approdare per rinfrescar suole e spolverar speroni, dove s’abbevererà il ronzino spelacchiato del sospeso Giggino, a quale greppia lo attaccherà per aver biada e ristoro? Sbarramenti piddini paiono al momento staccionate inverosimili, insormontabili per il nostro Macho Panza, dunque al ronzinante serve volano, giostra cui afferrarsi, fabbro-masto che confezioni zoccoli per staffa e cavalcatura, chè il Movimento Arancio è slim, trasparente, diafano, insomma un fantasma, ferraginoso di catene alquanto.

de_magistris_luigi_napoli_01Che fare di Neapoli? Roccaforte alla Fort Alamo, per l’uomo dagli alamari cocozza, in attesa di sentenza amministrativa che ne ribalti il guizzo, sospendendo la sospensiva, come ultima ribalta per rivoluzionari domencali, con gli ex Dioscuri neapolitani, i De Magistris Boys, pronti a calare l’asso in quel di Saint James Palace Hotel, con le camere ad ore da fittare all’offerente politico migliore: il problema è ritrovar le chiavi del maniero, che i signorotti paion fuori di brutto, strali e proclami al vento, per raccolta di ultimi barricaderi, con ultimatum in bottiglia, per nuova armata brancarancione da ricomporre coi resti galvanici di Sel, una spruzzatina di consociativismo, una sbattuta d’uovo a tuorlo rosso-benecomunista, mentre a Palazzo son tutti in balia della corrente, dorotei come il tempo che fu; e Giggino insegue ancora il soffio di bolina, pronto a guidare l’arrembaggio alla seconda sindacatura non più dall’interno del castelletto, ma dandovi scalata con rampini e scarponi chiodati, incravatto nella boria a doppiopetto, a sventolar come gonfalone (ex) comunale in tempesta.

2012-12-demagistrisE la tempesta perfetta s’è abbattuta per davvero, e il nostro Ulisse ne è ben conscio, con le sirene piddine a solleticarne vellicolo e tricoricciuto pelo, pronte a distendere Giggino ed i suoi pochi  Arancini asfaltandoli in nome del renzismo arrembante, fintando una sfiducia politica in Consiglio, giocando di sponda coi numeri a sostegno, buttando la palla in avanti, che tanto ‘a jacuvella continua, ed attendendo gli eventi, perchè Napoli è solo una pedina sullo scacchiere, in sospensione a purgatorio come il suo Sindaco evanescente.

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