Marco Catizone

Marco Catizone

Avvocato, scrittore satirico e giornalista pubblicista. Scrive di politica, teatro e cultura su blog, siti e riviste on line.

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Elezioni & erezioni

di Marco Catizone

“La follia e il folle diventano personaggi importanti nella loro ambiguità: minaccia e derisione, vertiginosa irragionevolezza del mondo, e meschino ridicolo degli uomini” (M. Foucalt).

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Nilde Iotti, Pina Picierno

Votate, Votate, qualcosa resterà! Elezioni, elezioni, è sempre tempo d’elezioni. Appena archiviate le Regionali in Emilia e Calabria, in Campania già s’azzuffano una decina di loro a giù di lì per le primarie, in resta De Luca, Cozzolino, Saggese, una spruzzata di Picierno e chi più ne ha, ne butta: ridotti come siamo, senza eroi, senza sussulti, senza cumpassio; figuranti, figurine, da appiccicare all’album, ora della Sinistra(ta), domani chissà, magari del Popolo delle Forze Italia, legate alla Lega in perenne Movimento con le Stelle (Cinque) che stanno a guardare, alla ricerca dell’X Factor dopo aver cercato per anni il Quid, cavando un solo Renzi dal buco, che va tappato è risaputo, e pur senza pestar coda all’imperituro Cainano, di riferimento e fiducia, sennò le riforme eh? Le riforme…col ciufolo che se fanno…

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Marco Follini

 

Prossime le primarie, prossime le elezioni: milioni in ballo, che siamo democratici e di partito, dunque paga, caro cittadino, elettore, elettrico, elettrauto; sarà la solita domenica da spalmarsi in attesa delle salme, tutti in fila, un voto una palla, e butta giù la tua sagoma cartonata, che i gazebi sono in fitto, le urne pure, per tacer del simulacro democratico a rimorchio: folle che votano folli, quando non Follini (a proposito è vivo ancora?)

Tutti schizzati in questo carnevale democratico: Erasmo da Rotterdam s’imbarca, lucida e matta la sua stramberia, poi c’è il nocchiero, il vecchio Brant e la sua nave di schizzati, e chiude la fila all’imbarcadero il rizelato Foucalt: un momento, un memento ! Noi italici, romantici e sinistri imbarchiamo pur anco Giorgio, il mito Gaber, perché la democrazia dà sempre quel senso di fresco bucato, d’ordine e pulizia (morale??),  o no?

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Giorgio Gaber, mister G

“Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina,
perfettamente temperata

e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni

e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.

È proprio vero che fa bene
un po’ di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata…”

renzi-berlusconi- qqqqqE noi quella matita, giallina, fresca e temperata ce la portiam via, assieme alla nostra coscienza di bravi elettori, proni al compito affidatoci, nell’illusione d’aver adempiuto al dovere, come in prima linea, i primi lignei, allocchi fiduciosi, “perchè si dovrà pur votare per cambiar nesso e cose” , solo che il nostro sorsetto di gerovital politicante non cambia le sorti, imbarbariti come siamo da spending review e distruzione di tessuto e welfare state. Ex Mattarellum, Consultellum, Porcellum, un latinorum per ogni stagione, una soglia per ogni minoranza, con la clowneria renziana che di certo non cambierà le sorti del nostro orizzonte ed avvenire: les folies Bergere a Parlamento hanno già pensato al domani, nominandosi, leccandosi ferite e culi a vicenda, sull’onda lunga delle consegne lasciate in loco dal futuro ex Napolitano al Qui-rinale: ergo sul nazionale, svoltato l’angolo del Nazareno, “Renzi, Renzi-bis, punto due punti e a capo, massì abbondiamo!”

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Il Rigor Collis ha così  impregnato l’aria della politica, delle macerie dei partiti, tra minoranze e maggioranze sempre più risicate, con gli elettori sempre più sparuti, che il  Potere si riscopre ogni giorno sempre più farlocco ed abbrutito; s’irrigidisce la democrazia,  si mette il busto alle primarie, che al massimo valgono un bustino in calce viva per il vincitore di turno; che poi al prossimo si cambia, con l’usato nuovo certificato al Governo, alla Regione alla (fu) Provincia, etc. etc..

Il dado è truccato, la carta è falsa, il croupier è in abbiocco: tolta la sostanza alle elezioni, non ci resta che il ricordo delle nostre performance migliori. E giù a ricordare, vecchie storiacce di brogliacci osè, consultazioni frenetiche ed orgasmiche, urletti moderati in salsa Dc, petting spinto di marca Pci, e poi, in ultimo quelle care vecchie e nostalgiche erezioni, alla ricerca del Signor G…
Ah, che tempi!

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