Angelo Vaccariello

Giornalista esperto di economia e Mezzogiorno Ora si occupa di marketing e comunicazione.

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Quel maiale da quattrocentomila euro

 di Angelo Vaccariello

Questa è una storia persa nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. Un racconto fatto di tombaroli improvvisati, un maialino inconsapevole e il Paul Getty Museum di Malibù. Il tutto ambientato tra la Valle Caudina, la Florida e le misteriose strade del commercio clandestino di reperti rubati. 

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Zeus, il ratto d’Europa

Nella Valle che fu la culla dei sanniti prima, il teatro della sconfitta dei Romani poi (321 avanti Cristo: le forche caudine) e un lembo di territorio ancora incerto sul proprio futuro, tutti sanno che ci furono almeno due antiche necropoli: Saticula e Caudium. Scavando nel difficile terreno, quindi, è facile che saltino fuori crateri e reperti vari risalenti a secoli e secoli fa.
Lo sanno le istituzioni, lo sanno i cittadini ma lo sanno soprattutto i tombaroli. Molti dei quali hanno trasformato il furto in un mestiere più o meno rispettato.
Ritornando alla nostra storia, possiamo immaginare che in una qualsiasi notte a metà degli anni Settanta il nostro caro tombarolo fa una scoperta più interessante del solito. Trova tanti vasi conservati in maniera quasi perfetta. Il tombarolo, purtroppo, non ha studiato e non conosce bene il valore che questi oggetti possono avere.

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Ecco perché quando gli offrono un milione di lire e un maialino crede di aver fatto un vero e proprio affare: d’altronde lui ha solo scavato qualche ora e ha dovuto portare di peso a casa dei vasi e dei monili. Non sa, il tombarolo, che ha tra le mani uno dei pochi vasi attici rimasti intatti. Ancora, non sa che si tratta di uno dei crateri dell’artigiano Assteas, uno dei più bravi dell’antichità vissuto a Paestum. Il vaso rappresenta il Ratto di Europa da parte di Zeus trasformato in toro. Oltre al valore storico, il cratere contiene un valore fortemente simbolico.

IL PAUL GETTY MUSEUM A MALIBU, LA VILLA

Paul Getty museum, Malibù

Come dicevamo, le vie del commercio clandestino sono infinite. Il vaso, non si sa come, arriva tra le mani del curatore del Paul Getty Museum di Malibù. Viene, dunque, acquistato per 380 mila euro ed esposto come un reperto unico e preziosissimo.

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Napolitano

Ad un certo punto, il Governo italiano si accorge di avere reperti sparsi per tutto il mondo (lo fa con Rutelli ministro della Cultura). Sulle tracce di Assteas si mettono, allora, i Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio storico. Come dimostrare, però, che il vaso è stato trafugato proprio tra le campagne di Sant’Agata dei Goti e Montesarchio? Pare esista una foto che lo ritrae appena ritrovato.

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Ecco allora che il cratere, dopo mille peripezie, torna in Italia. E qui, dopo un lungo peregrinare, arriva al Quirinale dove Giorgio Napolitano lo vuole esposto nella mostra “Nostoi, Capolavori ritrovati” – dove per nostoi si intende “quelli che ritornano” – e poi al cinquantesimo anniversario dell’Unione europea, quale emblema della storia italiana. 

E ora è storia dei giorni nostri.Il vaso ha trovato definitivamente casa a Montesarchio: nella torre simbolo del paese dove è possibile ammirarlo tutti i giorni. Insomma, dalla Valle Caudina una storia degna di Indiana Jones.

 

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